L’esperienza insegna: i prossimi parlamentari europei a Cinque Stelle dovranno sottoscrivere un impegno formale al versamento di 250 mila euro (da devolvere poi in beneficenza) se una volta sfiduciati dagli attivisti del territorio, rifiutassero poi le dimissioni. Un po’ clausola anti-tradimento, un po’ guinzaglio corto per chi sarà eletto a Strasburgo, che di fatto rappresenta l’unica, vera tagliola che Beppe Grillo ha deciso di imporre nella nuova cernita di “cittadini” da inviare nel cuore dell’Europa.
Per il resto, le regole che ieri il leader stellato ha postato on li-ne sul suo blog consentono un’ampia platea di candidabili, con apertura al doppio turno e inserimento in lista in ordine alfabetico. Regole insindacabili , sulla cui applicazione vigilerà Grillo con uno staff di “iscritti al Movimento”, ma di certo ne faranno parte alcuni deputati e senatori molto vicini al leader (tra gli altri Roberta Lombardi, Vito Crimi, Roberto Fico, Luigi Di Maio, Riccardo Nuti e Alessio Villarosa) oltre allo staff della comunicazione.
IL CANDIDATO TIPO del nuovo corso è uno che si è iscritto al Movimento tra il 31 dicembre 2012 al giugno 2013, non ha carichi pendenti, non è stato “diffidato” dall’utilizzo del simbolo ed è riconosciuto dalla base come un attivista. Con queste credenziali, i candidati potranno presentarsi e verranno votati due volte sul web; in entrambe le occasioni si potrà votare per tre nomi. Dopo il primo turno, accederà alle liste solo chi, nelle cinque circoscrizioni elettorali, avrà conseguito il maggior numero di preferenze personali. I migliori secondi si giocheranno i rimanenti posti in una sorta di ballottaggio che sarà gestito direttamente da Grillo e il suo staff elettorale.
Una volta eletti (Grillo conta di superare il 20 per cento nella tornata del 25 maggio), i neo parlamentari europei dovranno rispettare un codice di comportamento simile ma non uguale a quello sottoscritto dai parlamentari a 5 Stelle che sono stati eletti alla Camera e in Senato. Perché a differenza degli attuali transfughi o espulsi dal Movimento, ai grillini europei non sarà concesso di potersi associare a gruppi politici già esistenti; insomma, nessuna alleanza, un po’ come oggi nel Parlamento italiano, ma stavolta codificato. Solo Grillo potrà stabilire se e quando lavorare per la costituzione di un nuovo gruppo: “Laddove si manifestasse la possibilità di costituire in seno al Parlamento europeo, un gruppo politico con deputati di altri Paesi europei che condividano i valori fondamentali del MoVimento 5 Stelle – si legge sulle regole postate sul blog – verrà fatto su proposta di Beppe Grillo, in qualità di capo politico del M5S, e ratificata tramite votazione in Rete da parte degli iscritti al M5S”.
GESTIONE CENTRALIZZATA
anche per quanto riguarda la comunicazione. Si legge nel decalogo: “Ogni deputato si impegna a scegliere e designare due degli assistenti di propria competenza fra i soggetti indicati come componenti del gruppo di comunicazione M5S da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio”.
Basteranno comunque 500 attivisti “certificati” a decretare l’eventuale espulsione dal gruppo che, comunque, dovrà essere approvata dalla Rete.
Da Il Fatto Quotidiano del 27/03/2014.
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