SACCOMANI RIVUOLE GLI SCATTI DI ANZIANITÀ: 150 EURO IN MENO AL MESE M5S E PD PROTESTANO. IL MINISTRO CARROZZA: FERMATEVI. IL MEF: ATTO DOVUTO.
Idocenti devono restituire i soldi allo Stato, 150 euro al mese. Nonostante le proteste e la evidente ingiustizia della norma, il Ministero non sente ragioni. “Si tratta di un atto dovuto” spiega il Mef. Punto e basta. Quei soldi devono tornare indietro, anche se chi li ha ricevuto li attendeva da anni e ne aveva tutto il diritto. Se poi, spiegano gli uomini di Saccomanni, il ministro Carrozza trova risorse nel suo ministero, bene.
Nella scuola sembra ormai vivere la poetica di Ungaretti: “Si sta come d’autunno, sugli alberi le foglie”. In attesa di una disgrazia imminente, di una sciagura che, generalmente, è sempre la penultima, aspettando la successiva. La vicenda degli scatti di anziantà, pagati con anni di ritardo e ora richiesti indietro, fa parte di questa categoria.
STIAMO PARLANDO degli insegnanti che pensavano di essere finalmente usciti dal tunnel del congelamento degli aumenti di stipendio deciso nel 2010 dal governo Berlusconi. Il blocco era stato imposto fino alla fine del 2012 e per tre anni solari le buste paga degli insegnanti sono rimaste al palo. Nel 2013, invece, è arrivato un po’ di sole. Ad aprile e settembre i docenti interessati, alcune migliaia, si sono visti accreditare gli scatti dovuti contrattualmente e a cui erano stati costretti a rinunciare. Ma, appunto, si sta come d’autunno…
Lo scorso settembre il governo Letta ha deciso, con il decreto 122, di prorogare il “blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti”. Nessuno, allora, ha pensato che tale misura potesse avere effetti sull’anno appena trascorso. Ci ha pensato lo scorso 27 dicembre, il ministero dell’Economia e Finanze che ha diramato una nota per stabilire che l’applicazione della norma impone la restituzione degli aumenti già percepiti “con recupero a decorrere dalla mensilità di gennaio 2014 con rate mensili di euro 150 lorde fino a concorrenza del debito”.
Come ha spiegato la Flc-Cgil, questo significa che chi ha avuto scatti con decorrenza da gennaio 2013 e si è visto attribuire gli arretrati ad aprile, “dovrà restituire i soldi percepiti in più nell’anno 2013”. Chi invece ha avuto lo scatto da settembre 2013 dovrà restituire i soldi avuti in più da settembre ma si vedrà retrocesso come posizione e dovrà attendere settembre 2014 per rivedere lo scatto. Beffa doppia per chi aveva programmato il pensionamento da settembre 2014, cioè una volta maturato lo scatto. “Questi lavoratori – spiega la Flc Cgil – qualora rientrino nel secondo caso dovranno rimanere un altro anno per poter vantare, sia sul trattamento pensionistico che sulla buonuscita, lo scatto tanto agognato”. Netta la protesta dei Cobas, che avevano denunciato per primi il rischio della restituzione dei soldi e che hanno indetto un presidio al ministero per venerdì 17 gennaio. I sindacati di base battono da tempo sul problema delle retribuzioni nella scuola e in una tabella hanno calcolato l’andamento del potere di acquisto di insegnanti e Ata (gli assistenti ausiliari) negli ultimi venti anni. Ne risulta che dal 1990 a oggi, i maestri elementari hanno avuto una diminuzione, in termini reali, del 22 per cento, gli insegnanti una diminuzione di 7-8 mila euro l’anno (25-29 per cento) e gli Ata un arretramento del 32,7 per cento (- 6.700 euro l’anno).
I PRIMI A DENUNCIARE la “beffa” degli scatti da restituire sono stati i Cinque Stelle con una presa di posizione del parlamentare Luigi Gallo rilanciata dallo stesso Beppe Grillo sul sito nazionale. Dopo alcuni giorni di silenzio, ieri anche il Pd si è accorto della vicenda e con il nuovo responsabile Scuola nominato da Renzi, Davide Faraone, ha parlato di “assurdità” e di “danno che si aggiunge alla beffa”. In serata, poi, intervenendo a Otto e 1/2, è stato lo stesso Renzi a prendere le difese degli insegnanti chiedendo a Saccomanni di risolvere la vicenda.
Nel pomeriggio, invece, si era mossa direttamente la ministra, Maria Grazia Carrozza, che ha deciso di scrivere una lettera al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, per chiedere la sospensione della procedura di recupero degli “scatti” stipendiali per il 2013. Il Mef, però, ha risposto con una nota gelida e burocratica: “Si tratta di un atto dovuto” perché il Decreto 122 “ha esteso il blocco degli scatti a tutto il 2013 e dunque queste somme vanno recuperate”. Poi, un’apertura che sembra una minaccia: “Se il ministro Carrozza – continua la nota – all’interno del suo dicastero riesce a individuare economie, razionalizzazioni di spesa che consentono di recuperare una cifra sufficiente da utilizzare per il pagamento dello scatto in questione ovviamente questo si farà”.
Solo che il ministro, da ieri, deve fronteggiare anche il nodo dei 27 mila posti da insegnante di sostegno che il Mef si rifiuta di stabilizzare. Nella scuola italiana, come si vede, ogni disgrazia è solo la penultima.
Da Il Fatto Quotidiano del 08/01/2014.
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