CON apprezzabile fatica la giornalista arabo-israeliana Rula Jebreal ha tentato di spiegare a uno sbrigativo comico americano che “Islam” vuol dire troppe cose perché se ne possa parlare un tanto al chilo. Guardatevi, se ne avete tempo, il video: perché è a noi tutti, ciascuno nel suo, che toccherà affrontare in futuro questa discussione. E non per una banale questione di “correttezza politica” o di etica democratica; ma per l’assoluta, urgente necessità di affrontare il terrorismo e il fanatismo jihadista evitando il marchiano errore di “regalare” a quel campo d’odio e di regressione più di un miliardo di persone, tanti quanti sono i musulmani.
L’islamofobia non è solo un pessimo esempio di pregiudizio e di ignoranza. È, in questo momento, un tremendo errore politico, che ingrassa il motore del terrorismo, radicalizza le differenze, spaventa gli inermi e i neutrali (cioè la stragrande maggioranza degli umani) convincendoli che è in atto un ferale “scontro di civiltà” e dunque è necessario schierarsi da una parte o dall’altra. Chi alimenta l’ostilità per “i musulmani” in quanto tali è perfettamente speculare alla predicazione violenta delle madrasse dove si insegna a odiare tutto ciò che non è Islam. Il terrorismo conta sul panico e teme la lucidità. Dire che “l’Islam vuole distruggerci” è puro panico, zero lucidità.
Da La Repubblica del 04/11/2014.
Rispondi