Can che abbaia non morde. E, qui, ad abbaiare è una torma di cani. Ma uno solo, la Russia, ringhia e ha i denti per azzannare. Gli altri, Onu, Usa, Nato, Ue, latrano. E l’Ucraina guaisce: “La Russia ci dichiara guerra”, l’Orso ci sbrana. La diplomazia internazionale pare disarmata dopo le mosse russe in Crimea; e sembra persina colta di sorpresa, come se la crisi ucraina non si fosse trascinata per 75 giorni, prima dell’epilogo che, inevitabilmente, preludeva al braccio di ferro con Mosca. “Pericolo di guerra”, urlano i titoli di stampa americani, mentre il segretario di Stato Usa Kerry prevede un impatto “profondo” sui rapporti tra Russia e Occidente e vuole “isolare” Mosca, colpevole di “un atto di aggressione incredibile”.
La diplomazia sciorina una riunione straordinaria a New York del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, una riunione straordinaria, a Bruxelles, del Consiglio atlantico; e, oggi, ancora a Bruxelles, un’altra riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dei 28 della Ue, dopo la visita a Kiev della presidenza di turno greca. C’è pure il ministro degli esteri britannico Hague.
ANCHE L’ITALIA si muove: ieri vertice a Palazzo Chigi tra il premier Renzi e le ministre degli Esteri Mogherini e della Difesa Pinotti. Poi telefonata di Renzi al presidente Napolitano e al duo Merkel-Hollande. Nota da Palazzo Chigi: “Il governo italiano si associa alle richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l’Italia inaccettabili”. Più che gli sfoggi della diplomazia multilaterale, colpiscono i 90 minuti di telefonata tra i presidenti Usa Obama e russo Putin: 90 minuti di totale disaccordo, riferiscono le fonti della Casa Bianca. E Obama finisce sotto il tiro dei repubblicani perché Putin lo gabba sempre. La diplomazia non ha frecce al suo arco: l’Onu denuncia la violazione della Carta e testimonia solidarietà a Kiev; la Nato accusa Mosca di minacciare la pace e la sicurezza. Un intervento militare in Ucraina non è però ipotizzabile. I passi diplomatici sono dimostrativi: Londra, Parigi e altri boicottano la preparazione del G20 di Sochi; gli Usa intendono disertare il vertice a giugno ed escludere la Russia dal G8; Ottawa richiama l’ambasciatore. Mosse che fanno il solletico a Putin e aizzano il nazionalismo russo. L’Europa è frenata dai timori energetici: dall’Ucraina transita buona parte del gas russo per l’Ue. E l’Ucraina per stare in piedi ha bisogno di una valanga di aiuti che i 28 non possono e non vogliono dare, mentre il Cremlino li aveva promessi al regime amico. Il più lucido è Papa Francesco: “Sostenere ogni tentativo di dialogo”. Parlare, invece di abbaiare.
Da Il Fatto Quotidiano del 03/03/2014.
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