Piccolo e bianco, il drone vola sopra Istanbul e riprende la folla sottostante. Fino a che la polizia lo abbatte con una schioppettata, parodia della contraerea, e il volo è spezzato.
Il breve filmato (ripreso il giorno 11 di giugno in piazza Taksim) è un impeccabile documento della stupidità del potere. Se l’intenzione – si suppone – era impedire riprese indesiderate dei disordini in corso, l’abbattimento del drone, a sua volta ripreso da decine di altri occhi elettronici, ottiene l’effetto opposto: quelle immagini stanno facendo il giro del mondo, amplificando la sensazione che sotto quel drone si stesse dispiegando una ottusa brutalità repressiva. Vedere quell’occhio giocattolo cavato a forza dalla sua orbita è simbolicamente odioso tanto quanto vedere, come spesso capita, certe manone che oscurano certe telecamere. L’illusione (arcaica) che solo il potere possa osservarti, mentre tu non puoi osservare lui, non regge più politicamente né tecnologicamente. Il drone di Istanbul è la miniatura (alla portata di molti) dei fantasmagorici e costosissimi droni in dotazione agli eserciti. Vederlo abbattere è solo uno stimolo pubblicitario in più: subito ci si chiede dove si comperano, a Istanbul e non solo, quei bellissimi droni bianchi.
Da La Repubblica del 27/06/2013.
Reblogged this on .