Vorrei dirvi che al di là dei toni considero il vostro servizio davvero importante, penso che il mondo del giornalismo non sia cosa diversa dalla classe dirigente di questo Paese”. Alla fine della conferenza stampa di fine anno, organizzata dall’Ordine dei giornalisti, Matteo Renzi diventa solenne. Per le due ore e passa precedenti ha ingaggiato un corpo a corpo con la stampa presente: attaccando, ridicolizzando, non rispondendo, scherzando. Argomentando e difendendo l’operato del suo governo, giocando tutte le palle, facili e difficili, che la platea gli fornisce. Abito scuro, cravatta rossa, combattivo e strafottente, sembra lo stesso premier che andò a chiedere la fiducia alle Camere, parlando con le mani in tasca, facendo un discorso sfilacciato che volutamente saltava i parlamentari, per arrivare direttamente nelle case degli italiani.
Sottotesto: voi siete il Palazzo, io no. La stessa operazione di ieri, in diretta nazionale. Stavolta con i giornalisti. D’altra parte, la “sua” conferenza stampa di fine anno l’ha fatta la vigilia di Natale. Senza i giornalisti di carta stampata, che il 24 dicembre non lavorano. Le domande sul Quirinale? “Sembra che siamo tutti affetti da arteriosclerosi”. Non sarà che gufo vuol dire che non si può non essere d’accordo con lui? “Gufo è chi parla male dell’Italia non del governo”. Renzi non risparmia la litania delle promesse realizzate. Ma neanche gli slogan. “Meglio arroganti che disertori”. E gli auspici, psicologici, di persuasioni di massa: “Voglio cambiare l’umore degli italiani”. È un maestro nell’arte di raccontare e in quella di “condurre” i media. L’abilità nell’uso delle parole è uno dei punti di forza grazie ai quali è arrivato al potere e lo gestisce. E allora, ieri, eccolo dare lezioni di giornalismo. “Attenzione a superare le banalità, a raccontare con determinazione sogni, progetti e anche fallimenti”. Perché “i politici devono migliorare, non mi permetterò mai di dirlo dei giornalisti, ma penso sia l’obiettivo di ciascuno”. L’altra casta è servita. “Mi piace vedere House of Cards, ma anche Newsroom, mi piace da impazzire l’idea di una funzione sociale del giornalismo”. La serie tv racconta lastoria di un anchorman, che passa dall’essere accomodante e zerbinesco e in quanto tale popolare, a lottare per un giornalismo di qualità. Non senza le contraddizioni inevitabili del caso. Evidentemente, mentre sbeffeggia i giornalisti presenti, accusandoli di giocare a Indovina chi? sul Colle e facendosi latore in diretta delle notizie dal mondo reale, quelle dalla nave, li paragona per opposizione. Amore romantico per il tempo che fu: “Il mondo è diverso rispetto a 15 anni fa. Io facevo lo strillone, apprezzo l’odore della rotativa, aspettavo il giornale di notte a Firenze”. Certo, non era solo una passione, ma pure un lavoro, visto che le società del padre (indagato per bancarotta fraudolenta) i giornali li distribuiva. “QUANDO la modalità cambia bisogna adattarsi al mondo che cambia. Anche sul giornalismo”. Sarà per questo che “Matteo ” adora Twitter? Metodo-Renzi: “Vedo che ora Sky fa un soprapancia, anzi no, un sottopancia con scritto ‘Renzi, il mio è il governo che ha fatto meno leggi’. Ecco, chiederei magari di cambiarlo, perché ho spiegato che il governo fa meno leggi perché ce ne sono troppe”. Scherza, esibendo un’inesperienza che è difficile attribuirgli. La platea sorride. Sky il titolo lo cambia. E a proposito di nuovo giornalismo libero: da ora in poi Europa, liquidata la redazione, verrà fatta direttamente dall’ufficio stampa del Pd. IL RENZI segretario Pd, presidente del Consiglio e nel suo immaginario di certo pure direttore di tutte le testate d’Italia, è attentissimo a non compromettere l’operazione Quirinale, che sa essere vitale come politico così consumato da essere riuscito a “scalare” il Pd (definizione sua) e poi il Paese in men che non si dica. Dunque, sul Colle si rifiuta di entrare nel “ping-pong” delle domande, dice il meno possibile. Assicurando che i voti per eleggere il successore di Napolitano ci sono: “Il presidente della Repubblica deve avere i requisiti previsti dalla Costituzione: ha funzioni tipicamente politiche con la ‘P’ maiuscola, anche se nel corso della storia ci sono stati vari presidenti di provenienza ‘tecnica’”. Il voto “non sarà un test politico, non è una fiducia sulla maggioranza”. Parla del traguardo/miraggio legge elettorale : “Immaginiamo di approvarla entro gennaio”. Il rischio 15 mila emendamenti? “Siamo grandi esperti di canguri”. E poi, mostra la scheda del sistema a cui si sta lavorando, che definisce “un Mattarellum con le preferenze”. Un omaggio a B.: “Qualcuno pensa che esista FI senza Berlusconi? Auguri”. “La parola del 2015 sarà ritmo”, annuncia il premier. C’è da stare attenti alla dichiarazione di intenti finale: “Può accadere che si fallisca, non che non ci si provi. Io ci proverò fino all’ultimo giorno del mio impegno in politica, a costruire un Paese più degno di questo nome. Perché il nome dell’Italia è bellezza”. IL CINEMA AL PACINO E IL FOOTBALL ”Mi sento come Al Pacino in Ogni maledetta domenica, il coach che ha il compito di dire ai suoi che ce la possono fare. E io sono convinto che l’Italia ce la può fare”, dice il premier. Il riferimento è al monologo dell’allenatore Tony d’Amato (Al Pacino) che nel film di Oliver Stone sprona la squadra: “Ora noi, o risorgiamo come squadra, o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, sino alla disfatta”. LA FICTION THE NEWSROOM ”Apprezzo House of cards non come modello e allo stesso modo sono contento di vedere Newsroom: mi piace da impazzire l’idea della funzione sociale del giornalismo”, dice Renzi. La prima passione è nota. Sulla seconda il riferimento è alla serie di Aaron Sorkin (lo stesso di West Wing) girata all’interno di un canale tv di informazione e riprodotta con scarso successo di ascolti su RaiTre. L’ORNITOLOGIA SOCIOLOGIA DEI GUFI È uno sfogo: “Il gufo non è colui che parla male del governo. È assolutamente legittimo, talvolta capita anche a me, il gufo è colui che non crede che Italia abbia un futuro, il gufo non è quello che nega la realtà, ma quello che nega la possibilità all’Italia di farcela” (…) “i gufi sono gli stessi che prima delle Europee dicevano ‘Grillo ti sta davanti’, con i gufi ho un rapporto di amicizia ormai”.
Da Il Fatto Quotidiano del 30/12/2014.
“Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, eslude il rischio di contagio Grecia, perchè naviga a vista e non ha capito il rischio Troika per l’Italia, che è dietro lo scoglio, indicato sulla “mappa”!” …
Paola Giannone
sì, l’ ideale, ovvero la cosa più pratica sarebbe stato non issarlo fin lassù, intendo per noi cittadini italiani, mentre l’ ideale, la cosa più pratica per berlusconi e per la casta (compreso grillo e casaleggio) è stata mettercelo. Adesso il problema sarà liberarsene, visto che ha ridato a berlusconi e al suo gruppo di potere corrotto fino all’ osso verginità politica,e eliminato dai media la parola “conflittodiinteressi”, così l’ italia è definitivamente spacciata, parlo in termini di democrazia; faranno (lui e berlusconi), quello che vogliono della nostra Costituzione, gliene faranno delle belle, mentre gli italiani saranno costretti a vederselo tutti i santi giorni, intercalato al papa, le due vere emanazioni del potere in Italia, e dietro di lui il vecchio laidissimo berluscaz e tutta la santabarbara di imprenditori corrotti e nullafacenti, quelli sì, che si riprenderanno in pugno il paese, ma già lo tenevano, con una spolverata sopra di zucchero filato democratico di centro-sinistra, tanto per ricordarci che la vera sinistra in Italia è finita per sempre. Che almeno se l’ infido Renzi avesse seria intenzione di fare una legge sul conflitto di interessi potremmo provare a creare in Italia un gruppo politico come Podemos, con una base popolare di sinistra, e non quell’ ibrido dei 5stelle in mano a due uomini di destra.Ma il callido mentitore se ne guarda bene dal fare una legge sul conflitto d interessi, così ci teniamo per sempre Renzi, Berlusconi, Grillo e Casaleggio; tutti quanti alla destra del padre, che persino Domineiddio e papa Francesco sembrano di sinistra al confronto., e questo è il castigo dell’ Italia controriformata. Amen.
L’ha ribloggato su Redvince's Webloge ha commentato:
il pifferaio continua i suoi show anche di fronte a persone acculturate, esibendo il meglio del repertorio annunciatorio” ego-vanesio come pochi e ancora ci sono persone che gli credono nonostante le batoste che continua a rifilare a precari, lavoratori, studenti, disoccupati e pensionati, le uniche categorie rartassate da tutti i governi “napolitano”