L’appuntamento è per domani. Quando la commissione Finanze della Camera darà (forse) il via libera all’emendamento con cui è stato riformulato, per l’ennesima volta, il reato di autoriciclaggio. Il voto della commissione è atteso come un evento, anche perché il compromesso raggiunto ancora scricchiola da più parti. E non è detto che all’ultimo non si decida di rinviare ulteriormente la partita. Il ministro Orlando, ieri a Vienna, ha risposto in modo piccato alle critiche che gli sono arrivate da più fronti sul tema, annunciando, non senza una dose di vera temerarietà, che “la norma sull’autoriciclaggio vedrà la luce in settimana”.
Falso in bilancio e confisca per sproporzione sono invece provvedimento “contenuti nel disegno di legge anticorruzione – ha proseguito il guardasigilli – che la Ragioneria dello Stato provvederà a bollinare molto probabilmente entro la prossima settimana; ci sono quindi le condizioni perché entro fine anno gli strumenti contro la criminalità economica siano decisamente potenziati”. Un annuncio a cui crede poco anche Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia: “Sono tutti provvedimenti che vanno concretizzati in modo rigoroso – ha sottolineato, quasi incalzando Orlando – perché l’Italia non è un Paese normale, la politica non può permettersi di mantenere una legislazione che non è rigorosa in questa materia, perché i mafiosi sono tutti corruttori”. Il “compromesso” che è ora alla valutazione della commissione Bilancio, ma che trova ancora forti resistenze da parte di Ncd e Forza Italia, prevede che chi ricicla i proventi derivanti dalla propria attività illecita sia passibile di una condanna tra i 2 e gli 8 anni, con applicazione di una multa tra i 5 mila e i 25 mila euro. La pena è tuttavia ridotta (tra 1 e 4 anni) se il reato presupposto è punito con una sanzione inferiore a 5 anni di carcere, così come sono previste sanzioni più lievi ove l’indagato mostri un comportamento pienamente leale e collaborativo. QUESTA “differenza” tra le due sanzioni è il frutto di un ulteriore compromesso tra Orlando e Padoan che invece ha sempre richiesto che il reato scattasse indipendentemente dalla pena prevista. Rimangono però ferme le pene più aspre se l’autoriciclaggio è commesso nell’esercizio di un’attività professionale. Secondo le prime indiscrezioni, sembra inoltre che sia stato finalmente raggiunto un compromesso sul cosidetto “autoreimpiego”, ma la partita politica è ancora tutta in salita.
Da Il Fatto Quotidiano del 06/10/2014.
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