Bersani: piccole intese difficili. Renzi: lavoro per il congresso
Il Partito Democratico.
ROMA— «Il Pd non ha paura delle elezioni». Epifani sgombra il campo dall’equivoco che i Democratici vogliano rappattumare la situazione politica e, come già con il governo Monti e di nuovo adesso, siano disposti a tutto pur di non andare al voto. Ma il segretario sa altrettanto bene che il paese non può permettersi salti nel buio. I colloqui sia con Enrico Letta che con il presidente Napolitano hanno affrontato proprio questo punto: il senso di responsabilità che il centrosinistra deve avere. E quindi, intervistato da Lucia Annunziata su
Raitre, il segretario democratico indica una strada maestra: «Il Pd, alla condizione di oggi, è favorevole a un governo che abbia due priorità: la legge di stabilità e la legge elettorale ». Si riparte da qui. Però dà anche l’altolà a «governicchi». In pratica, se c’è la possibilità di un «governo di servizio» bene, altrimenti «la parola torna ai cittadini, il Pd è pronto a tutto».
Non sono ancora stati convocati, ma già domani potrebbero esserci riunioni dei gruppi parlamentari e poi della direzione. L’unità del partito nel momento dell’emergenza non oscura però le distinzioni. Bersani ad esempio, spinge per un chiarimento e un esecutivo brevissimo, che faccia chiarezza e porti rapidamente alle urne. Meglio il voto che nuove pastoie. «Come si sa ho sempre considerato irrealistico un governo con il Pdl ricorda l’ex segretario – Poi è diventato necessario ma è rimasto irrealistico. Adesso quel che c’è da fare dovremo vederlo con Letta, che ci ha rappresentati al meglio in un frangente molto difficile». Tuttavia, il leader democratico che si dimise per non fare le larghe intese, è scettico sulla possibilità di “piccole intese” con transfughi del Pdl. Avverte del rischio di nuovi trabocchetti, di una fiducia per finta. Forse Letta farebbe meglio a dimettersi? Bersani non si spinge a dare suggerimenti, ieri festeggia anche lui, come Berlusconi, il compleanno, 62 anni. Se i “governisti”, i lettiani, Areadem la corrente del ministro Franceschini sperano ancora che si possa costruire un esecutivo che vada fino al 2015, e gestisca il semestre italiano di presidenza Ue, i bersaniani non ci stanno.
Neppure Matteo Renzi pensa che si possa andare avanti a lungo. Teme «maggioranze fragili», e sta alla finestra: «Lavoro per il congresso». L’8 dicembre infatti il Pd ha fissato le primarie per eleggere il nuovo segretario. Il “rottamatore”, che è il candidato super favorito, non vuole sentire parlare di rinvii. Epifani l’ha rassicurato ancora l’altro giorno. «Confermo quel percorso assicura il segretario in tv – e comunque se ci fossero cambiamenti, li decideremo tutti insieme anche con i renziani».
Per Renzi le elezioni dovrebbero tenersi a marzo. Gianni Cuperlo, l’anti Renzi, dà a sua volta l’alt all’esperienza della grande coalizione: «Basta con
gli irresponsabili, il capo della destra ha scelto una strategia opposta al bene del paese ed è ovvio interrompere ogni interlocuzione con chi calpesta regole, istituzioni, principi». L’ipotesi del governo di scopo è la più gettonata quindi tra i Democratici. Con poche eccezioni. Beppe Fioroni, leader dei Popolari, è convinto che «Letta possa andare avanti con un nuovo progetto con riformisti e moderati».
Da La Repubblica del 30/09/2013.
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