Il magistrato di sorveglianza: “Basta accuse, non è un gioco”. L’ex premier rischia i domiciliari, e si scusa.
MILANO – In termini calcistici, rappresenta un cartellino giallo. Ancora un’irregolarità, ed esce quello rosso. In ambito giuridico, si tratta di una «diffida formale» che farà parte del fascicolo giudiziario intestato a Silvio Berlusconi. Alla prossima esternazione irrispettosa nei confronti delle istituzioni, addio affidamento in prova ai servizi sociali. E i restanti otto mesi di detenzione per la frode fiscale Mediaset — sui complessivi 4 anni, ma tre coperti da indulto —, l’ex Cavaliere li passerà agli arresti domiciliari ad Arcore, senza più «agibilità politica» e trasferte romane.
Il blitz di ieri sera alle 18 nel tribunale di Milano, era stato concordato una settimana fa. Quando da Napoli erano arrivate le «trascrizioni» del processo a Valter Lavitola. Interrogato come teste, l’ex Cavaliere era sbottato di fronte alle domande del presidente del Tribunale partenopeo. «La magistratura è incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l’immunità piena», l’esatto virgolettato.
Ieri sera, il faccia a faccia con il giudice di Sorveglianza, Beatrice Crosti. «Lei deve rispettare le istituzioni», ha tuonato con garbo, ma allo stesso tempo con tono deciso la Crosti, dopo aver riletto al condannato Berlusconi le frasi rilasciate in aula a Napoli. «Anche la magistratura rientra tra le istituzioni ». E ancora, un invito categorico: «Non mi metta in difficoltà, questo non è un gioco».
Senza avvocati — il colloquio non lo prevede — , Berlusconi prima avrebbe tentato di minimizzare: «Pensavo che il divieto di critica fosse riferito a un singolo giudice». Poi, di fronte alla fermezza del giudice, si è scusato. Non solo, si sarebbe formalmente impegnato a non ripetere certe esternazioni. La Crosti ha anche letto il provvedimento con il quale, ad aprile, era stato concesso l’affidamento in prova, con i limiti e i diritti del condannato. Infine, avrebbe annunciato all’ex premier l’intenzione di prendere provvedimenti per il video girato nelle stanze della “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone, e anche per alcune foto pubblicate da un settimanale, che immortalavano Berlusconi a braccetto con una anziana paziente.
«Devo tutelare anche la sua dignità e quella degli ospiti della struttura», ha aggiunto al suo ragionamento il giudice. Berlusconi, dal canto suo, ha risposto spiegando comunque di non essersi sentito umiliato dal video pubblicato da Repubblica. it.
Durante il faccia a faccia durato mezz’ora, dopo le parole severe iniziali, la discussione ha assunto un tono più disteso, con Berlusconi incuriosito dal numero di fascicoli all’interno dell’ufficio del magistrato. E con Beatrice Crosti che avrebbe spiegato all’ex premier le condizioni grazie alle quali i detenuti possono ottenere un permesso, o di chi invece trascorre la sua detenzione nonostante le cattive condizioni di salute.
Da Il Fatto Quotidiano del 02/07/2014.
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