Non si è fatta attendere la risposta del presidente della Repubblica all’offensiva sulla giustizia lanciata negli ultimi giorni da Silvio Berlusconi. In una intervista al giornale tedesco “Welt am sonntag” Giorgio Napolitano affronta direttamente il tema del Rubygate e se da una parte rileva che il premier “ha le sue buone ragioni” per respingere le gravi accuse rivoltegli dalla procura di Milano, dall’altra il capo dello Stato non solo ricorda che Berlusconi possiede “buoni mezzi giuridici” per difendersi, ma soprattutto sottolinea che “sia la nostra Costituzione, sia le nostre leggi, garantiscono che un procedimento come questo si svolgerà secondo giustizia”. E dunque, conclude il capo dello Stato, “confido nel nostro Stato di diritto”. In altre parole – ed è questo il vero messaggio che il Colle manda al premier – non c’è bisogno di stravolgere nè la Costituzione nè le nostre leggi per godere del diritto alla difesa. Ma Berlusconi non solo non ascolta ma sembra voler sfidare apertamente il capo dello Stato. Così, mentre le agenzie di stampa stanno ancora rilanciando le parole di Napolitano, il premier diffonde l’ennesimo messaggio ai Promotori della libertà in cui torna ad attaccare la magistratura, “divenuta sempre più un contropotere politico”, insistendo sulla legge anti-intercettazioni. “Introdurremo una normativa che ponga fine agli abusi e alle violazioni della privacy” dice, sostenendo che negli Usa “chi passa le intercettazioni alla stampa va in galera e ci resta per molti anni”. Di certo la settimana che si apre sarà rovente sia per la giustizia che per i processi del premier. Già si profila l’ipotesi che il capo del governo invochi il legittimo impedimento per il primo procedimento che ha in calendario, quello su Mediaset (l’udienza è il 28 febbraio), mentre il Pdl potrebbe chiedere subito alla Camera di sollevare il conflitto di attribuzione sul caso Ruby. E in Parlamento si andrà probabilmente avanti a tappe forzate su processo breve e intercettazioni. Anche perchè la maggioranza potrebbe avere ora i numeri per farlo: dopo Bellotti anche Barbareschi lascia Fli. Settimana importante anche per il federalismo: alle Camere tornerà infatti quel decreto sul fisco municipale stoppato dalla bicameralina. E per la Lega il momento è così delicato da aver annullato (temendo contestazioni contro Berlusconi) il filo diretto con Radio Padania previsto nella trasmissione di Lucia Annunziata. Nuove prove dunque per la maggioranza. Del resto lo stesso Napolitano, pur ammondendo una politica divenuta ormai “guerriglia”, sottolinea che “un governo regge finchè dispone della maggioranza in Parlamento e – aggiunge – opera di conseguenza”. Cioè governa.
di LAVINIA RIVARA Da La Repubblica del 21 febbraio 2011.
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