ROMA — La Lombardia prima di tutto e Flavio Tosi candidato premier della Lega. Il giorno dopo il mezzo fallimento del vertice con il Pdl, Roberto Maroni usa Twitter per approfondire il solco che lo separa dall’alleanza con Silvio Berlusconi. In un primo cinguettio spiega che si è «candidato a governatore della Lombardia perché ci credo davvero, Roma viene dopo». E con un secondo messaggio ha indicato il sindaco di Verona come l’uomo che il Carroccio vorrebbe portare a Palazzo Chigi.
Duro da digerire per Berlusconi che ieri ha ribadito i suoi paletti. L’accordo, ha spiegato il Cavaliere, deve essere «globale, locale e nazionale, altrimenti non c’è motivo di sostenere un candidato leghista in Lombardia. Non è una ritorsione, è una conseguenza politica ». Inoltre il leader del Pdl getta sul tavolo anche la sorte delle giunte di Veneto e Piemonte. Dice che metterle in discussione «non è una ritorsione ma una logica conseguenza politica. Ma sono convinto che alla fine la ragione prevarrà».
La trattativa con il Cavaliere si è bloccata sulla richiesta leghista di impostare la campagna elettorale regionale sulla proposta di “trattenere” in Lombardia il 75 per cento del gettito fiscale regionale. Ma alla fine, nonostante il suo ottimismo, l’ostacolo principale sembra essere proprio Berlusconi. I leghisti, infatti, in realtà, vogliono un suo passo indietro nella corsa per Palazzo Chigi.
Per il Carroccio va bene il Cavaliere come capo politico della coalizione, ma non come candidato premier. Ruolo che potrebbe essere occupato da Alfano o dal “fuoriuscito” Giulio Tremonti, ora alleato della Lega. Il Cavaliere e i suoi, allora cercano di correre ai ripari e annunciano che se l’accordo salta sono pronti a candidare al Pirellone l’ex ministro Mariastella Gelmini. E allora Maroni risponde lanciando in pista per Palazzo Chigi Tosi.
Berlusconi però non deve fare i conti solo con la Lega. A chiedere un suo passo indietro è anche la neonata formazione dei Fratelli d’Italia che raccoglie La Russa, Crosetto e la Meloni. Uno dei dirigenti di punta, il romano Fabio Rampelli, chiede: «Silvio Berlusconi accolga l’invito della Lega di puntare sul rinnovamento del centrodestra con un diverso candidato premier, che interpreti la volontà del popolo di rifondare l’Italia». Rampelli fa anche i nomi dei possibili candidati alternativi. «Il centrodestra — dice — si presenti con altra offerta generazionale: Alfano, Meloni, Crosetto o Tosi».
Infine il Cavaliere ha sempre da risolvere il problema di Gabriele Albertini. L’ex sindaco di Milano insiste nel proposito di candidarsi alla guida della regione e pensa che «l’incontro tra i vertici del Pdl e della Lega sembra aver confermato l’incompatibilità di un’alleanza che sarebbe contro natura».
Da La Repubblica del 31/12/2012.
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