Filippine.
Raduno oceanico sotto la pioggia nella capitale per l’ultimo appuntamento della visita in Asia di Bergoglio, che supera nei consensi numerici anche il precedente di Wojtyla. “Abbiamo il compito di prote ggere i nostri ragazzi. Impariamo a piangere di fronte ai bambini abusati. Cameron: “Esiste il diritto a offendere la religione”.
MANILA . Papa Francesco con la cerata gialla sotto il vento del tifone arrivato a spazzare Manila. E sette milioni di persone impazzite a salutarlo sul lungomare fino al Rizal Park dove si svolge la messa. Insieme alle lacrime di gioia del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, che si mischiano alla pioggia e alla commozione di tutto un popolo accorso per festeggiare l’arrivo del Pontefice argentino.
«Sette milioni di persone a Manila per il Papa? Non lo so, non li ho contati — dice con un’ironia leggera il portavoce papale, padre Federico Lombardi — né ho il dono delle lacrime come il cardinale Tagle, ma anch’io sono rimasto molto toccato. Era comunque un numero impressionante di gente. La prossima volta per superare il record dobbiamo tornare nelle Filippine ».
È stato il più grande raduno pubblico per la messa di un Papa, secondo la stima fornita dall’ufficio del presidente filippino Benigno Aquino. Una folla capace di polverizzare sotto il profilo dei numeri la visita di Karol Wojtyla, avvenuta qui esattamente 20 anni e 3 giorni fa, il 15 gennaio 1995, quando ad accogliere il Grande polacco furono in 5 milioni.
E Jorge Bergoglio, rimasto visibilmente impressionato — come si poteva notare anche nelle immagini tv rilanciate in tutto il mondo — da una tale spontanea partecipazione, ha cavalcato volentieri l’onda dell’entusiasmo locale. Così sia nell’omelia sia nel discorso al campus universitario, ha parlato dei bambini e dei giovani, guardando al continente asiatico come a una sorta di garanzia per il futuro della Chiesa.
Ai ragazzi ha detto: «Oggi con tanti media siamo informati, iper-informati. È male? No, è buono e può aiutare. Però c’è il reale pericolo di vivere accumulando informazioni, abbiamo molte informazioni, ma non sappiamo cosa farne: corriamo il rischio di diventare un museo di giovani che ha molte cose ma non sa cosa farne. Non ci servono giovani-museo — ha proseguito — ma giovani-saggi. Mi potete chiedere: “Padre, come si fa a essere saggio?”. Imparare come amare, questa è la sfida, non solo accumulare informazioni, ma che attraverso l’amore questa informazione sia feconda. Il Vangelo ci propone un cammino sereno, usare tre linguaggi: della mente, del cuore, delle mani. Tre linguaggi, ma armoniosamente».
Ai più piccoli il Papa si è dedicato con molta attenzione, come fatto in più tappe di questi cinque giorni di visita nelle Filippine, dopo i tre precedenti attraverso lo Sri Lanka. Visto da vicino Bergoglio aveva negli occhi la tenerezza e la sofferenza dei bambini di strada che è andato a trovare venerdì, in un centro cattolico, mentre migliaia di loro secondo alcuni osservatori erano stati tolti dalle strade e internati perché non rovinassero con la loro miseria l’immagine del Paese. Così a loro ha ricordato le lacrime che essi stessi suscitano. E poi nella messa si è raccomandato per la protezione dell’infanzia. «Nel Vangelo — ha ricordato — Gesù accoglie i bambini, li abbraccia e li benedice. Anche noi abbiamo il compito di proteggere, guidare e incoraggiare i nostri giovani, aiutandoli a costruire una società degna del suo grande patrimonio spirituale e culturale».
Quindi ha ricevuto il padre di Kristel, la volontaria di 27 anni rimasta uccisa sabato a Tacloban, la zona del tifone visitata da Francesco, per il distacco di un manufatto di acciaio causato da una recrudescenza del maltempo che ha costretto ad anticipare di quattro ore il rientro del volo papale a Manila. Il cardinale Tagle spiegava: «Il Papa non cercava le parole… Mi aveva detto: “Come puoi consolare un padre che ha perso la sua unica figlia?”». Francesco si è commosso ascoltando la testimonianza del genitore. E ha detto al cardinale: «Che fede! Che fede!».
Papa dei record capace di superare nei consensi numerici persino il colosso Wojtyla, Bergoglio lo ha confermato ieri pure con il gruppo dei suoi follower sui social media. I nove account Twitter di Papa Francesco, @pontifex, hanno superato quota 18 milioni di persone collegate. I 17 milioni erano stati raggiunti il 13 dicembre scorso. In questi giorni i tweet del Pontefice sono stati rilanciati anche nelle lingue parlate nello Sri Lanka, tamil e singalese, e nelle Filippine.
Oggi il rientro in Italia, dopo 15 ore di volo, passando sopra la Cina. Paese che Francesco vorrebbe visitare in futuro, e con cui sta tessendo un delicato e complesso lavoro diplomatico, affidato al Segretario di Stato, Pietro Parolin.
Intanto, in un’intervista alla Cbs, il primo ministro inglese David Cameron ha rivendicato il «diritto a offendere la religione di qualcuno», purché questo rientri nella legge.
Da La Repubblica del 19/01/2015.
Mai stato a Manila.