Il Pd: appuntamento a palazzo Chigi. Le reazioni dei sindacati per l’attacco del premier.
Immancabili, il giorno dopo sono arrivate le reazioni dei diretti interessati. E a rispondere alle parole di Berlusconi (guarda il video), che al convegno dei Cristiano-Riformisti ha attaccato la scuola pubblica, oggi tocca ai sindacati. Sorpresi, infastiditi, arrabbiati. Più di tutto non è piaciuto quel passaggio in cui il premier ha parlato dei professori come qualcuno che vuole “inculcare” agli alunni i propri principi. E ha addossato a loro le colpe di un sistema istruzione che fa acqua da tutte le parti. Così i rappresentanti della categoria hanno risposto per le rime. Il più duro di tutti è stato Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, che ha sferrato un attacco diretto: “Il premier non ha né l’autorità morale né quella etica per parlare di scuola pubblica”, ha commentato, “è evidente che dietro alle sue parole c’è l’idea di distruggere l’apprendimento garantito a tutti in favore di una scuola privata in cui diffondere il suo credo autoritario e regressivo di una società svuotata di ogni valore”. E per concludere: “Chi fa bunga bunga non può parlare di scuola pubblica”.
La Cisl: “Serve rispetto”
Il segretario della Cisl Scuola Francesco Scrima ha difeso la categoria, facendo presente che il fallimento della società non si può imputare ai soli insegnanti. Scrima ha ricordato al presidente del Consiglio di avere “rispetto per il lavoro degli insegnanti che lavorano sodo, con dedizione e passione pur non essendo il loro impegno riconosciuto”. E ancora: “L’educazione e i valori devono essere trasmessi innanzitutto dalla famiglia e dalle società. Alla scuola non si può delegare tutto: non si può invocare la responsabilità della scuola che vive di valori in una società dove questi valori sono andati persi”.
Massimo Di Menna della Uil scuola ha invece ricordato che la scuola “è la sede del pluralismo e del rispetto reciproco”. E fare una critica così sommaria alla scuola pubblica equivale a farla all’intero paese”.
Domani il sit in
Per domani il Pd ha annunciato un sit in di protesta davanti a palazzo Chigi. Appuntamento a via del Corso – lato Galleria Colonna alle 17,30.
Le parole di Berlusconi
Il polverone era scoppiato sabato, nel corso del convegno dei cristiano riformisti. Silvio Berlusconi aveva fatto infervorare la platea attaccando la “scuola di Stato”, e parlando della libertà dei genitori di educare i propri figli “liberamente”, “e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori”. Le parole sulla scuola rientravano intervento in un intervento in cui il premier difendeva la legge sul testamento biologico, contro la sinistra che “non difende la sacralità della vita e cerca di imporre la cultura della morte e dell’eutanasia”, e sbarrava la strada all’adozione da parte dei gay e delle coppie di fatto. L’intero discorso aveva insomma tutta l’aria di un tentativo per compiacere un pubblico di cattolici dopo lo scandalo Ruby.
La reazione del Pd
Ma le sue parole non sono passate inosservate, e il giorno dopo ci è tornato sopra Pierluigi Bersani. Il segretario del Pd ha puntato il dito soprattutto sul “nuovo” attacco frontale alla scuola pubblica. “Berlusconi se la prende con comunisti e gay, insultando l’intelligenza e la coscienza civile del paese”, ha esordito, per poi proseguire: “Stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo”.
Berlusconi: “travisato”
Parole “travisate dalla sinistra”, è stata subito la reazione di Berlusconi, che anzi ha aggiunto: “il governo ha avviato una profonda e storica riforma della scuola, influenzata da deleterie ideologie, e dell’Università, per restituire valore e dignità”. Troppo tardi: la raffica di polemiche ha investito anche il ministro all’Istruzione Maria Stella Gelmini, per nulla turbata dal discorso del premier: “Si è speso in difesa di un diritto sacrosanto: la libertà di scelta delle famiglie. Il ministro, invitato da Bersani a dimettersi, ha calcato la mano: “Bersani si rassegni, la scuola non è proprietà privata della sua parte politica”.
Italia Futura: “inaccettabile e ridicolo”
Sulla polemica è intervenuta l’associazione Italia Futura, presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, con una nota in cui il premier viene duramente criticato per le sue parole. “Lo spettacolo di un capo di Governo che attacca sul terreno morale gli insegnanti della scuola pubblica è l’ennesima, imbarazzante novità che l’Italia offre al mondo. E il presidente del Consiglio dovrebbe ricordarsi che il lavoro che gli italiani si attendono da lui è quello di far funzionare la scuola, che tra l’altro è il principale motore di una società più giusta e dinamica, e non quello di demolirne la legittimità”, si legge sul sito dell’associazione. La nota parte con una considerazione: “esistono limiti alle esternazioni ‘in libertà’ che i cittadini possono sopportare. L’attacco di ieri del Presidente del Consiglio, presente il Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini, ai valori (sbagliati) che la scuola pubblica trasmetterebbe ai ragazzi è inaccettabile e ridicolo”.
Poi si legge, in difesa della scuola pubblica: “Ribadire l’importanza del diritto di scelta tra scuola pubblica e scuola privata non ha nulla a che vedere con gli slogan contro gli insegnanti. Tanto più che con l’invito venuto dallo stesso palco ad unirsi alle sue sedute di bunga bunga, che qualunque cosa siano dubitiamo possano rappresentare un alto momento di formazione delle coscienze giovanili, il ‘duro monito’ morale del premier è apparso ancor più inappropriato”.
Da ilsalvagente.it del 28 febbraio 2011.
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