Sicilia, Basilicata, Marche. Oppure Lombardia e Piemonte. I nomi sono lì, nell’elenco, basta volerlo leggere. Ieri sul Fatto abbiamo pubblicato una lista di “impresentabili”, politici del Pd che hanno avuto a che fare o che hanno ancora qualche questione aperta con la giustizia. Eppure sono stati presentati alle primarie. HANNO OTTENUTO voti, molti voti, sono quasi sempre ai primi posti grazie al loro radicamento sul territorio. Quella lista non è ancora terminata. In Basilicata c’è Antonio Luongo (6.296 preferenze), dalemiano, nel maggio del 2012 è stato filmato dalla polizia di Potenza in un autogrill mentre incontrava con l’ex 007 del Sisde, Nicola Cervone, che a detta degli inquirenti “trattava” il suo approdo nel Copasir allora guidato dal lìder Maximo. Luongo è attualmente sotto processo per corruzione nell’inchiesta “Iena 2” su mafia, affari e politica. A carico di Luongo c’è l’assegnazione, nel 2001, di un appalto all’Asl di Matera e l’assunzione da parte della ditta aggiudicatrice di quattro persone, più un contributo elettorale di 15 milioni di lire. Andiamo in Toscana e troviamo Andrea Rigoni (5.466), condannato a 8 mesi di reclusione in primo grado per abuso edilizio sul monte di Porto Azzurro, isola d’Elba, insieme alla madre, alla sorella e al direttore dei lavori. Poi prescritto. Abruzzo, Giovanni Lolli (2.602), imputato in udienza preliminare a Bari per favoreggiamento nell’inchiesta sui presunti abusi della Missione Arcobaleno. Breve storia: nel 1999 il governo D’Alema lancia l’operazione umanitaria per sostenere i profughi kosovari fuggiti in Albania durante la guerra civile. Secondo l’accusa, durante la Missione, la Protezione civile, grazie a una fitta rete di complicità e amicizie con “esponenti apicali della politica” mise in piedi una “associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica amministrazione”. Nel 2007 la Procura pugliese ha chiesto il rinvio a giudizio. Poi il reato è stato prescritto. Inciso: è possibile rinunciare alla prescrizione. In Campania il capolista è Umberto Del Basso De Caro, recordman con 12.085 voti. Il suo curriculum è ricco, variegato e descritto in prima pagina da Marco Travaglio. New entry per Ludovico Vico (2.869) uno dei politici tarantini maggiormente attivi sulla questione Ilva, talmente attivo da cadere in una lunga serie di intercettazioni compromettenti con Girolamo Archinà, l’uomo delle relazioni istituzionali della fabbrica pugliese. Infine i complimenti a Marietta Tidei, classe 1975, brava a racimolare ben 7.805 voti, tanto da farla diventare capolista. Orgoglioso il padre Pietro, al terzo mandato da sindaco di Civitavecchia e per due volte deputato. Nell’ultima legislatura è entrato in polemica con le istituzioni perché non voleva dimettersi da Montecitorio nonostante l’evidente incompatibilità con la carica di primo cittadino.
Da Il Fatto Quotidiano del 03/01/2013.
Rispondi