Coppi: tramontata l’ipotesi di richiesta della grazia
Lo scontro.
ROMA— Più che una preoccupazione, ormai è una certezza, anche se tutto il Pd tiene il punto e smentisce. Il voto sulla decadenza di Berlusconi — in calendario al Senato per mercoledì 27 agosto — è destinato a slittare a dicembre. Complice un allungamento dei tempi prima in commissione e poi in aula della legge di stabilità. Ma soprattutto complice, ma meglio sarebbe dire principale protagonista, tutto il Pdl, lealista o alfaniano che sia. In un equilibrio assai difficile tra la voglia di salvare il governo e al contempo di evitare la decadenza dell’ex premier, pure Alfano si spende per il suo tuttora leader e vanta da sé i meriti del suo gruppo: «Se da settembre sulla decadenza siamo arrivati a novembre non è merito dei falchi. Noi continuiamo a sostenere che Berlusconi sia vittima di un’ingiustizia». Affermazione che fa pensare — comunque vada la partita del fine settimana in casa Pdl — che anche il suo gruppo farà di tutto per evitare un voto che toglierà a Berlusconi lo scudo della protezione parlamentare e lo esporrà, come qualsiasi altro cittadino, anche al rischio di un possibile arresto.
Tant’è. S’innesta qui il tam tam del rinvio del voto. È l’argomento più gettonato al Senato. Una legge di stabilità che sfora i tempi, dal 18 al 22 s’era detto, e “si mangia” anche il 27, soprattutto per via di decreti in scadenza. Il Pd punta i piedi e nega con forza questo scenario. Ecco Dario Franceschini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, dire che «il voto ci sarà il 27». Poi Danilo Leva, responsabile Giustizia dei Dem, affermare che «non è pensabile alcuna ipotesi di slittamento » e consigliare al Pdl di «non cercare alibi». Il capogruppo al Senato Luigi Zanda è perentorio: «Escludo nel modo più assoluto che il voto possa slittare. Finora il Senato ha osservato in modo meticoloso termini e procedure, senza mai affrettare la decadenza in modo persecutorio, ma senza permettere rinvii ingiustificati. Il voto finale sulla stabilità è previsto per il 22.
È un termine che precede di ben 5 giorni e 5 notti la data del 27 in cui verrà votata la decadenza». È il preannuncio di un forcing notturno. Perentorio Felice Casson, battagliero protagonista della battaglia nella giunta per le Immunità: «Se il Pdl mette in atto dei tranelli, noi siamo pronti a votare per la decadenza anche nel bel mezzo della discussione sulla stabilità». Toni recisi. Ma il Pdl potrebbe paralizzare i lavori dell’aula facendo saltare il numero legale. Il presidente della giunta per Elezioni Dario Stefàno di Sel fa una battuta: «Tutto dipende dal Pd, noi abbiamo fatto il nostro lavoro, vedremo ora se l’aula rispetterà i tempi stringenti imposti dalla legge».
Già, la legge Severino. Su cui il Consiglio di Stato ha appena pronunciato un’ennesima sentenza importante — la 522 del 29 ottobre sul caso di un consigliere regionale lucano — nella quale si ribadisce che la norma non presenta alcuna questione di incostituzionalità sul piano della retroattività. Come invece sostiene Berlusconi nel ricorso alla Corte dei diritti umani di Strasburgo.
Quindi la decadenza tiene fuori dalle istituzioni per inidoneità morale chi ha subito una condanna grave. È il caso del Cavaliere, 4 anni per frode fiscale, di cui 3 coperti dall’indulto del 2006. Ne resta uno da scontare. E sarà scontato in affidamento ai servizi sociali perché Berlusconi ha deciso definitivamente, come conferma il suo legale Franco Coppi, che «non chiederà la grazia». Di più, Coppi dice che la grazia «è una cosa tramontata da tempo».
Checché ne dicano al Csm, la sentenza del processo Mediaset è più che «definitiva». Quindi va applicata «immediatamente» (lo dice la legge). Invece, a fine novembre, saranno passati 120 giorni dal giorno della sentenza, il primo agosto. Al Csm, nella pratica per trasferimento d’ufficio per la famosa intervista del presidente del collegio Mediaset Antonio Esposito al Mattino, si parla di un processo «non ancora definito». Una formula che sarebbe potuta servire all’ex premier in chiave anti-decadenza ma che viene cancellata e sostituita. Esposito per ora non viene sanzionato, il processo è chiuso, ma la decadenza rischia di andare in aula a dicembre.
Da La Repubblica del 14/11/2013
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