DA OGGI A MERCOLEDI’.
Sono 884 milioni di persone che non hanno accesso alla risorsa pulita. Tra queste, otto su 10 vivono in aree rurali; il fabbisogno minimo giornaliero di acqua da bere, cucinare e lavarsi è pari a 20-50 litri per persona. Nei Paesi poveri ogni persona ne consuma in media 10 litri al giorno.
ROMA – Acqua nelle città e condizioni igieniche al centro del ventesimo World Water Day 1 (fu lanciato dalla Nazioni Unite nel 1992) che, come ogni anno, si celebra il 22 marzo. Lo slogan “acqua per le città, una risposta alla sfida urbana” si coniuga diversamente in ogni continente con tempi e realtà differenti. Se in Africa la questione è drammaticamente quotidiana, in Italia è di prospettiva e di gestione delle risorse (con il referendum sulla cosiddetta “privatizzazione” alle porte).
Tutte le iniziative. Innumerevoli sono le iniziative, come la ripulitura di fiumi o laghi (in Bangladesh o Bulgaria), proiezioni di film (come a Nairobi, in Kenya), o dibattiti (gli appuntamenti sul sito di World Water Day. A Toronto, tra oggi e mercoledì, avrà luogo un meeting di esperti come preludio dell’appuntamento canadese del 29-31 maggio organizzato da The InterAction Council (che vedrà 37 ex capi di stato o primi riunirsi affrontare il tema della sicurezza dell’acqua, anche per le implicazioni politiche e i conflitti armati). Domani a Roma (alle 10, in via Crispi 10) il Centro Europeo ambiente e salute dell’Oms 2 e il ministero dell’Ambiente presentano la nuova pubblicazione Linee guida sui servizi igienico-sanitari e fornitura idrica in caso di eventi climatici estremi.
Le cifre. “884 milioni di persone, pari a circa un sesto della popolazione mondiale, non hanno accesso ad acqua pulita (dati Oms/Unicef 3); tra le persone senza accesso ad acqua pulita, otto su 10 vivono in aree rurali; il fabbisogno minimo giornaliero di acqua pulita per bere, cucinare e lavarsi è pari a 20-50 litri per persona (Wwap 4); nei Paesi in via di sviluppo ogni persona in media consuma 10 litri di acqua al giorno per bere, cucinare e lavarsi; in Europa ogni persona consuma in media 200 litri di acqua al giorno per bere, cucinare e lavarsi; 2,6 miliardi di persone, pari a circa due quinti della popolazione mondiale, non hanno accesso ad adeguate misure igieniche e ogni anno 1,4 milioni di bambini, uno ogni 20 secondi, muoiono per la diarrea causata da acqua contaminata e dall’assenza di misure igieniche adeguate (Oms/WaterAid); nell’Africa Subsahariana più del 40% della popolazione non ha accesso ad acqua pulita (fonte Unicef)”. Ecco alcuni dati raccolti da Amref Italia, la sezione italiana della Fondazione africana medicina e ricerca da oltre mezzo secolo impegnata in Africa proprio sul fronte dell’acqua, igiene e salute.
Il ruolo della donna. E sull’Africa proprio Amref ricorda un dato legato anche al ruolo femminile: in media il peso dell’acqua che ogni donna africana trasporta ogni giorno è pari a 20 chili. “Senz’acqua non c’è salute né sviluppo – spiega Tommy Simmons, direttore generale di Amref Italia – I danni all’agricoltura sono incalcolabili, il bestiame muore, le lezioni a scuola non si possono svolgere regolarmente e saltano anche gli equilibri familiari, perché le donne sono costrette ad assentarsi per ore alla ricerca di acqua, lasciando incustoditi i figli”.
I progetti. L’approccio di Amref 5 sui progetti idrici (costruzione di pozzi, cisterne e acquedotti, protezione di sorgenti) è legato al coinvolgimento e gestione da parte delle comunità locali. Acqua non significa, da sola, salute: perciò i progetti prevedono attività di sensibilizzazione, formazione ed educazione igienico-sanitaria non solo all’interno delle comunità, ma anche nelle scuole. Dal 1998 a oggi Amref ha costruito solo in Kenya (ma interviene anche in Tanzania) più di 2.600 pozzi e 85 sistemi di raccolta dell’acqua piovana, di cui hanno beneficiato circa 1,5 milioni di persone.
Estetica e solidarietà. C’è l’attore Matt Damon impegnato sul fronte acqua. A Silvia Bizio su Repubblica ha dichiarato: “Sì, assieme al mio socio di water. org stiamo offrendo programmi di microfinanziamento applicati al rifornimento dell’acqua pulita, offrendo piccoli prestiti in paesi come l’India, il Kenya, il Bangladesh, l’Honduras. Diamo prestiti alla gente per collegare condutture d’acqua alle loro case: bastano 75 dollari per farlo. Invece di perdere tempo per andare fino ai pozzi per tirare su un po’ d’acqua pulita, possono creare i loro collegamenti. C’è un bambino che muore ogni 15 secondi perché non dispone di acqua pulita. Con i privilegi che abbiamo e con l’attenzione che il mondo offre alle celebrità, mi sembrerebbe un crimine non fare nulla”.
Il mondo dell’arte. Un altro artista (un precursore della body art, famoso sul fronte della performance art), il tedesco Uwe Laysiepen (Ulay) ha l’acqua nei sui progetti. Sull’Espresso ha anticipato il suo progetto ad Amsterdam: “Voglio semplicemente mostrare la bellezza dell’acqua, in tutte le sue forme… Ultimamente quando mi presento tendo la mano dicendo: piacere, Water… A pensarci bene, la mia gag è realistica, dato che il nostro cervello per l’80 per cento è acqua, mentre il nostro corpo lo è per il 65-70 per cento”. Il progetto, iniziato con una poesia, è multimediale che utilizza il cellulare. Si chiamerà “Waterphonie da acqua a telefonia”. C’è già un sito web in embrione (www. earthwatercatalogue. org). E ad Alessandro Cassin confessa: “In molte parti del mondo parlare di acqua significa toccare un problema politico anche quando lo si fa in un’ottica artistica”. Insomma: l’acqua? È politica.
MAURIZIO PAGANELLI da www.repubblica.it del 21 marzo 2011.
solleviamoci.wordpress.com
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