ROBLEDO ALLA VERSILIANA
Veniamo qui dal primo anno, veniamo da Milano apposta”, racconta un ragazzo al direttore di questo giornale. “Non ci mollate”, dice una bionda signora a un cronista. È la quarta festa del Fatto Quotidiano alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, un’occasione d’incontro tra il quotidiano e i suoi lettori. Sono in tanti a fermare gli ospiti, da Carlo Freccero a Bianca Berlinguer, da Piero Pelù a Sabina Guzzanti Migliaia di persone, come ogni anno, a seguire incontri e dibattiti. E all’ora di pranzo c’è già la coda per accaparrarsi i biglietti per lo spettacolo di Andrea Scanzi e Giulio Casale. TORNA IN MENTE il settembre 2013, la festa dell’anno scorso. Era in corso “l’asssalto” all’art.138 della Costituzione, quello che regola il processo di revisione costituzionale.
Per un giornale che nacque con la Carta come principale ispiratore della linea editoriale, sembrava un pericolo da combattere. Si discuteva di come fare. In qualche modo ci si riuscì. Un po’ grazie alle contingenze politiche (il solito Caimano che fece saltare il banco), un po’, forse – ce lo si conceda – grazie alla mobilitazione e alla raccolta di firme promossa dal Fatto. Ebbene, chi avrebbe immaginato che il 2014 sarebbe stato anche peggio. Forse tanti, forse pochi. Di fatto è così: è peggio. Ora non è un solo articolo ad essere “sotto attacco”, è l’intera Costituzione ad essere oggetto delle brame riformatrici del renzismo e affini. Tutta da buttare la Carta? Noi – e altre 260 mila persone che hanno firmato l’appello “contro la svolta autoritaria”, non la pensiamo allo stesso modo. E alla festa si torna a parlare di difesa della Costituzione, con maggiore preoccupazione del 2013. Sul palco della Versiliana, insieme ad Antonio Padellaro e Peter Gomez, dialogano di riforme Maurizio Viroli, docente a Princeton, il costituzionalista Massimo Villone e il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo. La domanda che tutti si fanno, al netto degli annunci delle “riforme epocali” che l’Italia intera (a detta dei riformatori) attende come la manna dal cielo, è una sola: perché? “Di Renzi tutto si può dire – sostiene il professor Villone – tranne che sia un cretino. Per questo penso che ci sia dietro un disegno preciso: l’uomo solo al comando”. Mettere insieme la riforma del Senato (non più elettivo, ma composto esclusivamente da sindaci e da membri nominati dai Consigli regionali) e l’Italicum (con il suo premio di maggioranza da far impallidire la “legge truffa” degli anni 50) significa – di fatto – consegnare un potere enorme nelle mani di una persona sola e della sua maggioranza. Un potere che – a conti fatti – potrebbe consegnare a questo premier, oltre alla maggioranza assoluta dell’unica camera elettiva sopravvivente, gli strumenti per designare senza ostacoli oppositivi il Capo dello Stato, i giudici della Corte Costituzionale e i membri laici del Csm. Sul tema, sensibile, interviene Alfredo Robledo: “Qui emerge un vecchio sogno della classe politica, arrivare a controllare la magistratura. Prova ne sia il dibattito che ultimamente si è concentrato intorno al ruolo del Procuratore capo, che ha il dovere e il diritto di decidere, ma se cambia idea deve almeno motivare la sua scelta. Il Csm, invece – peraltro contraddicendo se stesso – ultimente (dopo – almeno a leggere i giornali indicazione del Capo dello Stato) pare avere un’idea diversa… Chi non sostiene l’opera dei “riformatori”, secondo un ritornello caro al premier, è un gufo. “Ma i gufi – ricorda Maurizio Viroli – ci vedono benissimo di notte, quando distinguere le cose è molto più difficile. Non solo, le sorelline minori dei gufi sono le civette, da sempre simbolo della filosofia. Che poi questa riforma costituzionale debba discendere da un patto segreto con un delinquente…”. Viroli non riesce a completare la frase che la platea esplode in un applauso liberatorio. MOMENTI AGITATI durante il dibattito serale con il direttore del Tg3 Bianca Berlinguer , il direttore del Tg La7 Enrico Mentana, Carlo Freccero e Loris Mazzetti. Il tema è caldo, “La tv ai tempi di Renzi”. Alla domanda, inevitabile, sulla diffusa percezione di un’informazione appiattita sulle posizioni dell’attuale esecutivo (roba che nemmeno B. osava sognare), dalla platea parte qualche contestazione “grillina” al direttore della terza rete del Tg Rai: “Se l’opposizione non viene in tv – ha risposto – è difficile trovare un’alternativa al governo”. Qualcuno lo dica a Grillo e Casaleggio.
Da Il Fatto Quotidiano del 08/09/2014.
quindi tutto passa per la TV? anche l alterbativa al governo?
idea quanto meno bizzarra.
ma anche concedendo, essendo di cose bizzarre pieno il mondo, che TV dovrebbe essere? quella italiana?
beh… è superpoliticizzata
qualcuno lo dica a Bianca berlinguer
[…] sulle posizioni dell’attuale esecutivo, Bianca Berlinguer, direttrice del tg3, faccia tosta risponde: “Se l’opposizione non viene in tv è difficile trovare un’alternativa al governo“. […]