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Archive for marzo 2015

Trasmissione televisiva Porta a Porta

Tasso disoccupazione risale a febbraio al 12,7%, per giovani al 42,6%. Istat, 23 mila senza lavoro in più in un mese.

Si era cantato vittoria troppo presto. Febbraio riconsegna il Paese alla cruda realtà di una crisi durissima da superare. Dopo un dicembre e un gennaio moderatamente positivi, si interrompe il calo della disoccupazione e la curva riprende a salire. Aumenta anche il tasso di disoccupazione fra i giovani. In calo gli occupati.

Era stato soprattutto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a lasciarsi andare a previsioni ottimistiche sulle possibilità di ripresa del mercato del lavoro. Oggi il ministro dice che “in coda ad una crisi le cose tendono a non essere stabilizzate ed è immaginabile che ad una fase positiva possa seguire una flessione. Questa situazione non contraddice i segnali positivi come il consolidamento della ripresa della fiducia da parte di imprese e consumatori”. (altro…)

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L.stabilità:Fassina,modifiche per equità e contrasto povertà

Cara minoranza Pd, anzi care minoranze Pd visto che siete diverse tra voi, beh, io ve lo dico, poi vedete voi se credermi o no:

1. A eccezione dei vostri cari, fuori dai palazzi l’interesse nei vostri confronti – già scarsino all’inizio – ultimamente è calato parecchio. Diciamo che al momento siete seguiti grosso modo come il campionato di curling – ma non quello di serie A.

2. Dopo la riunione all’Acquario di Roma, in particolare, le vostre gesta vengono recepite dalla stessa area del cervello che induce talvolta a cliccare sulle dichiarazioni di Sara Tommasi o sui siti sciichimisti. Credo che sia la zona dell’eccentrico-curioso-trash. (altro…)

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Renzi ha la sua fondazione.
Come D’Alema ha la sua fondazione.
Come anche altri politici hanno la propria.
Con la quale ricevere generosi (immagino) contributi non (completamente) pubblici.
Con le quali mischiare assieme affari e politica. Appalti e cooperative.

Che c’entrano assieme Renzi e D’Alema (inchiesta ischitana a parte)?
D’Alema è quello che diceva “capotavola è dove mi siedo io”.
Renzi addirittura, apparecchia la tavola solo per lui.
Entrambi hanno visione monocratica del partito che, nato democratico, si è via via trasformato nel partito del pensiero e del voto unico. (altro…)

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NatangeloLA DIREZIONE PD DÀ LA “FIDUCIA” ALL’ITALICUM. GLI OPPOSITORI NON VOTANO.

In maniche di camicia (bianca) e jeans d’ordinanza, seduto al banco della presidenza, Matteo Renzi guarda lo smartphone mentre la direzione Pd vota la “fiducia politica” all’Italicum. Non solo non tradisce preoccupazione, ma neanche prende in considerazione le reazioni e le richieste della minoranza del Pd: tant’è vero che si risparmia pure la replica.
È UN SÌ all’unanimità. La minoranza, come annunciato, non vota. I sì sono120 su circa su circa 200 (si contano una ventina d’assenze, tra cui Bersani e D’Alema). Il segretario-premier, dopo aver annientato il dissenso in un intervento fiume di sfondamento, è già “oltre”: come avversario vede praticamente solo Maurizio Landini. (altro…)

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ROMA – La caccia grossa alle risorse per il prossimo anno che sarà cifrata nel Documento di economia e finanza ha come obiettivo una preda che vale circa 15 miliardi.
Le ultime stime stanno rimbalzando ancora tra Palazzo Chigi e il Tesoro e, con tutta probabilità, sarà decisiva la riunione del Consiglio dei ministri prevista per la prossima settimana che varerà il Def in tempo utile per consegnarlo al Parlamento e a Bruxelles entro il 10 aprile.
La priorità è quella di non aumentare le tasse e dunque quella di scongiurare il previsto rincaro dell’Iva di due punti percentuali dal primo gennaio del prossimo anno: la garanzia risale alla vecchia spending review di Cottarelli del 2014 quando appunto si stabilì che nel 2016 si sarebbero dovuti fare tagli a regime per 16 miliardi. (altro…)

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I punti

Il russo Lavrov: “Non sono pagato per essere ottimista”. Gli Usa: forse una proroga alla scadenza di stasera Netanyahu: “Israele è pronta ad agire”.

ORMAI non è più una questione di settimane o di giorni, ma di ore. L’Iran e le sei potenze mondiali (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania) potrebbero raggiungere un’intesa sul programma nucleare iraniano entro la data prevista di oggi, se saranno riusciti a mettersi d’accordo su due punti cruciali che ieri sera erano ancora in discussione. Il primo è quanta ricerca e sviluppo l’Iran potrà svolgere negli 11-15 anni che saranno previsti dall’accordo finale. Per gli iraniani è un punto importante di prestigio: hanno accettato di ridurre drasticamente il numero delle centrifughe, ma rinunciare per anni al programma di ricerca e sviluppo a cui vedono legate le sorti della loro crescita tecnologica è difficile da buttar giù. Il secondo punto riguarda i tempi delle sanzioni e in particolare quelle fissate dall’Onu. (altro…)

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StoccataSTOCCATA E FUGA.

Gli arresti di amministratori pubblici si susseguono (ultimo arrivato il sindaco pd di Ischia) ma la domanda è sempre la stessa: possibile che bisogna sempre affidarsi ai carabinieri per scoprire il malfatto? Ai piani alti della burocrazia (ma anche nel mezzanino) chi è addetto ai controlli si gira i pollici o si gira dall’altra parte? E anche la cosiddetta società civile non è piuttosto distratta? A questo proposito è illuminante l’episodio raccontato a Gianluca Di Feo dal commissario anticorruzione, Raffaele Cantone, nel suo libro-intervista Il male italiano, quando al momento della nascita dell’Autorità, una docente universitaria chiese di incontrarlo. (altro…)

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ROMA – Sul palco si discetta di Italicum. «Ma in sala e nei corridoi — ammette Gennaro Migliore — si parlava di Ischia. Io mi sento cuocere, questa roba mi brucia dentro». Lunedì pomeriggio, a via Sant’Andrea delle Fratte si allontanano alla spicciolata i membri della direzione Pd, confusi tra i turisti. La mazzata è pesante, l’arresto del sindaco Giosi Ferrandino, presidente dell’Anci Campania e supervotato alle europee (oltre 80 mila preferenze), il coinvolgimento di una delle più importanti coop rosse emiliane, le telefonate su D’Alema. Ce n’è abbastanza per deprimere e terrorizzare un partito alle prese con una difficile campagna elettorale.

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Il dibattito

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Coop rossa

METANO E TANGENTI, 11 ARRESTI: I CAPI DEL GIGANTE ROSSO CPL CONCORDIA E IL SINDACO DELL’ISOLA CAMPANA. I RAPPORTI CON I CLAN DEL CASERTANO.

Napoli – Tangenti rosse nell’isola verde. La coop modenese vicina a Massimo D’Alema, secondo l’accusa, foraggiava il sindaco pd di Ischia per accaparrarsi i lavori di metanizzazione dei sei comuni ischitani. Coop rossa, la modenese Cpl Concordia, multiutility dell’energia e del gas con appalti in tutta Italia, presieduta per 40 anni e fino allo scorso gennaio da Roberto Casari, da ieri in carcere per associazione a delinquere e corruzione. Rossa sì, ma secondo i magistrati trasversale nel pagare mazzette travestite da consulenze (anche a un ex parlamentare salernitano del Pdl), e scendere a patti con chiunque, anche con gli emissari del clan dei Casalesi, se necessario. Il grosso degli affari, però, si concentra nei Comuni a guida Pd. Come Ischia, che da ieri è senza sindaco: con Casari e altre otto persone è finito in carcere il democrat Giosi Ferrandino, sindaco e primo dei non eletti pd alle Europee con oltre 80 mila preferenze.  

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I numeri della maggioranza

ROMA – La Ditta non esiste più, «non a caso ieri non l’ha nominata nessuno», osserva Pippo Civati. La tenuta del Partito democratico stavolta è davvero a rischio, non funziona più l’antico slogan coniato da Bersani per indicare la fedeltà alla linea, sempre e comunque. Roberto Speranza mette in guardia: «Rischiamo di perdere un pezzo del Pd. Ma io credo ancora in una soluzione». Sembra essere l’unico a sperare in un lieto fine. O almeno in una tregua. «Non c’è più il Pd che abbiamo costruito — drammatizza Alfredo D’Attorre —. Di conseguenza non c’è più la Ditta. Renzi non ha nemmeno replicato al dibattito in direzione. Significa che ha già deciso ed è tutto finto, roba buona solo per lo show in streaming».
Finto o finito? La minoranza non ha partecipato al voto sulla legge elettorale. Il premier non ha lasciato margini di trattativa e in questo modo i dissidenti si tengono le mani libere per la discussione in aula. (altro…)

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L'isola delle tangenti

I compagni compravano i libri e i vini di D’Alema
CERCAVANO IL SUO AIUTO MA LUI REPLICA: “SCANDALOSA DIFFUSIONE DI ATTI IRRILEVANTI”. RENZI INTERCETTATO PER CASO MENTRE PARLA CON UN GENERALE GDF.

L’inchiesta di Napoli ci svela che Massimo D’Alema e Matteo Renzi sono diversi ma hanno una cosa in comune: l’uso di una fondazione per raccogliere i soldi e i servizi utili per fare politica senza nessun obbligo di dichiarare i finanziatori né di spiegare come hanno speso i soldi così raccolti.
I contributi annuali a un partito o a un parlamentare, sopra i 5 mila euro, devono essere sempre dichiarati alla Camera di appartenenza. Anche le entrate e uscite in campagna elettorale devono essere rendicontate a pena di sanzioni. Se un parlamentare incassa 60 mila euro o si fa pagare le spese del suo telefonino da un privato deve quindi dichiararlo. (altro…)

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SUL dono esiste una ricca letteratura (specie psicoanalitica). Ma a prescindere da quella basta il buon senso per capire che doni troppo impegnativi rischiano — appunto — di impegnare troppo. Questo fa parte del gioco nelle relazioni sentimentali; ma non va bene nella vita politica e nelle relazioni d’affari, dove non è mai chiaro dove finisce la gentilezza e dove cominciano i secondi fini. Stupisce, nelle fiorenti cronache giudiziarie sui casi di malapolitica, scoprire quanto frequente e quanto ingenua (nella migliore delle ipotesi) sia l’abitudine di accettare doni costosi senza rendersi conto che questi potrebbero diventare prove a carico; e che è comunque sconveniente incamerarli con disinvoltura.

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VauroNon è il massimo della vita fare ogni giorno le cassandre e i grilli parlanti, specie se tutto intorno è un concerto per violini, pifferi, tromboni, grancasse e tricchetracche. Sarebbe bello poter dire, una volta tanto, che va tutto bene, o almeno ci andrà. E risparmiarci i ritornelli del Farinetti di turno: “Ma voi vedete sempre il brutto dappertutto!”. Come se lo facessimo apposta, se ci fosse bisogno di scavare, per trovarlo. Per un anno, soli soletti, abbiamo scritto che l’Italicum e il nuovo Senato sono due schiforme perché espropriano un’altra volta i cittadini del diritto di scegliere i propri rappresentanti e consegnano le istituzioni (che sono di tutti) nelle mani di uno solo, il premier-padrone. Ora che forse è tardi (ma forse no, se chi dissente si decide a votare contro in Parlamento, anziché ciarlare in tv), lo dicono pure la minoranza Pd e persino i costituzionalisti Onida, Ainis e De Siervo, finalmente liberati dall’armatura corazziera dell’èra Napolitano. (altro…)

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Presadiretta
Italia, paese di grandi vip che a volte hanno anche un rapporto difficile col fisco (per usare un eufemismo): come il campione Rossi del mondo nel motociclismo. Grazie alle sponsorizzazioni e ai ricchi contratti, diventa uno degli sportivi più pagati: nel 2007 la procura di Perugia gli notifica una cartella per evasione, per aver spostato residenza a Londra.
Valentino ha trovato un accordo col fisco, con uno sconto del 70% sull’evaso.
Che diranno i contribuenti e i lavoratori normali?

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I numeri

Nella legge sulla Pubblica amministrazione licenziabilità e limiti alle retribuzioni. Sprint finale per il via libera al Senato.

ROMA Il tema è delicato. Un anno fa, in una delle prime bozze del de­creto con i tagli di spesa necessari a finanziare il bonus da 80 euro, era spuntata una norma che aveva fatto gelare il sangue a molti diri­genti della Pa. Accanto al tetto dei 240 mila euro massimi di stipen­dio consentiti a chiunque avesse un rapporto di lavoro o di consu­lenza con il pubblico, erano spun­tati dei limiti anche agli stipendi dei dirigenti di rango meno elevato. Un tetto di 185 mila euro a quel­li di prima fascia e di circa 110 mila per tutti gli altri. Non se ne era fat­to poi nulla. (altro…)

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scuola

Gli enti, agonizzanti dopo la riforma Delrio, non riescono a far fronte ai costi degli istituti superiori
Così a Verona, Venezia, Biella, Savona e Taranto i presidi chiedono alle famiglie i soldi per pagare la luce.

Troppi vincoli di bilancio, pochi soldi in cassa: le Province agonizzanti dopo i tagli del governo Monti e la riforma Delrio non sono più in grado di assolvere i loro compiti. Anche quelli fondamentali, come il funzionamento degli istituti superiori: in primis, il pagamento delle bollette. È già successo nel 2014, al Nord come al Sud: “Prendiamo atto delle vostre comprensibili problematiche contabili – ha risposto nel 2014 la provincia di Verona alle richieste dei presidi – ma non abbiamo possibilità di comunicare l’ammontare delle risorse per le spese di funzionamento. (altro…)

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greenpeace-carbone
In tre distinti rapporti Greenpeace fotografa la situazione delle grandi aziende elettriche ancora bloccate a difendere le fonti fossili, del pericoloso invecchiamento centrali nucleari e del conflitto tra rinnovabili e fonti sporche nelle reti elettriche in Europa. Entro ottobre 2014 la UE dovrà decidere la propria politica energetica e di taglio delle emissioni di CO2 e stabilire gli obiettivi al 2030.

Locked in the past“: le grandi aziende energetiche europee come emerge dai loro investimenti sbagliati, sono rimaste legate al passato e alle fonti fossili, che le hanno portate in una condizione finanziaria precaria. I segnali di cambiamento del mercato c’erano ed erano evidenti, ma le compagnie energetiche non sono state in grado di coglierli e sono pertanto rimaste indietro nella corsa alle rinnovabili. Per questo ora cercano di bloccarne il mercato.

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Giannelli

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Tunisi

Sfilano i capi di Stato, tra loro anche Hollande e Abu Mazen Renzi in piazza: “Lotta per la democrazia, fermeremo gli estremisti”.

TUNISI – QUANDO si vuol mostrare di non aver paura si portano i bambini alla manifestazione. I tunisini hanno portato i bambini. Il loro cartello prediletto è: «Questa estate io faccio le vacanze in Tunisia». Benché il turismo sia qui una risorsa decisiva, è un’idea poetica. Tutti paragoneranno la manifestazione di oggi a Tunisi a quella di Parigi: io no. È grande e bella, non ne ha bisogno. I confronti si portano poi dietro domande inutilmente facili (perché le agenzie di viaggio non hanno cancellato Parigi, e le crociere internazionali hanno cancellato Tunisi? E l’altro ieri la Federazione internazionale di tennis ha cancellato gli Open di Tunisi di aprile!) C’è tanta gente: 70 mila, secondo la polizia (la polizia, dicono qui, oggi è dei nostri). In questi giorni Tunisi si è riempita di pioggia di vento e di cortei del Social Forum. Là e qui ragazze e donne danno il tono: «Essere donna vuol dire vivere in uno stato di guerra». (altro…)

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