Un danno collaterale della vicenda De Luca è rappresentato dal fatto che, nel nostro Paese, la violazione della legge è senza conseguenze.
Almeno per le violazioni di legge connesse con la politica. Già ho avuto modo di scrivere del reato di calunnia commesso da De Luca nei confronti di Rosy Bindi, da lui denunciata – sapendola innocente – per diffamazione e abuso d’ufficio (il Fatto Quotidiano, 10 giugno); e dell’inerzia della Procura di Roma. Oggi mi chiedo se analoga inerzia vi sarà nei confronti di Renzi, responsabile del reato di abuso di ufficio, avendo egli omesso di dichiarare De Luca decaduto, in applicazione della legge Severino,dalla carica di presidente della Regione Campania.
Art. 323 cp: “Il pubblico ufficiale che, nello svolgimento delle funzioni, in violazione di norme di legge, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto…”. Renzi, presidente del Consiglio, è pubblico ufficiale; tra le sue funzioni rientra l’obbligo di legge di dichiarare De Luca decaduto; è consapevole di questo obbligo cui non adempie; a ciò consegue l’ingiusto vantaggio patrimoniale di uno stipendio cui De Luca non avrebbe diritto (è stato proclamato presidentedellaRegioneedaquesto momento gli è riconosciuto il relativo emolumento); e anche il danno derivante dall’assenza di un operante governo regionale (si pensi al settore della sanità e assistenza pubblica). Anche ammettendo che le principali motivazioni di Renzi siano di natura politica (teme nuove elezioni e la perdita della Campania), avrebbe dovuto valutare queste ingiuste conseguenze che sono quindi rilevanti sotto il profilo del dolo eventuale. Per convincersi dell’opportunità di questa incriminazione, basta pensare a cosa succederebbe a un magistrato che, consapevole della scadenza dei termini di carcerazione di un detenuto, ometta volontariamente di scarcerarlo, così cagionandogli un danno ingiusto, magari perché convinto della estrema pericolosità del soggetto .
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano di oggi
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