Mancano due miliardi per il mercato del lavoro. La Fornero in difficoltà.
L’appuntamento è saltato. E i soldi non ci sono. La riforma del mercato del lavoro, compreso l’articolo 18, è arrivata a un punto morto. E l’ipotesi di ripresa del negoziato pare davvero complicata, difficile che diventi realtà. Roberto Mania su Repubblica ci spiega tutto con dovizia di particolari:
Il governo sta cercando due miliardi per gli ammortizzatori giungere l’intesa entro la fine di questo mese. Non è affatto semplice sciogliere il nodo dei nuovi ammortizzatori sociali. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha già fatto due dietrofront ha accettato di mantenere le attuali protezioni fino al 2017 visto che gli effetti di questa nuova recessione sull’occupazione sono destinati ad essere pesantissimi se solo si considera che nell’ultimo anno il tasso di disoccupazione è salito di un punto percentuale dall’8,2 al 9,2 per cento; ha poi riconosciuto che un sistema universale di ammortizzatori sociali richiede, oltre ai contributi di imprese e lavoratori, una maggiore partecipazione di risorse pubbliche. Insomma non può essere a costo zero.
Qui, però, si è arenato tutto:
Il governo ha stimato in due miliardi la cifra, ma non è detto che sia sufficiente per introdurre una cassa integrazione pertutti i lavoratori di aziende in crisi congiunturali e un sussidio di disoccupazione per tutti coloro che involontariamente perdono il lavoro. Cancellando la cassa straordinaria e quella in deroga e anche l’indennità di mobilità. La cifra di due miliardi dovrà esserereperita tra le pieghe del gigantesco bilancio pubblico e dovrà essere strutturale, cioè non una tantum.
Il governo non ha scoperto le carte:
Tra le ipotesi pure quella di utilizzare una parte dei proventi della lotta all’evasione fiscale. Che, però, secondo gli impegni presi in Parlamento da diversi governi dovrebbe essere destinata principalmente a ridurre il carico fiscale sul lavoro dipendente. Già nel 2011 (anno di crisi straordinaria,va detto) perfinanziare gli attuali ammortizzatori che non coprono tutta la platea dei lavoratori dipendenti (solo la cassa integrazione tutela un lavoratore su tre), dalle casse pubbliche sono uscite — secondo un’elaborazione della Uil su dati dell’Inps — 9,3 miliardi di euro. Nessuno degli istituti di protezione è risultato in attivo nel corso dell’anno: 1,1 miliardi di rosso perla cassa integrazione, 6,5 miliardi per l’indennità di disoccupazione, 1,7 miliardi per la mobilità.
Da giornalettismo.com
Reblogged this on Su Seddoresu.