LO ZAR IN VISITA DA FRANCESCO, DA PRODI E A CENA DA BERLUSCONI. CONTESTAZIONE PRO PUSSY RIOT: “LA RIVOLTA È FICA”.
E alla fine si fece molto tardi per la cena a Palazzo Grazioli con “menu strettamente patriottico” come promesso da Berlusconi. L’arrivo di Vladimir Putin a Roma è segnato dai ritardi, di 50 minuti slitta l’incontro con papa Francesco, di un’ora quello privato con Romano Prodi, che inevitabilmente fa scivolare il saluto al Quirinale con Napolitano. Cinque aerei e 50 macchine di scorta per lo zar Vladimir e per undici tra dignitari e ministri della corte russa. In Vaticano il colloquio con Francesco nella sala della biblioteca dell’appartamento papale, dura 35 minuti, dopo lo scambio dei doni, per Putin un mosaico che raffigura i giardini vaticani, per il Santo Padre una icona della Madonna di Vladimir veneratissima in Russia. Si è parlato a lungo di Siria e dei rapporti con la chiesa russa ortodossa, ma non si è fatto cenno all’ipotesi di una visita del Papa a Mosca. “È stata prestata speciale attenzione al perseguimento della pace nel Medio Oriente e alla grave situazione in Siria – riferisce una nota vaticana al termine del colloquio – in riferimento alla quale il presidente Putin ha espresso ringraziamento per la lettera indirizzatagli dal Santo Padre in occasione del G20 di Sanpietroburgo” . Dopo l’incontro in Vaticano, una veloce visita a Romano Prodi per discutere di immigrazione in vista del G8 di Soci del prossimo giugno, durante la presidenza russa: lo ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Un tema, ha sottolineato il leader del Cremlino, “molto importante per la Russia, l’Europa e l’Italia”.
FUORI DALL’HOTEL dove si è svolto il colloquio, ad attendere Putin c’erano simpatiche ragazze che chiedevano la liberazione delle “Pussy riot”. Striscione inequivocabile: “Sputiamo su Putin, la rivolta è Fica. Free Pussy riot”. Lo zar le ha viste e ha sorriso prima che il suo corteo regale si arrampicasse sul Colle più alto per un incontro con Napolitano. Visite lampo, a Roma, perché la vera partita Russia-Italia si gioca oggi a Trieste. Città blindata e centro zona rossa. Con Enrico Letta e i ministri italiani convenuti al summit, Putin e l’ampia delegazione russa parleranno di affari: gas ed energia, investimenti in Italia, acquisto di aziende. Nel mirino anche Alitalia e Ilva, come annunciato dal presidente Pd della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, che ha invitato i russi “a valutare un investimento nella siderurgia italiana”, facendo ampi riferimenti a Taranto. Per questa mattina a Trieste sono previste proteste e manifestazioni di una larga rete di sindacati e associazione, dalla Cgil alle varie sigle che si battono per i diritti dei gay. Lo slogan è “Putin a Trieste sos Russia”. Gruppi di manifestanti, ma questa volta radicali, anche davanti Palazzo Grazioli, dove in tarda serata Putin ha potuto ricongiungersi col suo vecchio compagno di bisbocce Silvio Berlusconi. Passati i bei tempi delle nottate nella dacia di Mosca, relegato al triste ruolo di ricordo dei bei tempi andati il “lettone” regalato da Putin, a ricevere lo zar un Cavaliere immusonito dalla decadenza. Non c’era il “musicante” Apicella e neppure il cuoco Michele a preparare tris di pasta tricolori, solo il cane Dudù e tanta mestizia. In mattinata il Cavaliere, durante la sua conferenza stampa antidecadenza, aveva respinto i rumors su eventuali passaporti diplomatici offerti dall’amico Putin. “Né dalla Russia, né da altri Paesi, né io l’ho cercato. In Italia ho tutto, tutta la mia vita non vedo perché dovrei andarmene”.
Da Il Fatto Quotidiano del 26/11/2013.
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