CITTÀ DEL VATICANO – Non solo parole ma anche fatti. Li auspica papa Francesco per la famiglie con più figli.
Chiamati in causa sono «politica e amministratori pubblici, ad ogni livello», che troppo poco fanno in merito.
La Costituzione italiana «chiede un particolare riguardo per le famiglie numerose», ma «questo non trova adeguato riscontro nei fatti» e pertanto serve «una maggiore attenzione della politica e degli amministratori pubblici». Così ha detto ieri Francesco, durante l’udienza dedicata straordinariamente di domenica all’associazione Famiglie numerose.
Jorge Mario Bergoglio ha ricordato, in particolare, la questione della «denatalità» italiana e il problema della disoccupazione: ci sono famiglie, ha ricordato, «dove il papà o la mamma hanno perso il lavoro, – e questo è duro – dove i giovani non riescono a trovarlo; le famiglie provate negli affetti più cari e quelle tentate diarrendersi alla solitudine e alla divisione».
Raramente Francesco si rivolge direttamente alla classe politica per chiedere interventi. Lo fa soltanto in alcuni casi, principalmente quando in ballo ci sono situazioni di disagio sociale importanti, quando si tratta di difendere i diritti di chi non ce la fa. Ha iniziato il suo pontificato con il viaggio a Lampedusa e gli appelli a una classe politica indifferente circa le tragedie dei tanti profughi. E poi, in Italia, con i viaggi nella Sardegna vessata dalla disoccupazione, a Cassano all’Jonio in un territorio vittima delle prepotenze delle mafie, a Campobasso in una regione che come ha spiegato bene l’arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini è «a volte dimenticata».
Il richiamo di ieri muove verso coloro che più di altri dovrebbero vivere il proprio impegno come un servizio per il bene della comunità: «Ogni famiglia è cellula della società, ma la famiglia numerosa è una cellula più ricca, più vitale, e lo Stato ha tutto l’interesse a investire su di essa!», ha detto. Dal governo è Franca Biondelli (Pd), sottosegretario al ministero del Lavoro e alle Politiche sociali, a rispondere. «Il richiamo del Papa – dice – è giusto e il governo in carica lo raccoglie». Nello stesso tempo spiega che «già con la legge di stabilità, il governo ha fatto un passo avanti sulle politiche sociali rispetto al passato.
Abbiamo stanziato, per il 2015, 400 milioni di euro per il Fondo per la non autosufficienza, 300 milioni per le politiche sociali di cui 5 per le adozioni internazionali, 112 milioni per il fondo per gli interventi a favore della famiglia, 20 milioni per il diritto al lavoro dei disabili.
Credo che vi sia un’attenzione speciale e prendiamo le parole del Papa come un ulteriore incentivo a fare meglio».
Da la Repubblica del 29/12/2014.
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