IL GIORNO DOPO IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEGLI 80 EURO IN BUSTA PAGA, BERLUSCONI SI AFFACCIA AL TG5 PER RIPETERE IL SUO MARTIRIO: “ANDRÒ A FARE I SERVIZI SOCIALI”.
Ci sono un paio di differenze cromatiche: i capelli a tinta unica e l’abito più scuro. Il contorno è un classico: la libreria con i testi sigillati ermeticamente (all’epoca erano finti), i quadretti di famiglia per bloccare il tempo (e la nostalgia), il raggio di luce che langue in retrovia per non evidenziare l’effetto cerone. Il messaggio pasquale di Silvio Berlusconi, microfoni e telecamere Mediaset (inviato del Tg5), è il solito messaggio senza intuizioni, senza strappi, senza guizzi. Tranne quel passaggio sui magistrati, studiato con virgole e aggettivi inclusi per non finire in gattabuia: “In questi vent’anni sono sempre stato candidato alle europee, questa volta sono stato colpito da un’ingiustizia enorme, una sentenza mostruosa: frode fiscale, io che sono il primo contribuente italiano. Ma ho assoluta fiducia che la Corte dei diritti per l’uomo l’annullerà”.
Il consigliere Giovanni Toti, che sta per approntare una strategia comunicativa per invadere televisioni e giornali, non vuole che il Capo sia un pregiudicato rassegnato, che non dia la sensazione di sconfitta, di accettazione di un tramonto non più rinviabile: “Cosa deve dire, sono colpevole? Dai, non scherziamo: è un uomo innocente che deve insistere con la sua innocenza, ma non vuole sottrarsi agli obblighi dei servizi sociali”. E proprio imbeccato da Toti, che deve resuscitare un partito affossato sotto il 20 per cento nei sondaggi, l’ex Cavaliere ripete la parabola del buon signore brianzolo che, pur credendosi immune al trascorrere degli anni, s’è sempre occupato e preoccupato degli anziani: “Ci andavo con mia mamma per portare un aiuto concreto. Lo farò con piacere”. Il Tg5 doveva lanciare la volata mediatica, ma Berlusconi, che non vuole apparire euroscettico e neanche europeista, cioè mediano in mezzo a posizioni precise, ricade nella melassa con poche (e confuse) idee: “Vanno riscritti i trattati europei firmati con la pistola alla tempia dello spread come il pareggio di bilancio. L’Europa a trazione tedesca ha imposto una politica di rigore che ha scatenato la crisi”.
QUESTA È L’UNICA espressione di propaganda o, meglio, di programma elettorale, poi il discorso s’incunea nel repertorio antropologico di Berlusconi: “Non c’è stata alcuna riduzione delle tasse. I governi di sinistra le hanno mantenute sulla casa, poi hanno aumentato l’imposizione sulle rendite finanziare. Anche presentando i provvedimenti con le slide, non si riesce a evadere la ricetta sempiterna della sinistra: sempre più tasse”. Ecco, oltre a incitare all’evasione (di una ricetta sempiterna), Berlusconi è bloccato, non ci sono più i contratti con gli italiani, le rate Imu restituite o il milione di posti di lavoro. Soltanto una consolazione da premio amarezza: “Il mio nome sarà nel simbolo”. Il resto, un vuoto. Berlusconi ci ha provato al telegiornale di vigilia pasquale, a pranzo, non come previsto nei titoli di coda di Renzi, venerdì sera sempre su Canale5: poco conveniente, anzi una trappola. Con la solita tattica di taroccare il successo, l’ex Cavaliere pronostica le elezioni politiche entro un anno e mezzo e vaneggia: “I moderati possono vincere”. Un urlo che la politica italiana non sente. La voce è un rumore di sottofondo. Tocca a Fabrizio Cicchitto, un convertito (o un traditore per i duri di Forza Italia), fare un po’ di caciara: “Il partito è guidato da estremisti”. Escluse le beghe fra ex alleati, ex portavoce, persino ex attrici e veline, c’è il nulla assoluto con Berlusconi al centro.
Da Il Fatto Quotidiano del 20/04/2014
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