Qualsiasi esperto di tv avrebbe spiegato a Benigni che, se c’è una cosa che non funziona in televisione, è parlare di un argomento troppo serio per due ore consecutive senza lo straccio di un ospite, di un’immagine o di un colpo di scena e con l’aggravante di un fondale marroncino alle spalle. Ma Roberto deve essersi dimenticato di interpellarlo e così ha conquistato nove milioni di spettatori con un monologo sui Dieci Comandamenti. Le ragioni di questa performance sono almeno quattro e finiscono tutte con la à. Qualità, prevedibilità, rarità e (assenza di) pubblicità.
La qualità del Benigni affabulatore è indiscutibile. In un Paese dove gli intellettuali pensano che per esseri seri occorra essere pesanti, e invece finiscono per essere soltanto noiosi, quell’uomo conosce la formula della leggerezza e di come coniugarla con la profondità. Poi, se da giovane era eversivo e lo guardavi pregustando o temendo l’imprevedibile, con gli anni si è tramutato in un’istituzione rassicurante e consolatoria, esattamente ciò di cui ha bisogno un pubblico televisivo stremato dagli scandali gratuiti e dalle provocazioni volgari. Nemmeno Benigni, però, riuscirebbe a essere Benigni tutti i giorni. Nell’era delle emozioni e distrazioni seriali, per attrarre l’attenzione degli altri occorre offrirgli qualcosa di raro e di eccezionale. Un evento, possibilmente non interrotto ogni venti minuti da un filotto dispersivo di pubblicità. L’altra sera abbiamo assistito all’esperimento di una tv di massa non concepita per i consumatori, ma per le persone. Una tv di servizio pubblico. Che ideona.
Da La Stampa del 17/12/2014.
E’ riuscito perfino a non dire nemmeno mezza parola “azzardata”. cos’è successo al Benignaccio? Non ha detto nemmeno “pippe”! Un altro modo di prendere le distanze dalla tv di tutti i giorni. Bravo e furbo.
scaduto benigni, scaduto. Ha sparato un mare di ovvieta’, il dubbio e’ che cerca sponsor nella chiesa, forse ha bisogno di denaro visto che per anni ha subito l’odio di Berlusconi e quindi l’ostracismo immagino anche economico che lo ha portato a diventare cosi’ banale d’un botto?
Individualista, banale, reazionario, io davvero resto allibita e molto delusa.
Ma si sa come in fondo in fondo cerca consensi, lo avevo sospettato quando ho visto chiosato il suo bellissimo: La vita e’ bella….con l’intrata in scena della bandiera stelle a strisce che prota la pace… si e’ capito che allora cercava l’Oscar…e lo ha avuto…quindi questa e’ levoluzione del soggetto!!!