Il documento.
Pronto l’Instrumentum Laboris, il testo che sarà alla base dell’assemblea del prossimo autunno “Accordo su un percorso di riconciliazione con i risposati”
Resta il “no” su aborto, eutanasia e teoria gender.
CITTÀ DEL VATICANO – «I Padri sinodali sono invitati a esprimersi con parresìa». Cioè con franchezza, con trasparenza. Senza timidezze e reticenze. Sta in buona parte qui, in questa parola greca usata con forza da Francesco nel suo pontificato (e ribadita ieri dal cardinale Baldisseri), il senso del nuovo documento sulla famiglia presentato ieri in Vaticano. L’Instrumentum Laboris: 78 pagine, 11 capitoli, una preghiera finale. Un testo lungo ora 147 paragrafi rispetto ai 61 della precedente Relatio, messo a punto dal Sinodo in vista dell’assemblea convocata dal 4 al 24 ottobre prossimo. E suddiviso in tre parti (“L’ascolto delle sfide sulla famiglia”, “Il discernimento della vocazione familiare”, “La missione della famiglia oggi”), ognuna per le tre settimane di discussione, prima delle decisioni finali che spetteranno al Papa.
È un documento che mette tutto sul tappeto. A partire dai due temi più controversi e ben noti all’opinione pubblica, già dal Sinodo straordinario dello scorso ottobre. Una sessione servita come base al confronto e alle proposte giunte soprattutto da diocesi e parrocchie, come ha evidenziato Baldisseri, segretario generale del Sinodo, presentando il documento alla stampa.
Con novità incoraggianti per chi guarda alle riforme: sui divorziati risposati, ha sottolineato l’arcivescovo Bruno Forte, non c’è «un no pregiudiziale» per l’ammissione alla comunione. Quanto alla omosessualità, il testo ribadisce che «ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con sensibilità e delicatezza, sia nella Chiesa che nella società».
Due, in generale, i princìpi cardine. Il primo: la misericordia, concetto all’ombra del quale si svolgerà il prossimo Giubileo. Il secondo: «Un annuncio che dia speranza e che non schiacci: ogni famiglia sappia che la Chiesa non l’abbandona mai». È un testo prudente nel proporre soluzioni, che vuole arrivare all’assemblea senza spaccature per consentire al confronto di svilupparsi e al Papa di fare le sue scelte. Ma che affronta con piglio sicuro i temi decisivi della famiglia. Ecco qui di seguito i punti principali.
IL NODO DELL’EUCARISTIA
«L’attenzione e l’accompagnamento nei confronti dei divorziati risposati civilmente si orientino verso una sempre maggiore loro integrazione nella vita della comunità cristiana». Sul tema controverso della riammissione alla comunione è emerso «un comune accordo sulla ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale». Questa formulazione prevede però due ipotesi, subordinate e contrapposte, che debbono essere valutate e votate dal Sinodo. La prima è che il cammino penitenziale, accanto alla «presa di coscienza del fallimento e delle ferite da esso prodotte», e dunque al «pentimento», sia accompagnato dalla «verifica dell’eventuale nullità del matrimonio ». Se queste condizioni non vi sono il cammino penitenziale dovrebbe semplicemente portare «all’impegno alla comunione spirituale e alla decisione di vivere (il secondo matrimonio) in continenza». La seconda e più realistica ipotesi riguarda invece la possibilità che il cammino penitenziale «sotto la responsabilità del vescovo diocesano » porti all’accesso ai sacramenti. In concreto, l’ipotesi è quella di «un’accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari, ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste». Il documento preparatorio del Sinodo ammette che «va ancora approfondita la questione». Ma i divorziati non devono essere esclusi dalla possibilità di essere padrini, testimoni di nozze, lettori nelle liturgie e catechisti.
RISPETTO PER GLI OMOSESSUALI
«Ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con sensibilità e delicatezza, sia nella Chiesa che nella società. Sarebbe auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una specifica attenzione all’accompagnamento delle famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale».
NOZZE NON EQUIPARABILI
«Non poche sono le contraddizioni culturali che incidono sulla famiglia», tra cui la teoria del gender e le nozze gay. Il testo recepisce quanto approvato a maggioranza semplice (e dunque formalmente non approvato) alla scorsa assemblea, sul tema delle famiglie che hanno al loro interno persone omosessuali.
«Al riguardo — si legge — ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessualidevono essere accolti con rispetto e delicatezza » evitando «ogni marchio di ingiusta discriminazione».
BUONA CONDOTTA NEI MATRIMONI MISTI
«I matrimoni misti e i matrimoni con disparità di culto presentano aspetti di criticità molteplici e di non facile soluzione, non tanto a livello normativo quanto a livello pa-storale: la problematica dell’educazione religiosa dei figli; la partecipazione alla vita liturgica del coniuge». Dal questionario servito per redigere il documento emerge una proposta concreta: «Elaborare un codice di buona condotta, in modo che nessun coniuge sia d’ostacolo al cammino di fede dell’altro ».
ANNULLAMENTI GRATUITI
«Si rileva un ampio consenso sull’opportunità di rendere più accessibili ed agili, possibilmente gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità matrimoniale ».
Articolo intero su La Repubblica di oggi
Rispondi