Renzi: “Non accetteremo di vivere nella paura” Cameron piange i morti britannici: li sconfiggeremo.
PARIGI. Il giorno dopo il venerdì di sangue in tre continenti, l’Europa si risveglia con la consapevolezza che la guerra contro l’integralismo islamico è solo all’inizio. «La domanda non è se ci saranno altri attentati, ma quando» spiega Manuel Valls. «La Francia — continua il premier — deve imparare a convivere con la minaccia costante di attentati terroristici, azione di singoli come quello vicino a Lione o come le stragi di Parigi di gennaio». Una minaccia, dice ancora Valls, che potrebbe «durare anni».
All’indomani dei triplici attacchi — in Francia, Tunisia, Kuwait — la mobilitazione è globale. «Nel mondo moderno non c’è posto per questi estremisti islamici, li sconfiggeremo» dice il premier britannico David Cameron.
La Gran Bretagna paga il tributo di vittime più alto nell’attacco di Susa: almeno 15 inglesi uccisi sulle 37 vittime. «Questi terroristi — ha aggiunto Cameron — non riusciranno a imporsi. Per quanto cerchino di dividere le persone in tutto il mondo, riusciranno solo ad unirci con più forza nella nostra determinazione a battere loro e tutto ciò che rappresentano».
Sulle stragi di venerdì è intervenuto anche Matteo Renzi: «Serve uno sforzo insieme, geopolitico, per difendere la pace, per difendere i valori della tolleranza contro quei gesti di estremismo religioso e fanatismo che hanno colpito anche in queste ore dalla Tunisia, al Kuwait fino alla Francia». «Non accetteremo mai di vivere nel terrore» ha proseguito il premier italiano, intervenendo alla cerimonia della firma dell’accordo tra la Repubblica italiana e l’istituto buddista italiano Soka Gakkai. «Non si può uccidere in nome di Dio, si può vivere in nome di dio ma non uccidere. Io sono cattolico, la religione ampiamente maggioritaria in Italia — ha aggiunto il premier — eppure trovo meravigliosamente bello che in questo momento storico un paese affermi il valore della libertà religiosa come un caposaldo della sua dimensione comunitaria». Nonostante il rafforzamento delle misure di sicurezza, le autorità europee sanno che il “rischio zero” non esiste, tanto più perché gli attacchi sono ormai compiuti da individui soli o comunque apparentemente non collegati direttamente a un gruppo terrorista.
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