
Una giornata di sciopero contro il razzismo. Si ripete l’iniziativa di un anno fa.
Incroceranno nuovamente le braccia, per un giorno intero, gli stranieri di tutta Italia.
Domani è infatti la giornata di sciopero dei migranti contro il razzismo, denominata “Ventiquattro ore senza di noi”, per far capire cosa accade nel paese se tutti i lavoratori immigrati si fermano per ben ventiquattro ore.
La protesta, che ritorna a distanza di un anno, chiede l’abolizione della legge Bossi-Fini, del contratto di soggiorno per lavoro, la chiusura dei Cie e il diritto al voto.
Lo scorso 1° marzo oltre 300.000 persone si sono mobilitate in tutta Italia per dire no al razzismo e sì a una società multiculturale e più giusta.
“Vogliamo che le piazze italiane, il 1° marzo del 2011, tornino a colorarsi di giallo (il colore ufficiale della manifestazione) – si legge nel comunicato dei promotori – che vecchi e nuovi cittadini tornino a far sentire la propria voce e che i lavoratori usino gli strumenti a loro disposizione per dire no alle politiche di esclusione e alle discriminazioni”.
Il diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia.
In pratica per dire “per dire a gran voce che la Bossi-Fini va cambiata, che il diritto di cittadinanza deve essere riconosciuto a chi nasce e cresce in Italia, che il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per gli immigrati non può più essere rimandato e che i Cie (Centri di identificazione ed espulsione) vanno chiusi perché sono inutili e illegali oltre che disumani” prosegue il siddetto comunicato.
Soffierà il vento del Nord Africa.
E se lo scorso anno la vicenda di Rosarno era la triste eco della mobilitazione, quest’anno è inevitabilmente il vento di rivoluzione del Nord Africa che soffierà sulle piazze italiane.
“Le rivoluzioni di piazza che stanno attraversando il Nord Africa segnalano un’aspirazione alla libertà che ha nelle migrazioni una delle sue declinazioni e che sta portando a un prevedibile aumento degli sbarchi (mai interrotti) sulle nostre coste”, ricordano gli organizzatori.
E proseguono spiegando come “di fronte a tutto questo la risposta italiana si stia rivelando ipocrita e inadeguata poiché si evoca ancora una volta un inesistente “stato di emergenza” solo per non rispettare il diritto di asilo ed evitare di accogliere le persone che stanno arrivando sulle nostre coste”.
L’iniziativa si svolgerà in diversi paesi europei.
Ma questo anno appena trascorso ha visto gli immigrati protagonisti di diverse forme di protesta e consapevolezza, dalla manifestazione dei braccianti indiani a Latina, allo sciopero delle rotonde in Campania, alle proteste di Brescia e di Milano contro la sanatoria truffa.
Anche per questo, il Comitato primo marzo esplicita il “desiderio che il Primo Marzo 2011 sia una giornata ancora più partecipata del Primo Marzo 2010, che l’opzione sciopero generale sia rilanciata, che il respiro internazionale sia ancora più marcato e che si riesca a lasciare un segno ancora più profondo”. L’iniziativa si svolgerà infatti in diversi paesi europei, come lo scorso anno.
Non è uno “sciopero etnico”.
“Ma – concludono gli organizzatori – lo sottolineaiamo con forza, non si tratta di uno sciopero etnico: non è mai esistita e non esiste l’idea di uno sciopero etnico. In diversi territori sono già attivi percorsi che comprendono scioperi, presidi e manifestazioni. Crediamo che lo strumento dello sciopero sia il modo più forte per portare avanti questa lotta, migranti e italiani insieme contro i ricatti, contro il razzismo e contro lo sfruttamento”.
Dal salvagente.it del 28 febbraio 2011.
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