Morsi in carcere, esplode la rivolta blindati ed elicotteri a piazza Tahrir.
IL CAIRO-SEMBRA di essere tornati indietro di due anni, alle rivolte del 2011. Nelle strade intorno alla piazza Tahrir sono arrivati fin dalla mattina i blindati dell’esercito. I soldati hanno preso posizione, e sono rimasti ad aspettare che cosa avrebbe portato la giornata. Gli elicotteri hanno cominciato a sorvolare il centro del Cairo subito dopo la preghiera di mezzogiorno. Da una parte i sostenitori del governo di transizione, dall’altra i Fratelli musulmani. Ancora una volta l’Egitto trattiene il respiro. La politica è fallita, decide di nuovo la strada. E ad Alessandria ci sono già i primi cinque morti.
IL CAPO di stato maggiore dell’esercito e ministro della difesa Al Sissi ha chiesto appoggio agli egiziani per dimostrare con una grande manifestazione di massa che i militari hanno mandato per «procedere contro la violenza e il potenziale terrorismo».
I militari hanno dato agli islamisti 48 ore di tempo per collaborare con il governo ad interim ad un processo politico di riconciliazione oppure di preparasi a una dura reazione. Ma i Fratelli musulmani, finora, hanno rifiutato tutti gli inviti al dialogo. Il loro capo Mohammed Badie, su cui pende un mandato di cattura, ha chiesto «al degno popolo
egiziano di difendere pacificamente la libertà e la legittimità contro un colpo di Stato sanguinoso».
Morsi non è stato visto in pubblico dopo la sua deposizione e l’esercito aveva detto che era tenuto sotto sorveglianza per salvaguardare la sua sicurezza personale. Ma ieri è trapelato che Morsi sarà tenuto per 15 giorni sotto custodia cautelare dopo che un giudice ha aperto un’inchiesta contro di lui per una serie di reati, il più grave dei quali è aver complottato con i palestinesi
di Hamas per commettere atti ostili sul territorio egiziano, come l’assalto a commissariati di polizia e carceri, e la distruzione del penitenziario di Wadi al Natroun da cui era fuggito lo stesso Morsi nel 2011. Durante queste azioni erano stati uccisi dei soldati e sequestrati poliziotti e ufficiali.
La sera è affollata a Nasr City dove qualche centinaio di persone restano tutta la giornata nella tende, senza bere e senza mangiare perché siamo nel mese di ramadan. Intorno ci sono cartelli dov’è scritto: “Avvocati per Morsi” “Medici per Morsi” “Giornalisti per Morsi” e perfino “Laici per Morsi” — un ossimoro, parrebbe; anche se è vero che i generali stanno perdendo qualche simpatia anche tra coloro che avevano applaudito la deposizione del presidente
islamista. Per esempio non solo il partito salafista Hizb al Nur, ma anche il movimento 6 aprile, laico, non hanno partecipato oggi alla manifestazione.
L’esercito non ha bisogno di un mandato per proteggere il popolo, è questo il suo compito per legge, scrive il movimento 6 aprile su Facebook. Teme che la manifestazione possa solo provocare un ulteriore inasprimento della crisi perché entrambe le parti vogliono dimostrare con le proteste di strada di rappresentare ognuna la vera volontà popolare. E’ un timore condiviso dall’Occidente. Per segnalare la sua disapprovazione il presidente Obama ha bloccato personalmente l’invio di quattro F16 alle Forze armate egiziane. L’Egitto riceve dagli Stati Uniti 1,5 miliardi di dollari l’anno in aiuti militari.
La stampa egiziana è tutta a favore dei militari (le tv islamiste sono state sospese). Ieri la tv di Stato ha mandato in onda immagini delle celebrazioni che scoppiarono quando al Sissi enunciò la deposizione di Morsi, Il giorno della liberazione dall’occupazione della Fratellanza, lo ha chiamato. Morsi aveva perso molti consensi anche di chi l’aveva votato perché si era dimostrato del tutto incompetente per il suo compito e sembrava preoccuparsi solo di occupare tutti i posti possibili per i Fratelli musulmani. Al Sissi ha nominato un governo ad interim con il compito di preparare nuove elezioni entro sei mesi che dovranno essere seguite da nuove elezioni per la presidenza.
Da La Repubblica del 27/07/2013.
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