IL CENTROSINISTRA LOMBARDO INDAGATO PER I RIMBORSI: NELLA LISTA ANCHE MULTE EQUITALIA, QUADRI E APERITIVI.
Esprimono “pieno rispetto per il lavoro della magistratura”, si dicono “certi di poter dimostrare di aver agito correttamente” e si impegnano “a dimettersi nel caso di un rinvio a giudizio”. Ma molti dei 29 consiglieri lombardi del centrosinistra che stanno ricevendo gli avvisi a comparire hanno in tasca un biglietto per Roma o per il Pirellone. Da Giuseppe Civati, l’ex rottamatore proiettato a Montecitorio, ad Alessandro Alfieri, vice segretario renziano del Pd lombardo, già indicato come futuro assessore in una ipotetica giunta di Umberto Ambrosoli. Ma c’è anche l’ex Udc Enrico Marcora oggi candidato nella lista di Gabriele Albertini con la benedizione di Mario Monti. E poi Franco Mirabelli e Francesco Prina, candidati al Senato e a Montecitorio, Angelo Costanza, Carlo Porcari, Carlo Spreafico e Antonio Viotto del Pd; insieme a Chiara Cremonesi, capogruppo di Sel che si è comprata anche il master “vincere le elezioni”.
Tutti indagati per peculato, come i loro colleghi consiglieri di Pdl e Lega. Stessa sorte. Praticamente tutta l’aula dell’ultima legislatura guidata da Roberto Formigoni è finita nella lente della Procura di Milano. Il colpo è duro per il Centro sinistra che veleggiava verso la vittoria di Ambrosoli che ieri ha chiesto ai candidati indagati di impegnarsi a dimettersi in caso di rinvio a giudizio. Pd e Idv hanno accolto la proposta. “Siamo pronti a sottoscrivere l’impegno”, ha detto capogruppo del Pd Luca Gaffuri, indagato anche lui. “Mi sembra una dichiarazione condivisibile e un gesto di trasparenza nei confronti dei cittadini”. Gli ha fatto eco il capogruppo dell’Idv, pure indagato, Stefano Zamponi. “Bisogna dare il segnale di una svolta nella legalità”, ha detto. Sottolineando che però “utilizzare i fondi per acquistare una bandiera italiana da mettere nell’ufficio è diverso dal rifornirsi di cartucce da caccia”. Civati, che fu rottamatore con Matteo Renzi, si limita a incassare il colpo. Ha pubblicato tutto sul suo sito. “Sono fiducioso, ho sempre rendicontato voce per voce tutte le mie spese, che non riguardano pranzi, cene, aperitivi o acquisti di beni per me o per altri, ma solo trasferimenti in qualità di consigliere regionale”. Ma basta a mostrare il fianco. “Io sono contento che indaghino anche su di noi. Poi certo il momento è delicato. Ma non deve passare il ‘sono tutti uguali’, quindi ben vengano i chiarimenti”. In tutto a Civati la Procura contesta 3.145 euro di alberghi, treni e taxi dal 2008 a tutto il 2012.
Cifre esigue anche per Franco Mirabelli a cui non piace essere accostato al Pdl e alla Lega. “Resta l’amarezza e la rabbia di constatare come si tenti, per una cifra complessiva di 6.000 euro, 100 euro al mese per 5 anni quasi la totalità in spese di rappresentanza, questa è l’entità della somma che mi contestata, di associarmi a chi ho combattuto in questi anni ed è stato protagonista di vicende gravi come quelle a cui abbiamo assistito in Regione Lombardia”. Ma a tre settimane al voto il centrodestra non lascia di certo spazio ai distinguo. Ieri ha avuto gioco facile Roberto Maroni, candidato governatore della Lega. “Caro Ambrosoli, come la mettiamo con la promessa natalizia di liste senza indagati? Casciaball cosmico”, ha scritto su Twitter. Formigoni si è scagliato contro l’avvocato del Patto Civico e ha invitato il sindaco Giuliano Pisapia “a ripetere parola per parola i giudizi molto chiari e pesanti rivolti a dicembre contro i consiglieri del centro-destra e rivolgerli oggi a quelli della sua parte politica”. E ha ricordato di quanto “si siano tutti scandalizzati per il nostro consigliere che si era fatto rimborsare persino un cioccolatino: ora cosa dite?”. Nel Pd il più attivo è stato il democratico Carlo Spreafico. A lui la procura contesta 47.720 euro dal 2008 al 2012. Oltre a ristoranti e taxi, l’esponente del Pd, si è fatto rimborsare una cartella esattoriale Equitalia emessa dall’ordine dei giornalisti perché il consigliere, nonché pubblicista , si era dimenticato di pagare la quota d’iscrizione: 101 euro.
Ha poi presentato uno scontrino per un “ombrello mini automatico” (9,40 euro), “biscotti 5 stelle” per 3 euro, una confezione di Nutella da 2,70 euro e, tra l’altro, un aperitivo “crodino” al bar Rosso Rubino: 6 euro. Ancora: fototessere (8 euro), ricambi per biciclette (55 euro), biglietti dei mezzi pubblici, gelati, persino una ricevuta da 0,90 centesimi per un parcheggio. Ancora: più di tremila euro al mediaworld per acquisti vari tra cui due BlackBerry e 146,80 euro per il corso d’Inglese in dvd “Speak now”. Che imparare una lingua, prima o poi, è utile. Ma ci sono anche libri e due opere di Romano Trojani acquistate per 4mila euro il 30 gennaio 2012. Il tutto oltre ai “rimborsi per viaggi”: circa cinque mila euro. Ieri Spreafico era irrintracciabile.
Così come Marcora. In un anno e mezzo ha chiesto 13 mila euro di rimborsi ritenuti irregolari. Nel dicembre 2010 ha speso 2380 euro in un colpo solo per il libro “Il bene di tutti, gli affreschi del buon governo”. E oltre ai vari acquisti di francobolli , di materiale per più mille euro alle Poste Italiane, manifesti avvolgibili (404 euro), ci sono pranzi e cene per comitive al ristorante Saint Andrews. 66 coperti nel novembre 2011 (valore 1650 euro), 19 commensali e uno scontrino da 537 euro lo scorso Aprile. Si fa rimborsare un pranzo con Davide Mengacci e un “aperitivo con Alessandro Sancino”, oggi candidato con Ma-rio Monti al secondo posto nella lista lombarda per la Camera.
Da Il Fatto Quotidiano del 31/01/2013.
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