GIOVANI, PRECARI, DISOCCUPATI CHE NON HANNO CAMBIATO VERSO, CON LE BANDIERE ROSSE IN PIAZZA: “ABBIAMO LA TESSERA DEL PD, SIAMO LA BASE E STIAMO ACCANTO AI LAVORATORI”.
Sono giovani e forti: e son vivi, più che mai. “Ho la tessera del Pd, oggi ho inviato un tweet a Renzi per dirgli che la base del partito è tutta qui per stare accanto ai lavoratori” dice Alessio, 24 anni, aquilano. Mara, 21 anni, è partita da Messina ieri con il pullman: “Renzi dovrà ascoltarci, vedete quanti siamo?” “Io ho votato Sel, speravo che spostasse il Pd a sinistra, che delusione!”, Lucia arriva da Palermo. Eccolo, eccolo, grida Marco, 25 anni, studente al secondo anno di Lettere a Bologna, nel vedere sbucare Maurizio Landini con Hartwig Erb, segretario di Igm, la Fiom tedesca. “Siamo con te, avanti così, sei il nostro orgoglio”. Perché ti piace così tanto Landini? “Perché è una persona seria, credibile, quando parla senti che le sue parole hanno un peso e ti puoi fidare”. Anche Renzi è un grande comunicatore: “Sì, del nulla”, replica secco.
Ore 11, piazza San Giovanni è già gremita. Il corteo è ancora lungo. Un ragazzo che indossa la maschera di Renzi, cammina stringendo la mano all’amico che indossa quella di Berlusconi. Renzusconi, eccola la fotografia del comune sentire che anima la manifestazione. Una intera famiglia: mamma, papà e due bimbi che indossano una pettorina con su scritto: “Maledetti toscani”, dal saggio di Curzio Malaparte. “E il riferimento a chi sta in ritiro alla Leopolda non è casuale”, spiega Luca mentre il bimbo sul passeggino si stropiccia gli occhi assonnati. Sono partiti in pullman all’alba da Firenze. Come Maria, sveglia dalle 2 di notte per raggiungere Roma dalla Calabria e sorreggere lo striscione: “La vera lotta da fare è alla corruzione e all’evasione”. In testa una corona d’alloro e il cartello: “Laureata disoccupata, per fortuna che nonno c’è”. Seguono le donne “pacco”, lavoratrici nel settore agroalimentare. Sfilano dentro barattoli di cartone di pasta, pelati e latte, ingredienti : tutele 25%, dignità 25%, qualità 25% e diritti 25%, totale 100 per cento lavoro. “L’articolo 18 è un baluardo che non va cancellato”, spiega Amelia. Dalla Leopolda il deputato renziano Davide Faraone dà degli ingrati ai manifestanti: “Mi sarei aspettato una piazza con i manifesti ‘viva Renzi’ con tutti i soldi previsti dalla legge di Stabilità”. “È vero, dovremmo essere grati a Renzi per essere riuscito a fare o’ miracolo di riportare il Paese in piazza” è il commento di Stefano, 35 anni, disoccupato di Napoli. E ai rottamatori che accusano la Cgil di essere un luogo di conservazione, risponde Francesca, 45 anni, precaria: “Conservatori sì, ma di coraggio”. Alla Leopolda si crea lavoro, dice Renzi. Là ci sono gli imprenditori. “Che senza di noi non sarebbero tali” , è il commento sarcastico di Maurizio, caschetto azzurro Ast-Terni. La quota rosa di governo, Maria Elena Boschi, da Firenze si dice “felice anche del successo di questa manifestazione”, dovrebbe far piacere qui in piazza. Si sovrappongono le voci di risposta delle operatrici di un call-center di Palermo: “Noi, invece, non siamo per niente felici di loro, magari bastasse essere donne per stare sulla stessa barca, la nostra sta affondando”. “Hanno distrutto la nostra ricchezza, il nostro orgoglio”, a parlare è Massimo, 30 anni, pugliese di Manduria, dopo il diploma da perito agrario, avrebbe voluto continuare a lavorare la terra arata prima da suo nonno, poi da suo padre, invece, per sfamare i figli, è dovuto emigrare in Germania. “Oggi sono qui per riconquistare il diritto a vivere del lavoro della mia masseria abbandonata”. “Nessun dorma…”. Le note della Turandot di Puccini interpretata sul palco dai lavoratori licenziati del Teatro dell’Opera di Roma arrivano tra i manifestanti e suscitano lacrime di commozione. “È una grande giornata, ma se da qui non rinascerà la sinistra, sarà una occasione mancata”. È il leit motiv della piazza che applaude la Camus-so e guarda a Landini come al salvatore: “Lui è il solo capace di riunire e rinnovare la sinistra in un Paese che ha bisogno di crescere con il lavoro e la scuola” dice Maria, 40 anni, moglie di uno dei 576 operai della Thyssenkrupp di Terni, con la preoccupazione di dare un futuro ai suoi due figli adolescenti.
Da Il Fatto Quotidiano del 26/10/2014.
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