DOPO LA DENUNCIA DEL “FATTO ” SONO SPARITI DAL DECRETO SVUOTA CARCERI I SALVACONDOTTI PER L’EX PREMIER E PER I MAFIOSI.
Non resta che l’amnistia. “Sarebbe un grosso aiuto”, ribadisce il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri: sarebbe “la via maestra, ma decide il Parlamento”, ha ripetuto nei giorni. Le ha dato man forte il ministro della Difesa Mario Mauro: “Per fare la riforma della giustizia ci vuole un provvedimento di amnistia”, ha detto al Corriere della Sera, auspicando (anche lui) una stagione di pacificazione e una via di fuga per il condannato Berlusconi. Quel che è certo è che il decreto svuota carceri non servirà più a salvare i soliti noti: dopo che alcuni deputati Cinque Stelle hanno denunciato sul Fatto Quotidiano salvacondotti per il Cavaliere e benefici per i mafiosi nella bozza del decreto, il testo – approvato ieri in Consiglio dei ministri – e’ infatti radicalmente cambiato .
Ecco come: sono sparite alcune delle norme piu’ discutibili, a partire dalla salva-mafiosi. Indipendentemente dall’età, i padrini avrebbero potuto scontare gli ultimi due anni di pena agli arresti domiciliari. Regalino scomparso. E infatti il Guardasigilli, ieri, ha potuto dichiarare che non si tratta di “mettere in libertà i mafiosi come ho letto su alcuni giornali”. Peccato che “nella bozza del dl il tentativo c’era eccome, e consideriamo una grande vittoria che i benefici per i mafiosi siano evaporati”, dice Francesca Businarolo del Movimento 5 Stelle. Si sono perse per strada anche la salva-Silvio e la salva-Fede: la prima prevedeva (per chi ha piu’ di 70 anni o piu’ di 60 se parzialmente inabilitato) la sospensione della pena a chi doveva scontare quattro anni di carcere (invece che tre). Dicono i maligni che questa norma sarebbe servita se Silvio Berlusconi fosse stato condannato, appunto, a quattro anni (o meno) nel processo Ruby. Ma vista la condanna a 7 anni, “oltre cheimbarazzante, il salvacondotto sarebbe stato pure inutile”, nota la deputata Giulia Sarti, anche lei, come la collega Businarolo, al lavoro nella commissione giustizia.
LA SALVA-FEDE prevedeva invece che potessero godere dei domiciliari tutti gli ultrasettantenni (tranne che i mafiosi), pure quelli condannati per reati connessi alla prostituzione minorile. Addio anche a questo passaggio: “E per fortuna. Si tratta di delitti talmente eclatanti che non si può stravolgere ancora una volta le leggi per salvare una persona sola. O due”, dicono soddisfatte le parlamentari pentastellate. Qualche modifica curiosa, nel decreto Cancellieri, è però rimasta: per esempio la norma drogatevi-tutti, quella secondo cui chi assume sostanze stupefacenti o psicotrope, anziché in carcere andrà a svolgere lavori di pubblica utilità. E poco importa se la droga viene presa dopo la condanna: serve comunque a evitare la galera. Ha resistito anche un invito indiretto all’evasione: “Quella dai domiciliari, anche reiterata, non basterà più per tornare in carcere, proprio come previsto nella bozza del decreto”, spiega la Sarti. Una modifica che farà piacere alle vittime di abusi vari è però stata inserita: stando alla bozza, certe categorie di delinquenti (per esempio il marito violento) avrebbero potuto scontare la pena agli arresti domiciliari, continuando dunque a perpetrare le molestie. Non e’ più così: adesso sarà il giudice a stabilire in che luogo assegnare i domiciliari per assicurare la tutela della persona offesa. Tra la bozza e il decreto approvato ieri, insomma, le differenze sono sostanziali. E le retromarce molto apprezzate, soprattutto dalle vere vittime.
Da Il Fatto Quotidiano del 27/06/2013.
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