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Archive for novembre 2014

Disoccupazione

È incredibile, la capacità dei governanti di manipolare i fatti pur di non dirci come vanno le cose. Negli ultimi giorni l’Istat ha fornito i dati sulle forze di lavoro nel terzo trimestre, e ha anticipato i dati provvisori di ottobre. Dati drammatici, ad avere il coraggio di guardarli in faccia. E invece no, immediatamente dopo la diffusione delle cifre Istat si è scatenata la corsa a travisarli. E’ così che abbiamo appreso che i dati trimestrali dell’Istat ci presentano «una sostanziale e progressiva crescita degli occupati nell’ultimo anno», quantificata in 122 mila occupati in più. E che anche l’incremento della disoccupazione, pari a 166 mila disoccupati in più, non ci deve preoccupare perché «va messo in relazione alla crescita del numero di persone che cercano lavoro». Come dire: se aumenta il tasso di disoccupazione è perché la gente è meno scoraggiata e «più persone tornano a cercare lavoro».  (altro…)

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risarcimentoDomenica 30 Novembre Report propone un’inchiesta provocatoria e propositiva: tutti i detenuti in salute dovrebbero essere obbligati a lavorare, perché nel lavoro c’è il loro recupero e anche quello delle spese giudiziarie, oltre a quelle per il mantenimento in carcere. Mai come in questo caso abbiamo trovato ostilità. Dai detenuti? No, dalle istituzioni. In Italia l’intero sistema penitenziario grava sulle tasche dei cittadini per circa 2 miliardi e 800 milioni euro l’anno. Mantenere ogni singolo detenuto in carcere costa allo Stato, comprese le spese di sicurezza, circa 4000 euro al mese. Sono cifre importanti che dovrebbero servire anche a reinserire nella società anche le persone che non hanno mai imparato un mestiere.

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BeppeMora

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Berlusconi

A MILANO IL SOLITO ATTACCO AI PM.

Milano – Il nuovo “bomber Salvini” è “uno che ha risposto al telefono a Radio Padania per dieci anni”, Renzi “è bravo e simpatico, diciamo la verità: ci piace” ma guida “un governo da colpo di Stato”; infine “Grillo che è stanchino, povero ha lavorato così tanto”. Insomma anche “se gli avvocati consigliano all’unico leader politico di stare zitto per non finire ai domiciliari lui ha deciso che basta così, che il Paese ha bisogno di lui e quindi si è detto ‘rischio’, è tornato in piazza e oggi è qui con voi”. Silvio Berlusconi si autoannuncia così, parlando di sé in terza persona, dal palchetto approntato alle spalle di uno stand di Forza Italia in piazza San Fedele, la più piccola di Milano, incastrata dietro Palazzo Marino. Per riempirla bastano cinquecento persone, ieri era per metà vuota.

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DOPO MESI di errori strategici e comunicativi continui, quasi che il leader fosse diventato Tafazzi, il Movimento Cinque Stelle ha indovinato una mossa: Beppe Grillo si fa parzialmente da parte. Una scelta tardiva ma giusta. Si può discutere il fatto che sia una sorta di “listino bloccato”. E si possono discutere alcuni nomi (davvero Sibilia era più adatto di Cecconi o Villarosa?). Verrà scelta una cinquina anche al Senato (Lezzi e Morra sarebbero adatti, l’Orso Yoghi talebano Crimi proprio no). Il Movimento Cinque Stelle deve imparare a camminare da solo: per niente facile, ma è l’unica strada possibile. (altro…)

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PadoanTre voti su altrettanti articoli del provvedimento: dai bonus familiari al Tfr in busta paga, dagli ammortizzatori al taglio al cuneo fiscale Ma l’Ufficio parlamentare di bilancio ritiene sopravvalutata la crescita che il governo si aspetta dalle riforme: “Sarà pari a zero nel 2015”.
ROMA – Alle 21 e 50 di ieri sera, la Camera dà il via libera con la fiducia alla legge di Stabilità, Bruxelles si riserva di passarla al setaccio a marzo per verificarne la «conformità». Ma il vero cartellino rosso alla strategia del governo che lega la ripresa dell’economia, la riduzione del debito e il giudizio della Commissione europea al decollo delle riforme strutturali, viene dall’Ufficio parlamentare di bilancio. L’organismo, presieduto da Giuseppe Pisauro, nel “Rapporto sulla politica di bilancio 2015” di novembre esprime più di un dubbio sull’effetto positivo in termini di Pil delle riforme strutturali, dal Jobs act, alla Pubblica amministrazione, dalla riforma della giustizia alla competitività.

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RenziIL CONSULTELLUM, USCITO DALLA SENTENZA DELLA CORTE, NON È PRONTO ALL’USO: MANCANO LE PREFERENZE. E METTERCI LE MANI NON SARÀ PER NULLA FACILE.

Se domani mattina si dovesse andare a votare, non si potrebbe fare. Perché una legge elettorale “tecnicamente” non esiste. È praticamente un anno (la sentenza della Corte Costituzionale che bocciò il Porcellum è del 3 dicembre 2013) che la politica e tutto quello che ci gira attorno, ragiona sul fatto che se anche il Parlamento non trovasse un accordo sul nuovo sistema di voto, sarebbe in vigore quello uscito dalla Consulta. Appunto, il Consultellum. Ma non è così vero. Nella sentenza pubblicata il 13 gennaio 2014, per quanto riguarda le preferenze, si legge: “Eventuali apparenti inconvenienti possono essere risolti mediante l’impiego degli ordinari criteri d’interpretazione o rimossi anche mediante interventi normativi secondari, meramente tecnici ed applicativi (…)”, “in linea con quanto risulta dal referendum del 1991”. (altro…)

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Governo: Camera, tensione tra M5s e Pd“Non chiamatelo direttorio: è il M5s del futuro”. Così il capogruppo 5 Stelle Andrea Cecconi commenta il risultato del voto sui vice designati da Beppe Grillo (Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia). Lo fa al termine di una lunga assemblea serale dei deputati alla Camera, a Roma. La discussione tra i parlamentari dura cinque ore ed è animata anche dalle recenti espulsioni di Massimo Artini e Paola Pinna. “E’ una lista bloccata, è vero. Ma – risponde Cecconi alle diverse accuse dei detrattori – è una fase di transizione per traghettare il movimento verso il futuro”. (altro…)

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FranceschiniIl retroscena
Cuperlo, Fassina e D’Attorre si vedono tutti i giorni per coordinare le mosse dei dissidenti “Stavolta Renzi dovrà ascoltare anche noi, in Parlamento contiamo un po’ più di Fitto”.
ROMA – «Stavolta dovrà ascoltare anche noi. Contiamo più di Fitto in Parlamento». La minoranza del Pd giocherà la partita del Quirinale di rimessa, aspettando che sia Matteo Renzi a fare la prima mossa, a indicare al partito un nome su cui discutere. Il coordinamento dei dissidenti continua a vedersi praticamente ogni giorno alle 9 di mattina a Montecitorio. Ne fanno parte Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Stefano Fassina, Francesco Boccia e Alfredo D’Attorre. Tutte le aree sono rappresentate. Da questo nucleo è nata la rivolta che ha portato alle 30 uscite dall’aula durante la votazione del Jobs Act.

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Silvio Berlusconi lancia l’eterno Giuliano Amato al Quirinale e un pensiero sorge spontaneo: se voleva bruciarlo ha scelto il modo più efficace e sbrigativo.Infatti,già si dice che presto sarà lo stesso Matteo Renzi a mettere una pietra sopra all’ex Dottor Sottile. Fuori uno. Invece, il presidente del Senato Piero Grasso ha fatto tutto da solo con quella dichiarazione sul nuovo presidente da eleggere “molto rapidamente”, letta come un’autocandidatura poco opportuna. Fuori due. Non va meglio alle proposte “di genere”, con la Pinotti su cui pesano gli strascichi (non giudiziari, ma di stile) del volo di Stato usato per tornare a casa, mentre l’immagine della Finocchiaro è ancora legata alla indimenticabile foto della scorta armata a guardia del suo carrello della spesa. (altro…)

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DITEMI se c’è qualcosa di più vigliacco che colpire una comunità colpendo i suoi bambini e i suoi minori. Ostacolare la scolarizzazione dei nomadi (italiani e stranieri) come ha fatto CasaPound a Roma, significa recidere la sola vera speranza di integrazione e/o di cambiamento per quei bambini, quegli adolescenti che la nascita consegna (incolpevolmente) alla povertà, alla questua, all’emarginazione, all’espediente, al furto. Voler cacciare dalle scuole i Rom è come rovesciare il vassoio della mensa agli affamati, come scoperchiare il tetto del dormitorio agli assiderati. Un atto ripugnante. Colpisce, anzi ferisce constatare che ragazzi — quelli del Blocco studentesco — odiano ragazzi, studenti discriminano studenti. (altro…)

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pietro-grassoDopo la presidente della Camera Laura Boldrini e la ministra dalla Difesa Roberta Pinotti, molto favorevoli a un Presidente donna (specie se rispettivamente denominato Boldrini e Pinotti), s’è fatto vivo il presidente del Senato Piero Grasso con un appello alle forze politiche per una rapida intesa sul nuovo capo dello Stato (preferibilmente Grasso). Nell’attesa che ciò avvenga, ma soprattutto che Re Giorgio abdichi e liberi il trono – la qual cosa nessuno sa né se né quando accadrà, ma gli aruspici di corte assicurano che ci siamo quasi –, fervono in casa Grasso i preparativi per il “mese bianco” di reggenza, o supplenza: quando cioè, fra Capodanno e l’Epifania o giù di lì, la seconda carica dello Stato subentrerà provvisoriamente alla prima e s’insedierà al Quirinale per fare le veci del dimissionario finché non sarà eletto e intronato il successore. (altro…)

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'No Drilling' Banner Protest in Italy

Nonostante le decisa opposizione dei territori interessati, il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato la prima concessione di coltivazione di idrocarburi nel Canale di Sicilia – per un’area di oltre 145 chilometri quadrati e per una durata di vent’anni – al largo della costa delle province di Caltanissetta, Agrigento e Ragusa.

Si tratta della concessione G. C1-.AG, relativa al progetto “Offshore Ibleo” di ENI e EDISON, che prevede ben otto pozzi, di cui due “esplorativi”, una piattaforma e vari gasdotti, i cui lavori dovrebbero iniziare entro un anno.

Lo stesso progetto contro cui – insieme a ben cinque amministrazioni comunali, ANCI Sicilia, associazioni ambientaliste, della pesca e del turismo – abbiamo fatto ricorso al TAR del Lazio meno di due mesi fa e contro cui abbiamo protestato a metà ottobre, occupando per oltre trenta ore la piattaforma Prezioso, al largo di Licata (Agrigento).

Autorizzando questo progetto, il Ministero dello Sviluppo Economico ha lanciato un chiaro segnale: non intende prendere in alcuna considerazione la volontà del territorio, ma favorire unicamente gli interessi delle grandi compagnie petrolifere. (altro…)

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otto per mille

LA CORTE DEI CONTI PER LA PRIMA VOLTA CONTRO LE DONAZIONI DALLE DICHIARAZIONI DEI REDDITI.

La Corte dei conti per la prima volta mette in stato di accusa il sistema dell’8 per mille. Le 109 pagine della relazione depositata il 19 novembre dovrebbero essere pubblicate sul sito del governo e diffuse in tv quando si fa la dichiarazione dei redditi. Probabilmente se fossero conosciute, cambierebbero le scelte di molti italiani. La delibera è scritta da Antonio Mezzera, un magistrato che già nel 2009 si era segnalato per una relazione coraggiosa, non a caso bloccata per mesi dai suoi capi, sul Mose di Venezia, ed è firmata dal dirigente del settore, Luciana Troccoli, e dal presidente aggiunto Giorgio Clemente.   (altro…)

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Candidati venetiPADOVA – Chissà se Matteo Renzi sa dov’è Anguillara, il paese che fa lo sciopero delle primarie. Un argine, la strada che scende verso la chiesa, una storia scandita dalle piene dell’Adige. Quattromila abitanti, settanta iscritti al Pd che hanno detto no, stavolta il seggio non lo facciamo. Perché di primarie che «piombano addosso» a militanti «smossi » all’improvviso, senza il tempo necessario per «valutare una leadership», fatte solo «per trovare un candidato che abbia un’immagine », primarie che magari ti si rivoltano contro, come in Emilia, ecco, di queste primarie si può fare a meno. Chi vuole votare, domani, passi il ponte sul Gorzone e pedali sei chilometri fino ad Agna. «Noi le elezioni regionali le vogliamo vincere, faremo campagna elettorale, non è un ammutinamento », insiste la segretaria del circolo Pd, Francesca Masiero, 30 anni, educatrice del nido. «Qui, al partito ci teniamo. Ma primarie fatte così, in venti giorni, senza discussione, sono la goccia che fa traboccare il vaso». Hanno discusso, hanno scritto un documento. E rispedito il pacco con le schede. «Mandiamo un segnale».

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Siccome lo dice lui deve essere vero:

“Vedo due sindacati, Cgil e Uil, che faranno uno sciopero generale contro il nostro governo che ha dato gli 80 euro a chi guadagna meno, che dà la maternità a chi non l’aveva, che protegge i co.co.co. e i co.co.pro. Gli stessi sindacati si sono dimenticati di fare lo sciopero contro la Fornero e Monti. Contro di noi sì, e io lo rispetto, è la bellezza della democrazia, la bellezza del vivere in Italia”. 

I sindacati si permettono di scioperare contro il governo degli 80 euro, del tfr in busta paga, del demansionamento, che ha asfaltato l’articolo 18, che ha allungato il periodo di rinnovo di un contratto a termine (DL Poletti). (altro…)

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Natangelo

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Alla Camera promette “responsabilità” sul voto di fiducia sulla legge di stabilità. Anche al Senato è tregua sul Jobs Act Ma lunedì in direzione arriverà la proposta di consultare la base del partito sulle riforme elettorale e costituzionale.
ROMA – «Sulla legge di Stabilità saremo responsabili». I dissidenti dem che hanno spaccato il Pd sul Jobs act pochi giorni fa, si mettono in riga. Voteranno sì alla fiducia sulla manovra, lo assicura anche Stefano Fassina, l’ex ministro dell’Economia, per il quale i cambiamenti vanno poi introdotti a Palazzo Madama, però nessuno vuole tirare la corda. La sinistra dem ha deciso di offrire una tregua a Renzi e anche il braccio di ferro previsto al Senato già dalla settimana prossima proprio sull’approvazione definitiva della riforma del mercato del lavoro, sembra evitato.

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ContestatoOCCUPATI, CONTRATTI, CRESCITA PESSIMI DATI E SOLITE BUGIE.
IL PREMIER E POLETTI S’INVENTANO I NUMERI SUL LAVORO, MA LA CRISI NON È FINITA.

L’ULTIMA BALLA.

”100 mila nuovi posti” spara il premier. L’Istat: “A ottobre disoccupazione record: 13,2%”.

I numeri, come i nudi fatti, non significano nulla. Solo il loro inserimento nel contesto, la loro trasformazione in racconto, li rende vivi. Questo, al governo, lo sanno bene: il problema è che il racconto in cui inseriscono quei numeri è falso. Niente di nuovo sotto il sole, per carità, ma nel caso del governo Renzi c’è il sospetto che gli interessati non sappiano nemmeno di mentire. E questo è più preoccupante. Veniamo ai dati di ieri.   I numeri a caso di Renzi   sui nuovi posti di lavoro   Il 20 novembre il premier diceva alla radio, con la giusta dose di contrizione, che “in sei anni l’Italia ha perso un milione di posti di lavoro. Negli ultimi sei mesi ne abbiamo recuperati 153.000. Non mi basta”. (altro…)

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beppe

Quando abbiamo intrapreso l’appassionante percorso del MoVimento 5 Stelle, ho assunto il ruolo di garante per assicurare il rispetto dei valori fondanti di questa comunità.

Oggi, se vogliamo che questo diventi un Paese migliore, dobbiamo ripartire con più energia ed entusiasmo. Il M5S ha bisogno di una struttura di rappresentanza più ampia di quella attuale. Questo è un dato di fatto. Io, il camper e il blog non bastiamo più. Sono un po’ stanchino, come direbbe Forrest Gump. Quindi pur rimanendo nel ruolo di garante del M5S ho deciso di proporre cinque persone, tra le molte valide, che grazie alle loro diverse storie e competenze opereranno come riferimento più ampio del M5S in particolare sul territorio e in Parlamento. (altro…)

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