
Nella maggior parte delle carceri italiane i detenuti giocano a carte o guardano la televisione. E il 70% quando esce torna a delinquere. Eppure la legge dice che i condannati in via definitiva dovrebbero lavorare, anche per saldare le spese processuali, le multe, o risarcire le vittime dei loro reati. Il problema è che, sempre secondo la legge, vanno retribuiti, però i soldi per pagarli non ci sono, allora si preferisce lasciarli oziare. Perché non cambiare la legge e farli lavorare lo stesso senza pagarli visto che i detenuti devono saldare il loro debito con lo Stato? Sarebbe una partita di giro. C’è poi un’altra legge che permette di impiegarli gratuitamente in lavori di pubblica utilità, come la pulizia dei parchi, delle strade, dei muri, degli argini dei fiumi o del fango delle alluvioni. Ma anche qui nulla si muove, perché dovrebbero essere i comuni a farne richiesta, ma sindaci e assessori non sanno nemmeno che esiste questa legge. Un immobilismo che alla fine vede crescere le spese dello Stato, il degrado delle carceri ( perché non li impiegano nemmeno per ridipingere le celle) e i detenuti non rieducati restituiti alla società. Eppure la maggior parte dei detenuti vorrebbero lavorare, anche gratuitamente, invece di guardare tutto il giorno un muro. Gli esempi di come funziona negli Stati Uniti e nel nord Europa, dimostrano che è possibile impiegare i carcerati, con un vantaggio per l’amministrazione e per la dignità della persona.
Da report.rai.it
Qui ad Orvieto (casa di reclusione per detenuti di lunga detenzione) abbiamo all’interno laboratori e fabbriche. Il rovescio della medaglia e che quei prodotti sono in concorrenza “sleale” con quelli fatti dalle fabbriche con lavoratori normali.
Negli stati uniti i “lavori forzati” hanno mandato in bolletta decine di aziende e famiglie, qualche lavoratore licenziato poi è diventato un criminale. Cautela.
Sarebbe ora che si guadagnassero il vitto e l’alloggio.
Ci sono tanti lavori di manutenziione pubblica da fare tra cui la protezione del territorio, la pulizia degli argini dei fiumi , delle strade provinciali, etcc.