SEL E IL MINISTRO DELLA COESIONE SI OPPONGONO ALLE LARGHE INTESE.
Nel nome di Stefano Rodotà. Se a sinistra nascerà una nuova formazione il simbolo non potrà che essere lui. Volente o nolente, l’ottantenne giurista rappresenta la bandiera sotto la quale proveranno a rifugiarsi coloro che vogliono smarcarsi dal Napolitano bis e dal governo che ne verrà. Il primo a muoversi è stato Nichi Vendola che ieri ha provato a gettare un’esca al malumore del Pd. “Noi – ha dichiarato il presidente di Sel – siamo impegnati a ricostruire una nuova sinistra di governo” senza puntare “alla scissione” del Pd. “A quello ci sta pensando qualcun altro” dice Vendola dando appuntamento l’8 maggio (ma potrebbe essere il 10 o l’11) per un meeting o un convegno. Per far capire che l’obiettivo è parlare ai mal di pancia democratici, Vendo-la annuncia che Sel accelererà la richiesta di adesione al socialismo europeo. “Non vogliamo ricostituire una Sinistra arcobaleno” spiega al Fatto Nicola Fratoianni, deputato e già assessore della giunta pugliese. Non si tratta, insomma, di una mossa che guarda a Antonio Ingroia o ad altri settori di sinistra.
Il problema sono però gli interlocutori reali. Ieri, l’intervento di maggior rilievo è stato quello, via Twitter, di Fabrizio Barca, un candidato alla segreteria del Pd. Nel tweet Barca dice di non comprendere come mai il Pd non abbia votato per Rodotà o per Emma Bonino (che non sono propriamente la stessa cosa). Una dichiarazione sufficiente a ricevere l’accusa di “alto tasso di populismo” da parte di Stefano Fassina, uno dei “giovani” bersaniani a sinistra nel Pd. Barca ha precisato di non voler parlare pubblicamente e di essere orientato solo a una battaglia interna al partito. Ma comunque non ha smentito il suo tweet. E Vendola, oltre a elogiarne ruolo e intelligenza, si è detto entusiasta di una sua possibile partecipazione all’iniziativa di maggio.
“Se nel gruppo dirigente non si muove granché” spiega ancora Fratoianni, “a livello locale la situazione è davvero caotica”. Nei giorni scorsi si è visto il fenomeno “#OccupyPd”, composto soprattutto da giovani delusi dallo spettacolo parlamentare. Ma finora solo Mi-chele Emiliano, sindaco di Bari, spara sul quartier generale e potrebbe essere uno degli interlocutori di Vendola. I deputati, invece, restano più abbottonati. Il coraggio di Pippo Civati, ad esempio, ieri non è andato oltre la scheda bianca nel voto sul Quirinale.
Altri movimenti avvengono a lato della politica. A nessuno è sfuggita, ieri, la dichiarazione congiunta di Sergio Cofferati e Maurizio Landini, ex segretario Cgil, attualmente europarlamentare Pd, il primo e segretario della Fiom, il secondo, a favore di Rodotà, “una candidatura di alto profilo”. La mossa mira a parlare anche all’interno della Cgil che, invece, non intende offire sponde a operazioni di distinguo e si limita a congratularsi con Giorgio Napolitano per l’elezione. Ma prima dell’appuntamento di Sel, il 30 aprile a Bologna si terrà un convegno della Fiom che a giudicare dagli ospiti potrebbe rappresentare un passaggio importante negli attuali rimescolamenti: insieme a Landini, infatti, parleranno Cofferati, Barca, Marco Revelli e, ancora, Rodotà.
Da Il Fatto Quotidiano del 21/04/2013.
[…] Sono molti a dire che questa sarà una legislatura costituente per giustificare il clima di unità nazionale che ha sempre più l’odore di un gioco al massacro sulle spoglie della Costituzione. Spero che questa sia anche una legislatura costituente per la sinistra intorno alle figure di Fabrizio Barca per il PD e di Nichi Vendola per SEL, entrambi nel nome di Stefano Rodotà, come apre l’articolo di oggi di Stefano Cannavò sul Fatto Quotidiano. […]