C’È un’intervista ( Repubblica Tv) a un giovane panettiere di Torino che spiega meglio di cento studi sociologici perché abbiamo poche speranze di diventare una comunità evoluta. Uscito in strada assieme ad altri negozianti della zona per protestare contro i vigili che multavano le auto in doppia fila, il ragazzo ha avuto una discussione con loro; richiesto di mostrare i documenti si è rifiutato; è stato condotto al posto di polizia più vicino.
Dall’intervista, rilasciata il giorno dopo, risulta evidente che il ragazzo è un bravo ragazzo, si esprime educatamente, non è un bullo né un emarginato ma un lavoratore come tanti.
Proprio per questo è terribile constatare come non abbia alcuna percezione, neanche vaga, di avere torto: perché i vigili hanno non solo il diritto, ma il dovere di multare le auto in doppia fila; perché non è lecito ostacolarli mentre lo fanno; perché è corretto da parte loro chiedere i documenti, mentre è gravemente scorretto (un reato) non volerglieli mostrare. Quel bravo, bravissimo ragazzo ha capito solamente, della vicenda, che quelle multe disturbavano la sua attività e i suoi interessi. Ed è questa la sola ragione che può davvero indignare e mobilitare la maggioranza degli italiani. Che sono quasi tutti brava gente: ma di regole e di doveri non capiscono proprio l’essenza, che raramente coincide con i propri comodi.
Da La Repubblica del 14/11/2014
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