VA BENE che pecunia non olet ; ma la facilità con la quale, in Occidente, si fanno affari d’oro con le dinastie feudali che reggono le sorti della penisola araba (e sono fortemente sospettate di finanziare il jihadismo) stride con la profonda diffidenza nei confronti delle comunità di immigrati che chiedono, quasi sempre senza successo, una moschea per pregare. Vedi le recenti vicende milanesi, con la mezzaluna che svetta metaforicamente sui grattacieli. Zero minareti, così gli islamofobi non si spaventano, ma gli sceicchi, come tutti gli straricchi e gli strapotenti del pianeta, bene insediati a pochi metri dal cielo. Già dopo le Due Torri nacquero molte domande sui rapporti cordialissimi tra il clan dei Bush e i sauditi. Si disse, e forse non era una battuta, che esiste un inevitabile feeling tra i reazionari di tutte le latitudini. Le tradizioni possono essere diversissime, i tradizionalisti si assomigliano ovunque.
Certo è che l’atteggiamento di buona parte del potere economico e politico di Occidente nei confronti dell’Islam ha qualcosa di schiettamente classista: porte aperte per le satrapie di multimiliardari che portano vagonate di quattrini, muso duro contro i musulmani spesso costretti a stendere in strada la loro stuoia per la preghiera. C’è qualcosa di ingiusto ma soprattutto qualcosa di insensato in un vaglio che esclude la sabbia e lascia passare solamente i macigni.
Da La Repubblica del 01/03/2015.
Ha dimenticato come gli emiri facciano affari d’oro con i potenti poteri finanziari ebraici…paradossale vero ?