MANIFESTAZIONI PACIFICHE IERI DALLA VALSUSA A MILANO RIFLETTENDO SU RENZI: “PER NOI NON CAMBIERÀ NULLA”.
Una tranquilla giornata di manifestazioni No Tav. Cortei e iniziative contro il tunnel per l’Alta velocità Torino-Lione si sono svolte in Valsusa, ma anche a Torino e in una quarantina di città italiane. In Valsusa, oltre mille abitanti che si definiscono “la valle che resiste” hanno marciato dalla stazione ferroviaria di Chiomonte fino alla centrale idroelettrica, dove iniziano le reti del cantiere Tav.
Marcia pacifica, organizzata in solidarietà con quattro persone in carcere dal 9 dicembre, arrestate con l’accusa di “terrorismo” e detenute in regime di massima sicurezza, con l’accusa di aver partecipato all’assalto al cantiere avvenuto la notte del 13 maggio 2013, quando una ventina di persone incappucciate riuscì a dar fuoco a un compressore all’interno del cantiere.
IERI ALLA MANIFESTAZIONE in Valsusa hanno partecipato tutte le anime del movimento: famiglie, militanti, amministratori locali. Sandro Plano, presidente della comunità montana della Valsusa, era come sempre in prima fila: “Renzi è sembrato, in passato, critico all’Alta velocità, ma credo che questo nuovo governo non cambierà nulla”. Dello stesso avviso Marco Scibona, il senatore M5S eletto a Bussoleno: “La conferma di Maurizio Lupi al ministero delle Infrastrutture e trasporti è la prova della continuità”.
Il movimento No Tav ha risposto in maniera netta a chi, nei giorni scorsi, ha tentato una “chiamata alle armi”, mandando ai giornali un proclama firmato Noa (Nuclei Operativi Armati) in cui si propone al movimento il passaggio alla lotta armata e si indicano quattro persone nei confronti delle quali eseguire una sentenza di “condanna a morte”. Una decina di militanti, riferimento delle varie anime che compongono il movimento No Tav in Valsusa, ha risposto con una lettera dal titolo “Condannateci tutti”, che volutamente richiama l’“Ammazzateci tutti” dei ragazzi calabresi anti-’ndrangheta. “A chi vi state rivolgendo?”, hanno chiesto i dieci. “Il movimento No Tav non ha orecchie per ascoltare questo genere di provocazioni. Il movimento è da sempre non violento e ha dimostrato di essere talmente forte da non aver bisogno di armi: abbiamo già dalla nostra la forza della ragione. E siamo tanti, sempre di più. Credo che siate fuori strada. Oppure la vostra strada è stata indicata, come al solito, da chi vuole criminalizzarci: il vostro vero obiettivo siamo noi. Ma il giochetto non funziona più, è vecchio ormai. Cercate dei facili obiettivi? E perché allora mettere di mezzo persone importanti che hanno anche la scorta? E che poi magari si spaventano davvero? Dovreste cominciare col colpire noi, siamo No Tav e quindi obiettivi facilissimi. Niente scorta, qualcuno di noi non ha nemmeno più l’auto”.
CONTEMPORANEAMENTE al corteo in Valsusa, a Torino alcune migliaia di persone hanno manifestano pacificamente dopo essersi dati appuntamento in sei presìdi tematici in diversi punti della città. Lo striscione che apriva il corteo chiedeva la liberazione dei quattro attivisti arrestati.
A Milano, il corteo era aperto dallo striscione con la scritta “Terrorista è chi devasta e saccheggia i territori”. Un migliaio di militanti No Tav ha raggiunto il carcere di San Vittore, dopo aver scritto slogan anti Tav e anti Expo sui muri della città. Alcuni innalzavano cartelli con la scritta: “Dissento ma non sono un terrorista”. Imbrattate diverse vetrine, spray e cavi tagliati per alcune alcune telecamere di sicurezza.
Da Il Fatto Quotidiano del 23/02/2014.
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