Il premier greco in teleconferenza spiega il nuovo piano riforme ma tiene duro su contratti collettivi e aumento delle pensioni minime.
MILANO -La Grecia rompe gli indugi e presenta la sua bozza di compromesso ai creditori. Il documento, sostengono fonti elleniche, sarebbe stato messo nero su bianco nel weekend da Alexis Tsipras assieme al team economico del governo e dovrebbe costituire — si augurano ad Atene — la base per sbloccare l’ultima tranche di aiuti. Il testo è stato al centro ieri sera di un colloquio telefonico tra Tsipras, la Cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande che oggi potrebbero incontrarsi di persona a Berlino assieme a Jean Claude Juncker. «Vogliamo mettere fine al circolo vizioso degli ultimi mesi con un accordo di mutuo beneficio con obiettivi realistici — ha scritto il presidente del Consiglio ellenico in un intervento su Le Monde — . L’Europa è a un bivio: in ballo non c’è solo il destino della Grecia e a dare il via libera non dovranno essere le istituzioni ma i leader politici».
L’obiettivo dei negoziatori ellenici è chiaro: arrivare a un Eurogruppo in tempi stretti per approvare l’intesa e dare il via all’iter che in pochi giorni porterebbe all’ok nel Parlamento di Atene (minoranza di Syriza permettendo). Subito dopo Ue, Bce e Fmi potrebbero sborsare 7,2 miliardi di prestiti e si aprirebbero i negoziati per ristrutturare il debito greco e varare il terzo salvataggio del paese per cui — dicono fonti comunitarie — saranno necessari altri 30-40 miliardi di aiuti.
La strada, naturalmente, non è ancora tutta in discesa. Il clima delle trattative, ammettono anche alla Ue, è migliorato. Ma l’ottimismo ellenico per un’intesa imminente si è spesso scontrato con lo scetticismo delle altre parti al tavolo. La proposta di compromesso di Tsipras è la sintesi dei passi avanti fatti finora ma tiene in vita molti dei paletti negoziali di Syriza. Ci sarebbero impegni precisi sulle privatizzazioni e sulla lotta all’evasione. Una quadra sarebbe stata trovata pure sull’avanzo primario (1,5% nel 2015-2016 per poi salire gradualmente) e sulla riforma della pubblica amministrazione. Su lavoro e previdenza la bozza ellenica è però molto lontana dai desideri dell’ex Troika. «Chiedendo di ripristinare i contratti di lavoro collettivi non facciamo altro che pretendere quello che accade nel resto d’Europa » ha detto Tsipras. Il premier sarebbe pronto a limitare le possibilità di accesso alla pensione anticipata ma è determinato ad alzare quelle minime: «Il 44,5% dei miei concittadini riceve un assegno che è sotto il livello della soglia di povertà».
Basterà ai falchi del rigore? Non è detto, anzi non è probabile. Il Fondo monetario insiste da settimane per un’intesa a 360 gradi che sciolga subito tutti i nodi sul tavolo garantendo la sostenibilità del debito di Atene. E se la bozza d’intesa del Partenone non fosse soddisfacente, a prendere il pallino in mano a quel punto potrebbero essere i creditori, rilanciando con una loro offerta di compromesso “prendere o lasciare” per chiudere — in un modo o nell’altro — la partita per il salvataggio del paese. Lasciando aperta una porta anche all’ipotesi di un referendum o di default controllato. «Se non si arriverà a un accordo — ha messo le mani avanti Tsipras — non sarà certo per l’intransigenza della Grecia».
Da La Repubblica del 01/06/2015.
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