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Archive for giugno 2015

Se vince il no (Ettore Livini)

noATENE – Il “no” parte svantaggiato nel referendum di domenica, malgrado il governo – con mossa accorta – abbia posizionato la casella “Oki” (no in greco) sopra quella del “Nai” (sì) sulla scheda elettorale in stampa in queste ore. Le conseguenze di una vittoria del no, dicono in molti, rischiano di essere molto più complesse da gestire. Il premier Alexis Tsipras ha detto che un esito di questo tipo gli darebbe il mandato per respingere al mittente il compromesso e presentarsi a Bruxelles per negoziarne uno migliore forte del risultato referendario. Resta da vedere se a quel punto troverà qualcuno seduto dall’altra parte del tavolo. Molto probabilmente no.
La Troika potrebbe considerare il no come la chiusura dei negoziati. Non solo non riaprirebbe le trattative, dunque, ma chiuderebbe definitivamente il suo programma obbligando la Bce a staccare la spina dei finanziamenti ad Atene, sospendendo le linee di credito d’emergenza che negli ultimi mesi hanno tenuto in vita il paese.

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siATENE . Il “Sì” alla proposta dell’ex Troika — per quel che valgono i sondaggi della scorsa settimana — pare essere l’esito più probabile del referendum. Il 70% dei greci vuole rimanere nell’euro. E il 57% è disposto a farlo anche a costo di mettere la firma del governo sotto un accordo difficile da digerire.
Cosa succederà se questo sarà davvero l’esito? Il premier Alexis Tsipras, che pure fa campagna per il no, è stato chiaro: «Rispetteremo la volontà dell’elettorato, anche se io non sono un uomo per tutte le stagioni», lasciando intendere che potrebbe dimettersi.

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scuola-proteste-ddl

Porre la fiducia da parte del governo sulla riforma della scuola ha significato non consentire al Parlamento ed alle opposizioni di svolgere su temi centrali della vita civile del Paese, attinenti alla tutela di diritti fondamentali, il ruolo e la funzione che la Costituzione riconosce loro. Infatti, il provvedimento prevede scelte di discrezionalità legislativa destinate a ripercuotersi sui diritti di una pluralità di soggetti, ed in senso più ampio su una struttura organizzativa fondativa del nostro Stato sociale.

Bisogna dare al Parlamento ed alle opposizioni il diritto di svolgere il proprio ruolo, costituzionalmente garantito, ed in particolare di esprimersi su una serie di questioni di dubbia costituzionalità. (altro…)

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caos_campania

“In Campania si sta consumando qualcosa di incredibile. Quelli che vedete nella foto sono i cittadini Campani che stamattina hanno chiesto di far partire i lavori del loro Consiglio Regionale.
La Campania non ha un Governo e un consiglio regionale da oltre un mese. La giunta non può formarsi perché il condannato De Luca per Legge non può fare il Presidente – come avevamo avvisato noi in campagna elettorale. E il Pd sta impedendo la formazione del consiglio regionale, perché se si riunisse dovrebbe prendere atto che si deve andare a nuove elezioni, perdendo la poltrona. (altro…)

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GreciL’economista Paul Krugman spiega oggi con parole semplici, su “Repubblica”, il senso profondo del referendum greco: la cittadinanza di quel Paese, infatti, finora ha sempre espresso il desiderio di rimanere agganciata all’Europa e alla sua moneta, ma ha considerato dannosi e indigeribili i provvedimenti che l’Europa stessa le chiedeva in cambio. Adesso quella cittadinanza è chiamata a stabilire quale delle due cose è prioritaria: insomma è costretta a scegliere.

O di qua o di là: tertium non datur, almeno non in questa Europa e in questa moneta unica. Non in un contesto dove comandano Lagarde, Merkel e Schäuble. Non quando un Paese di soli 11 milioni di abitanti e con un’economia strutturalmente debolissima che ha tutti gli altri 18 Paesi contro. Quindi non ha la forza per cambiarne le regole e i trattati. (altro…)

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Siamo improvvisamente diventati tutti esperti di diritto costituzionale, di macro e micro economia, di finanza. Soprattutto dei diritti e della finanza altrui, quella greca.
Per una volta l’italietta del bunga bunga, di mafia capitale, della piovra (dove una ragione è tenuta ostaggio dai problemi giudiziari del neo presidente inopinatamente eletto), è messa in secondo piano dai problemi della Grecia.
Per 7 miliardi è saltato l’accordo tra un governo democraticamente eletto (beati loro) e la ex Troika: il punto dolente era da dove prendiamo i soldi? Dai soliti noti (che pure in Grecia godevano di molti privilegi) o proviamo a prendere i soldi da qualche altra classe sociale? (altro…)

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Gli schieramenti
BRUXELLES. “OXI”. “NAI”. Quando alle istituzioni europee una manina di Nia Dimokratiza — il partito conservatore dell’ex premier Samaras — ha fatto arrivare la bozza del quesito referendario prima che questa venisse resa nota in Grecia, tutti sono caduti dalle sedie. Tsipras esplora un inedito della psicologia politica: sulla scheda della consultazione popolare il “no” viene prima del “sì”. Un tentativo di influenzare il voto che potrebbe cambiare la storia della Grecia, dell’euro e dell’Unione. E una mossa che ha fatto infuriare ancor di più, se possibile, i leader europei, compatti nel vivere con fastidio l’atteggiamento del loro collega di Atene.
Ma c’è un altro punto, molto politico, che a Bruxelles e nelle grandi cancellerie non hanno mandato giù.

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ellekappa

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RenziGREXIT? L’Italia perderebbe parte dei prestiti, ma l’impatto sui conti è zero. Il pericolo è lo spread su cui Renzi ha costruito la sua politica.

L’ultimo promemoria è arrivato ieri dal tonfo di Piazza Affari: -5,17 per cento, 30 miliardi di capitalizzazione bruciati e lo spread tra i nostri titoli di Stato a dieci anni e gli omologhi Bund tedeschi che ha sfondato quota 190, per poi attestarsi a 159 punti. Assist indiretto al fronte italiano del sì al referendum greco: il default di Atene ci costerebbe parecchio – la sintesi del concetto – meglio per noi che i greci scelgano il dialogo. Nel silenzio assordante del governo sull’affaire Grecia, ieri è toccato a Pier Carlo Padoan smentire gli allarmi, ribadendo il concetto degli ultimi giorni: “La speculazione non ci danneggerà”. Mentre le cancellerie europee riuniscono i gabinetti in emergenza, ieri Matteo Renzi ha rotto il silenzio con un messaggio su Twitter: “Il referendum greco non sarà un derby tra la Commissione europea contro Tsipras, ma euro contro dracma. Questa è la scelta”. (altro…)

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In piazza

Ue: delusi da Tsipras. Il premier: “I voti per il no ci rafforzano” Oggi nessun rimborso all’Fmi Europarlamento chiede summit Merkel:“Senza euro fallisce la Ue”.

BRUXELLES – Ultimi, affannosi, e finora inutili tentativi per convincere il governo greco ad accettare le proposte dei creditori e presentarsi al refrendum schierato sul fronte del “sì”, rendendo così possibile una proroga del programma di aiuti che scade alla mezzanotte di oggi. «La porta è sempre aperta», dice il presidente dell’eurogruppo Dijsselbloem. Si mobilita perfino Obama, che telefona a Hollande: i due esprimono la speranza di una ripresa dei negoziati.
Il mondo intero si china sulla crisi greca. La Cina esprime «solidarietà alla Ue» e spera che Atene resti nell’euro. Mosca dice di capire la convocazione del referendum da parte di Tsipras, ma auspica un accordo. Le borse di tutto il Pianeta incassano una botta negativa, e Milano è tra quelle più colpite. Lo spread dei titoli italiani subisce un’impennata ma poi torna a livelli non allarmanti. Come sempre, la fine della ricreazione la suona Angela Merkel, quando si dice pronta a riaprire i negoziati, ma «dopo il referendum».

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LE tane della fornicazione»: così un tweet fiancheggiatore, esultando per la strage, definisce le spiagge e gli alberghi tunisini dove passano le vacanze gli europei. C’è, dentro quella definizione, tutta la paranoia bigotta ( anche molto ridicola; feroce e ridicola) della quale l’ordigno jihadista è carico. Megatoni di sessuofobia, di paura violenta, di odio per la libertà degli altri. Il movente, in ogni delitto, è importante. Il jihadismo ce lo ripete con metodica precisione, con pedante chiarezza, il suo movente: odia gli occidentali, e quella parte del mondo arabo sospettabile di esserne complice o succube, per la disinvoltura dei costumi, la libertà sessuale, la libertà delle donne come bestemmia suprema, come oltraggio insopportabile all’ordine patriarcale.

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napolitano-napoleone-vignettaNon è vero che i giornali servano a incartare il pesce. Essi invece si rivelano vieppiù preziosi per guidare i cittadini nella giungla delle notizie. E non ci riferiamo al nostro, a cui pure siamo molto affezionati, ma alla concorrenza. Per la precisione, a un grande quotidiano di lunga tradizione: La Stampa. Ieri, grazie al lavoro di scavo di una giornalista investigativa di prim’ordine come Antonella Rampino, vi abbiamo appreso particolari clamorosi quanto inediti sull’ex presidente Giorgio Napolitano. Lanotiziavapresaconlemolle, perché è di quelle destinate a terremotare la politica italiana, e non solo quella. Ma anche a mettere in crisi le convinzioni più consolidate degli ultimi anni, anzi decenni, anzi secoli. Nulla, dopo questa rivelazione, sarà più come prima. Noi la riporteremo così come l’abbiamo letta, ben consapevoli di maneggiare materiale incandescente,per non dire esplosivo.E declinando fin d’ora ogni responsabilità,che va interamente attribuita alla scopritrice insieme ai meriti di quella che non esitiamo a definire un’esclusiva mondiale e segnaliamo alla giuria del Pulitzer perché la tenga nel dovuto conto.   (altro…)

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Da dove viene il segnale d’allarme, da Ventimiglia o dalla Tunisia? Io credo da Ventimiglia e ne ho paura. Sento le ragionevoli obiezioni. Ventimiglia è una indecente ma anche stupida storia di pace. L’attacco in Tunisia è un episodio della guerra feroce del Califfato contro l’Occidente, cioè contro tutti noi.Propongo di rovesciare la portata e il pericolo dei due casi.   NON ESISTE al mondo terrorismo che non sia stato sconfitto, anche se ha lasciato impronte spaventose.E a meno che sia ancora coperto da segreto. In questi giorni, due gruppi di notizie stanno occupando un solo giornale in Italia (il Fatto Quotidiano)e un solo giornale in Usa (il New York Times). (altro…)

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Da Speranza e Cuperlo parte la sfida per la leadership “Quella di Renzi è fragile.Italicum da rifare”.

Tocca al novantenne Alfredo Reichlin bacchettare tutti: Renzi in primo luogo, ma anche le minoranze del Pd guidate da Roberto Speranza e Gianni Cuperlo, che ieri si sono unite in un’assemblea a Roma, in vista di una grande convention autunnale. «Stiamo attenti a non diventare una setta come le altre – mette in guardia lo storico leader– Il problema non è Renzi ma il pensiero politico che non c’è». Insomma «cosa c’è dietro di lui?». E poi meglio sarebbe parlare meno di Civati e più delle forze produttive del paese. Reichlin sta con gli anti renziani. Del premier e segretario dice che è «un ignorante» che non può asfaltare i valori del centrosinistra perché se lo fa «è uno stupido». Ma non è solo giornata di vecchi leoni al centro congressi vicino piazza di Spagna, dove si riunirono i grandi elettori dem indicando Mattarella per il Quirinale.

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Dal 1995 al 2015. Sono vent’anni che il malaffare condiziona la vita dei cittadini ostiensi. Gli ultimi fatti di Mafia Capitale lo hanno dimostrato: 4 assessori Pd costretti alle dimissioni e il minisindaco Andrea Tassone finito agli arresti domiciliari. Il marcio della casta politica spazzato via, in un solo colpo, dalle Procure. Per questo il M5S ieri è sceso in piazza ad Ostia, segnando l’inizio di un nuovo corso in difesa della legalità e del bene comune. La Fiaccolata dell’Onestà ha visto aderire cittadini attivi, con una grande voglia di riscatto. E’ stata un’esperienza magnifica.

Abbiamo marciato fianco al fianco, dal Porto turistico di Roma (Lungomare Duca degli Abruzzi) fino a Piazza Ravennati, passando per i luoghi simbolo dove mafiosi e criminali hanno battezzato l’illegalità:
Il lotto 10, quello rivendicato dal clan Spada e all’origine della famosa sparatoria che 4 anni fa spinse la Dda ad aprire la prima inchiesta contro una famiglia che con i capostipite Vincenzo ed Enrico fino a quel momento era nota solo per prestiti usurari e per i ricchi funerali; (altro…)

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De Luca RenziIl governatore presenterà ricorso per congelare la sospensione.

L’ultima carta dello Sceriffo sospeso è non fare lo Sceriffo. La grande tentazione è quella di prendere tempo,disertando il Consiglio regionale di domani. E puntare tutto sul ricorso per il suo reintegro, che il neo governatore della Campania presenterà domani mattina presso la prima sezione civile del tribunale di Napoli. Il suo giudice naturale, a cui chiederà di congelare la sospensione inflittagli da Matteo Renzi, in applicazione della legge Severino. Perchè sarebbe la soluzione (temporanea) ai suoi guai, il provvedimento che gli permetterebbe di nominare il vice e la giunta. Vincenzo De Luca è pronto a sottrarsi al Consiglio di domani, in programma alle 10. (altro…)

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Le città

Renzi: “Non accetteremo di vivere nella paura” Cameron piange i morti britannici: li sconfiggeremo.

PARIGI. Il giorno dopo il venerdì di sangue in tre continenti, l’Europa si risveglia con la consapevolezza che la guerra contro l’integralismo islamico è solo all’inizio. «La domanda non è se ci saranno altri attentati, ma quando» spiega Manuel Valls. «La Francia — continua il premier — deve imparare a convivere con la minaccia costante di attentati terroristici, azione di singoli come quello vicino a Lione o come le stragi di Parigi di gennaio». Una minaccia, dice ancora Valls, che potrebbe «durare anni».
All’indomani dei triplici attacchi — in Francia, Tunisia, Kuwait — la mobilitazione è globale. «Nel mondo moderno non c’è posto per questi estremisti islamici, li sconfiggeremo» dice il premier britannico David Cameron.

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In fugaColpo mortale.  In ginocchio il turismo, il 7% del Pil nazionale. Il governo sequestra 80 moschee, però la legge antiterrorismo è bloccata in Parlamento.

Tunisia il giorno dopo il massacro. “La casa è in fiamme e alcuni guardano altrove, svegliamoci dal nostro torpore”, scrive in un editoriale su La Presse Brahim Oueslati. E ha ragione. Le immagini dei turisti che fuggono dalle spiagge di Sousse, le notizie che arrivano dai tour operator internazionali che hanno disdetto le prenotazioni, dicono che il Paese è sull’orlo del baratro. “Il turismo – avverte l’economista Abdejlil Bedoui – rappresenta il 7% del nostro Pil e impegna il 15% della nostra forza lavoro. È un colpo mortale”.   Subito dopo l’attentato, il presidente Beji Caid Essebsi si è recato a Sousse a portare solidarietà alle vittime e a visitare i feriti ricoverati nei quattro ospedali della città. “La Tunisia – ha detto – non tollererà più che sventoli la bandiera nera dell’Is”. (altro…)

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