Il segretario Pdl è anche ministro degli Interni. Mauro alla Difesa, Saccomanni all’Economia, Zanonato allo Sviluppo Economico, Lupi a Infrastrutture e Trasporti, l’Agricoltura alla Di Girolamo, l’Ambiente a Orlando. Il ministro del Lavoro sarà il presidente dell’Istat Giovannini. Alla Salute Beatrice Lorenzin.
Alfano al Viminale, Cancellieri alla Giustizia, Saccomanni all’Economia, Bonino agli Esteri. Era ed è l’unico governo possibile, ha spiegato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Enrico Letta (“il vero artefice di questo governo” l’ha definito il capo dello Stato) ha sciolto la riserva ed è il nuovo presidente del Consiglio. Domani alle 11,30 giurerà insieme al resto della squadra di ministri, mentre tra lunedì e martedì chiederà la fiducia alla Camera e al Senato.
Nasce, dunque, il governo di Enrico Letta. Un governo “politico”, con “record di presenza femminile”: 21 ministri, tra cui sette donne. La lista dei ministri conferma solo in parte le voci che sono girate nelle ultime ore sulla bozza con la quale Letta si è presentato nel pomeriggio al Quirinale. Ci sono molte donne, l’età dei ministri si è considerevolmente abbassa. Ci sono il primo ministro di colore della storia della Repubblica e la prima olimpionica ministro, Josefa Idem. Ci sono tre personalità che non sono state scelte dalle file dei partiti che concorreranno a sostenere il governo: il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, il direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni e la radicale Emma Bonino.
Questa la lista illustrata dal capo del governo Letta. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sarà Filippo Patroni Griffi (ex ministro alla Funzione Pubblica nel governo Monti).
Partiamo dai ministeri senza portafoglio. Il ministro alla Pubblica Amministrazione e all’Innovazione è Giampiero D’Alia, la delega agli Affari regionali andrà a Graziano Delrio, le Pari Opportunità, il Turismo e lo Sport andranno a Josefa Idem, la Coesione Territoriale a Carlo Trigilia, ministro per i Rapporti con il Parlamento e il coordinamento del lavoro dell’esecutivo sarà Dario Franceschini, alle Riforme Istituzionali andrà Gaetano Quagliariello, all’Integrazione la democratica di origine congolese Cecile Kyenge. L’unica conferma è quella per gli Affari Europei dove resterà il ministro del governo Monti, Enzo Moavero Milanesi.
I ministeri con portafoglio. Agli Interni Angelino Alfano (sarà anche vicepresidente del Consiglio), agli Esteri Emma Bonino, all’Economia Fabrizio Saccomanni, alla Giustizia Anna Maria Cancellieri, alla Difesa Mario Mauro, allo Sviluppo Flavio Zanonato, alle Infrastrutture e ai Trasporti Maurizio Lupi, all’Agricoltura Nunzia De Girolamo, all’Ambiente Andrea Orlando, al Lavoro e al Welfare Enrico Giovannini, all’Istruzione Maria Chiara Carrozza, ai Beni Culturali Massimo Brai e alla Salute Beatrice Lorenzin.
FABRIZIO SACCOMANNI (Economia e Finanze) – Nato a Roma nel 1942. Economista di fama internazionale, Saccomanni è il direttore generale della Banca d’Italia dal 2 ottobre 2006.. Ha lavorato per 5 anni al Fondo Monetario Internazionale. Laureato alla Bocconi, è supplente del governatore nel consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. Per tre anni (2003-2006) è stato vice presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo a Londra. Saccomanni, sul piano più strettamente umano, è noto anche per essere un personaggio molto pacato e che possiede il pregio di saper spiegare con parole estremamente semplici le dinamiche oltremodo complesse della finanza internazionale e dei mercati monetari.
ANGELINO ALFANO (Interni) – Il segretario del Pdl è nato ad Agrigento nel 1970. Laureato alla Cattolica di Milano, è avvocato e giornalista pubblicista dal 1989 avendo collaborato con numerose testate regionali e nazionali. Nel 1994 viene eletto consigliere provinciale nel collegio di Agrigento, svolge la funzione di Presidente della commissione affari generali ed è il coordinatore del “Polo delle Libertà” in consiglio. Nel 1996 è eletto deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, è il più giovane componente. Presiede il gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars dal 1998 al 2001. Nel 2001 è eletto deputato al Parlamento nella Sicilia occidentale, nella lista di Forza Italia. Nel febbraio del 2005 viene nominato coordinatore regionale di Forza Italia per la Sicilia, incarico dal quale si dimette il 7 maggio 2008. Viene, nello stesso anno, rieletto deputato con il Pdl. Il 7 maggio 2008 è nominato ministro della Giustizia. E’ il più giovane ministro della Giustizia nella storia della Repubblica. Eletto segretario politico del Pdl nel 2011 lascia l’incarico di Guardasigilli.
EMMA BONINO (Esteri) – Nata a Bra nel 1948, laureata alla Bocconi. Entra in politica giovanissima e nel 1976, a 28 anni, viene eletta alla Camera con il Partito Radicale. Tre anni dopo l’arrivo alla Camera, nel 1979, viene eletta al Parlamento europeo. Nel 1989 diviene presidente del Partito Radicale Transnazionale, carica che ricopre fino al 1993. Da sottolineare come nel 1991 la Camera dei Deputati italiana approva una mozione a sua prima firma che impegna il governo a impedire la proliferazione delle armi convenzionali e in particolare delle mine antiuomo. Nel 1993, anno in cui incontra per la prima volta il Dalai Lama, Bonino assume la carica di segretario del Partito Radicale, mentre nel 1994 è eletta in Parlamento con il Polo delle Libertà E’ invece del gennaio 1995 la nomina a Commissario europeo per gli aiuti umanitari, la politica dei consumatori e la pesca, su indicazione del governo guidato da Silvio Berlusconi. A distanza di due giorni dall’insediamento, vola nella ex Jugoslavia, denunciando l’impotenza dell’Europa e il disinteresse dell’Onu rispetto alla cronicizzazione della guerra nei Balcani e alla pulizia etnica in corso. Bonino lascerà l’incarico nel 1999. Nello stesso anno ha partecipato alle elezioni europee con una lista che portava il suo nome ottenendo l’8,5% dei voti e diventando la quarta forza politica nazionale. Risultato non replicato alle politiche del 2001. Tornerà in Parlamento nel 2006 quando si candiderà con la lista della Rosa nel Pugno, un partito nato dall’unione di Radicali Italiani e Socialisti Democratici Italiani. Lo stesso anno viene nominata ministro delle Politiche Europee e del Commercio internazionale del governo Prodi II. Capolista del Pd in Piemonte alle politiche del 2008, viene eletta al Senato di cui sarà vicepresidente. E’ invece del 2010 il tentativo di conquistare la Regione Lazio, ma è stata sconfitta dalla Polverini.
ANNA MARIA CANCELLIERI (GIUSTIZIA) – E’ nata a Roma nel 1943, già ministro dell’Interno nel governo Monti, è prefetto dal 1993. Nata in una famiglia di emigrati italiani in Libia, appena diplomata è entrata alla Presidenza del Consiglio grazie a un concorso. Nel 1972 è entrata nell’amministrazione del ministero dell’Interno. Giornalista pubblicista, è stata capoufficio stampa della prefettura di Milano e responsabile del progetto Efficienza, occasione in cui farà valere le sue capacità nel riorganizzare la macchina della Pubblica Amministrazione, intuendo anche le potenzialità dell’informatica. Viene nominata prefetto il 1 settembre 1993. Nel 1994 è commissario straordinario a Parma. E’ stata prefetto di Vicenza, Bergamo, Brescia, Catania, Genova, Parma e Bologna. A Bologna, in soli 20 giorni ottiene ciò che tre giunte non erano riuscite ad ottenere: lo sblocco dell’iter per la costruzione della metropolitana bolognese. A Catania si segnala per la gestione del delicato periodo che seguì l’uccisione dell’ispettore di polizia Filippo Raciti nel 2007. Dal 2010 al 2011 è stata nominata commissario prefettizio a Bologna dopo lo scandalo che travolse il sindaco Flavio Delbono, fino alle nuove elezioni. Dal 20 ottobre 2011 è stata nuovamente commissario prefettizio a Parma in seguito alle dimissioni del sindaco Pietro Vignali, ma è rimasta meno di un mese, fino alla nomina a Ministro dell’Interno il 16 novembre 2011. Nella storia della Repubblica Italiana è la seconda donna in assoluto, dopo Rosa Russo Iervolino, a ricevere la nomina di Guardasigilli.
FLAVIO ZANONATO (SVILUPPO ECONOMICO) – Cresciuto in una famiglia di “forti ispirazioni cattoliche”, Flavio Zanonato, sindaco di Padova, è nato nel 1950. Ha il diploma di perito industriale. Durante il periodo studentesco si avvicina al partito comunista. In breve tempo diventa consigliere comunale e segretario provinciale; la sua carriera proseguirà nella Capitale, dove a Botteghe Oscure diventerà direttore del settore immigrazione ed emigrazione. Vent’anni fa diventa per la prima volta sindaco di Padova, grazie a un accordo tra diverse forze politiche. Il secondo mandato arriva due anni dopo, nel 1995, quando invece viene eletto direttamente dai cittadini; quando nel 1999 si presenta di nuovo viene sconfitto al ballottaggio, Nello stesso periodo diventa vice presidente dell’Anci, con delega in materia di lavori pubblici, infrastrutture, urbanistica e catasto. Nel 2004 quando lo scontro si ripete: vince e torna alla guida di Padova. Incarico che ottiene di nuovo nel 2009, quando torna ad essere anche vice presidente dell’Anci.
Da ilfattoquotidiano.it del 27/04/2013.
L’ha ribloggato su voltcondut.
“Alfano all’Interno” mi ricorda uno di quegli adesivi tipo “Bebé a bordo”.
(Cit.) 😀