LA PRATICA INCARDINATA IN GIUNTA AL SENATO. DOPO LA RIUNIONE DEL 9 LUGLIO CI SI RIAGGIORNA A SETTEMBRE.
L’iter è ufficialmente partito. E ora dipenderà tutto dalla tenuta del Pd in Giunta delle autorizzazioni del Senato se Silvio Berlusconi – al più tardi alla fine di ottobre – potrà essere dichiarato ineleggibile e di conseguenza, disarcionato dallo scranno di Palazzo Madama. Secondo Felice Casson, senatore Pd e componente della Giunta, “purtroppo i tempi di questa discussione non saranno brevi, ma potrebbe anche succedere che il voto della Giunta possa arrivare quasi in contemporanea con la sentenza della Corte di Cassazione sul processo Mediaset”. Le due cose, è noto, non sono in relazione, ma per il Senato la contemporaneità dell’evento sarebbe un modo per togliersi dall’impaccio di sottoscrivere con un voto l’uscita di scena del Cavaliere dai Palazzi della politica. Al momento, tuttavia, lo scenario appare prematuro. Più concreto è invece che ieri in Giunta del Senato il presidente, Dario Stefàno di Sel, ha assegnato, secondo il regolamento, il ruolo di relatore degli oltre 10 ricorsi contro l’eleggibilità di Berlusconi che sono stati presentati nella regione Molise, quella per cui ha optato, alla fine, il Cavaliere, al Pdl Andrea Augello. In realtà, altri ricorsi sono stati presentati anche in regioni diverse, ma il presidente le ha dovute dichiarare decadute proprio in virtù dell’opzione esercitata dal leader Pdl. Augello, dunque, tesserà la tela del procedimento. “Entro il 9 luglio, quando ci sarà la nuova riunione della Giunta – ci racconta – dovrò presentare l’istruttoria e fare la mia relazione sulla base dei ricorsi. Che, mi auguro, contengano qualche fatto nuovo relativo all’ineleggibilità di Berlusconi. Faccio notare che alla Camera la questione è stata già discussa nelle precedenti legislature e il risultato è sempre stato a favore del Cavaliere. Per esperienza personale di veterano di questo organismo, poi, posso dire che difficilmente le decisioni prescindono dai contenuti dei ricorsi che sono stati presentati ; se, insomma, dentro le carte troveremo sostanza, è chiaro che il voto della Giunta si orienterà in un senso preciso, altrimenti…”. Insomma, se i ricorsi si dovessero rivelare un bluff, Berlusconi avrebbe la strada spianata sia in Giunta che in aula, per farla franca (il voto finale dell’aula sarà a scrutinio segreto). Se, invece, sarà trovato qualche elemento di novità, allora a contare sarà la tenuta del Pd. Fatti i conti sulla composizione politica dell’organismo, se i voti dei democratici si saldassero con quelli dei grillini, molto agguerriti sul-l’argomento, il match sarebbe vinto da questa formazione per 14 voti a 8. Tuttavia, quando si ha a che fare con gli uomini del Nazareno, il condizionale è sempre d’obbligo . Basta aver visto cosa ha dichiarato ieri il dalemiano Matteo Orfini al Corriere: “L’ineleggibilità di Berlusconi non ha senso, io lo ritengo eleggibile, c’è una legge che viene interpretata così da vent’anni, dunque semmai si cambia la legge, non si può certo cambiare l’interpretazione”.
Detto questo, dopo il 9 luglio la Giunta si aggiornerà a settembre e ci vorrà ancora tempo perché si arrivi a un voto finale. “Non faccio previsioni – è parola di Casson – visto che quando si ha a che fare con l’ex premier ci sono sempre incognite”. È vero, infatti, che il senatore Berlusconi ha il diritto di portare una propria memoria difensiva, che in questi giorni stanno scrivendo i suoi avvocati a partire da Pietro Longo, e che riporterà proprio i precedenti casi discussi a suo tempo alla Camera e che sono sempre finiti “in una bolla di sapone”. Difficile attendersi sorprese. Ma, chissà…
Da Il Fatto Quotidiano del 27/06/2013
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