L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti passa il giro di boa del voto dell’aula di Montecitorio. Alla fine di una seduta snervante, il ddl è stato approvato con 288 si, i no 115, gli astenuti 7. A votare a favore Pd, Pdl, Scelta civica e la Lega. Fratelli d’Italia si è astenuta. M5s e Sel hanno votato contro. Il testo passa ora, per la seconda lettura, al Senato, dove però sono già molti a sospettare che l’iter del ddl subirà un rallentamento, anche se l’accordo di maggioranza trovato sul testo dovrebbe tenere. Nel provvedimento è previsto che l’abolizione del finanziamento pubblico diretto non partirà da subito, ma sarà progressiva: le percentuali annue della riduzione sono pari al 40% nel 2014, al 50% nel 2015 e al 60% nel 2016, mentre, per il 2017, è prevista la definitiva cessazione dell’intervento, che oggi è di 91 milioni di euro annui. La novità più rilevante del testo, arrivata dopo un lungo braccio di ferro tra Pd e Pdl che alla fine ha portato a un’intesa, è il tetto alle erogazioni liberali e alle fideiussioni dei privati: per le persone fisiche dovrà essere di 300 mila euro all’anno, per associazioni, società e fondazioni di 200 mila euro. Un’altra delle novità sarà la possibilità di fare donazioni via sms, esenti da Iva. Il provvedimento ha trovato fortemente contrario il M5S che ha parlato di “una presa in giro sfacciata e colossale e che consegna ufficialmente la politica nelle mani dei grandi potentati economici, delle lobby e persino delle associazioni criminali a caccia di canali di riciclaggio del denaro sporco”. Critica anche Sel: “Doveva essere impedito alle società partecipate – ha spiegato Sergio Boccadutri – di finanziare le fondazioni politiche, oppure alle società con sede all’estero di finanziare la politica italiana”.
Da Il Fatto Quotidiano del 17/10/2013.
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