Col consueto disprezzo per la democrazia, Matteo Renzi impone la fiducia anche sulla scuola. Così potrà incolpare della mancata assunzione dei 100mila precari chi dirà no alla controriforma. “L’ennesimo ricatto”, riassume oggi Il Fatto. Se lo avesse fatto Berlusconi i Nanni Moretti sarebbero scesi in piazza, ma se lo fa Renzi (cioè il Pd) va tutto bene. La solita storia: complimenti, “intellettuali” di sinistra. Ma c’è di più. Renzi è costretto a sperare in ogni modo che il governo duri perché, se si va al voto, non è più sicuro di vincere. In neanche un anno è cambiato tutto: non può più alzare la voce. Non lo dicono solo i risultati (per lui ridicoli) di Regionali e ballottaggi. Lo rivelano anche i sondaggi. Oggi Repubblica, tramite il puntuale Ilvo Diamanti, racconta uno scenario assai inedito. Renzi è crollato al 32%, facendo perdere al Pd 9 punti in un anno. Il M5S è salito al 26% (suo record, persino superiore alle Politiche 2013) e Salvini più Berlusconi arrivano al 28%. Le sue “riforme cosmetiche” piacciono giusto a Farinetti e Baricco.
Premesso che il Pd di Renzi al 32% resta sempre un’enormità, e che se andassimo al voto domani lui vincerebbe comunque perché prometterebbe di tutto (con l’informazione complice) e perché l’Italia resta un paese a maggioranza democristiano-destrorsa, la velocità con cui Renzi sta crollando – e l’unico a non accorgersene è lui – è prodigiosa. Per quanto goda di una protezione oltremodo trasversale nei media, non ne indovina una. Del resto è un personaggio improponibile sotto tutti i punti di vista, involontariamente comico e smisuratamente inadeguato: di gran lunga uno dei peggiori (se non addirittura il peggiore) Presidente del Consiglio che l’Italia abbia mai avuto, e con distacco imperiale rispetto ai predecessori. Resta però un dolore di fondo: l’idea che milioni di italiani abbiano creduto, e addirittura credano ancora, a questa caricatura di politico (che durerà a lungo) e a questa sconfortante “nuova classe dirigente” renziana, è qualcosa di profondamente umiliante per tutta l’Italia. Davvero una roba di cui vergognarsi (io no, ma molti sì. E tanto). Ognuno ha le sue perversioni, ma l’idea che Renzi possa essere ritenuto uno statista salvifico – credibile, efficace, innovativo – è davvero qualcosa che va oltre qualsiasi fantasia tristemente hard. Se Renzi fosse un attore, e in realtà vorrebbe esserlo, verrebbe scartato anche come comparsa in un film minore di Giovanni Veronesi. Sta alla politica come una Birkenstock all’erotismo: non copriamoci sempre di ridicolo in questo paese, su.
Da facebook.com/AndreaScanziNews
Ottimo articolo. Maledetto il pd e chi lo vota.