Alfano: verdetto contro il buon senso. Marina: tutto già scritto.
Le reazioni.
ROMA— «Una sentenza di una violenza mai vista e sentita prima, per cercare di eliminarmi dalla vita politica di questo paese ». Silvio Berlusconi affida ad una nota di una ventina di righe tutta la sua rabbia contro la sentenza di condanna. Ma, avverte, «resisterò alla persecuzione perché sono innocente». E non abbandonerà «la battaglia» per fare dell’Italia «un paese davvero libero e giusto». Nel Pdl, tutti in campo ad attaccare i giudici, con parole durissime sulla «fine della pacificazione», come dichiara il capo dei deputati Cicchitto che fanno temere per le ripercussioni sul governo, anche se il centrodestra continua a sostenere di voler tenere distinti vicende processuali ed esecutivo. In pista a difendere il padre anche i figli, Marina e Pier Silvio Berlusconi. Dal Pd solo un commento, «prendiamo atto della sentenza», ma grillini e Sel sparano a zero. «Berlusconi non deve più mettere piede in Parlamento », chiedono i 5Stelle. E per Vendola sarebbe «un atto di decoro» se l’ex premier abbandonasse a questo punto la scena politica.
Berlusconi si dichiara sorpreso sconvolto dalla sentenza. «Ero veramente convinto che mi assolvessero perchè nei fatti non c’era davvero nessuna possibilità di condannarmi». Una sentenza «incredibile» la definisce. Non è soltanto «una pagina di malagiustizia» ma è un’offesa «a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese». Angelino Alfano lo ha chiamato subito, per invitarlo a tenere duro, contro una sentenza che secondo il vicepremier è «contraria al comune senso di giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa ». Ma quella del segretario del Pdl è in fondo la reazione più morbida venuta dal centrodestra, scatenato contro la sentenza. Ecco il capo dei deputati pdl Brunetta che grida «all’atto eversivo» e chiede perfino un intervento di Napolitano, «non amo tirare per la giacchetta il Presidente della Repubblica, sta alla sua coscienza come primo magistrato d’Italia». E il presidente dei deputati Cicchitto: «Siamo al limite dell’atto eversivo e quindi del colpo di Stato». C’è Giuliano Ferrara che chiama alla mobilitazione di piazza, oggi a Roma in piazza Farnese, contro «il Tribunale speciale del comune sentimento del pudore, e la giustizia talebana di Milano ». Invita tutti quelli che sono contro il «moralismo che si fa ingiustizia penale», invito «esteso anche alle Olgettine». Scendono in campo pure i figli dell’ex premier. Prima Marina Berlusconi: «Non chiamiamola giustizia. Non chiamiamola sentenza». La condanna, sostiene la presidente della Mondadori, era scritta fin dall’inizio, «nel copione messo in scena dalla procura di Milano». Ma il tribunale, insiste la figlia del leader pdl, «è andato ancora più in là, superando le richieste dell’accusa e additando come spergiuri tutti i testi in contrasto con il suo teorema». Poi si fa sentire anche Pier Silvio Berlusconi. «In tutti questi anni, non ho mai commentato le tante ingiustizie subite da mio padre. Non è mio costume. Ma questa volta non posso tacere. E’ una condanna assurda». Perché quello di cui è stato condannato il padre «e lo dico con tanta rabbia e con le lacrime agli occhi, è quanto di più lontano e contrario dall’uomo che lui è».
Nel centrosinistra, il Pd non soffia sul fuoco e con una semplice nota si limita a «prendere atto» della condanna. «Come sempre, i democratici esprimono rispetto per le decisioni di qualunque segno siano che la magistratura prende nella propria autonomia». Ma il movimento 5Stelle non sente ragioni, e chiede al Cavaliere di sloggiare: prenda atto della sentenza e ne tragga le dovute conseguenze, «risparmiando al paese inutili barricate» .
Da La Repubblica del 25/06/2013.
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