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Archive for luglio 2015

NON bisogna essere nati necessariamente al Sud per sentirsi scossi e colpiti dal grido d’allarme lanciato dalla Svimez sul rischio di un “sottosviluppo permanente” che incombe sul nostro Mezzogiorno.

BASTA essere nati in Italia, in qualunque regione italiana. E cioè essere cittadini di questo benedetto Paese, meridionali o centro-settentrionali, non fa differenza. Un Paese sempre più diviso e diseguale, con un Sud che ormai va alla deriva. I dati forniti ieri dall’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno — fondata nel 1946 da un gruppo di industriali e finanzieri lungimiranti, tra cui diversi uomini del Nord — documentano drammaticamente uno stato di crisi che equivale a un coma profondo.
Il Sud è in agonia. E il pericolo maggiore è che con un handicap del genere non riesca più neppure ad agganciare una possibile ripresa, se e quando dovesse effettivamente manifestarsi a livello nazionale.

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Secondo coscienza (Altan)

Altan

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Alla commemorazione della Strage di Bologna, il governo non se la caverà con il solito ministro irresponsabile dalle inutili promesse come è accaduto con Del Rio e Poletti. Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime, parlamentare Pd molto deluso, è chiaro: “Non abbiamo intenzione di fischiare nessuno,contesterò il comportamento del governo Renzi che in 35 anni è l’unico che non ha mantenuto la parola data.Se il premier non vuole essere contestato chieda immediatamente all’Inps di applicare la legge 206 sui risarcimenti alle vittime di stragi approvata nel 2004: subito la pensione alle quattro persone (allora bambini) rimaste ferite sull’80% del corpo, per i restanti aventi diritto con legge di Stabilità. Renzi, contro la nostra volontà, ci sta obbligando a portare l’Inps in tribunale”.  (altro…)

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M5sLe nostre di “ruspe” hanno appena finito una strada. E’ stata costruita in Sicilia per ricucire l’isola dopo l’ennesimo crollo di un pezzo di autostrada.

L’abbiamo finanziata noi. I soldi, 300.000 euro, li hanno messi i deputati M5S dell’Assemblea Regionale tagliandosi i loro stipendi.
Per costruirla ci siamo affidati ad aziende siciliane dando loro lavoro. Avevamo promesso che sarebbe stata conclusa entro luglio.
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azzollini

L’INTERVISTA   Francesco Boccia.

C’è quasi un sottinteso nel voto con cui il Senato ha evitato l’arresto di Antonio Azzollini. Non solo la Procura e il gip di Trani sono implicitamente accusati di “perseguitare” il senatore di Ncd (il famoso fumus persecutionis), ma la politica pare ansiosa di sminuire l’intera inchiesta sul crac della Casa divina provvidenza:“E invece là c’è una bancarotta da mezzo miliardo su cui Procura e Tribunale hanno fatto un ottimo lavoro. Anzi, chiedendo il fallimento nel 2013 hanno evitato che il buco diventasse ancora più grande”. Chi parla è Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, deputato Pd eletto in quelle zone e da anni avversario della gestione della clinica su cui – dicono i pm – regnava Azzollini: “Io ho chiesto per la prima volta l’amministrazione controllata nel 2007, invece si è andati avanti come se nulla fosse. Di fatto, ancora una volta, i pm hanno supplito all’incapacità della politica”.   (altro…)

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verdini-renzi-massoni

Il governo va sotto su un emendamento alla riforma della tv di Stato: dissidenti irritati dalla stampella degli ex-Fi.

Dai e dai ce l’abbiamo fatta a mandare sotto il governo”. Un senatore del Pd se la ride soddisfatto. Dopo aver salvato il collega Antonio Azzollini (Ncd) dai domiciliari, palazzo Madama boccia un pezzetto della legge di riforma sulla Rai che riguardava la delega sul canone di abbonamento. La minoranza dem si prende una rivincita, complice le assenze dei renziani (11 unità), di 7 verdiniani (presenti 3 su   10) e metà Ncd. Questo accade perché si è aperta ufficialmente la trattativa sul rinnovo del Cda di Viale Mazzini.   L’OPPOSIZIONE INTERNA a Renzi gongola: “Dopo il gruppo di Verdini e il salvataggio di Azzollini ci voleva una risposta. Se Renzi invece di discutere con noi pensa di aggirare il problema creandosi un gruppo servo noi facciamo sentire i nostri numeri”. (altro…)

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Tasso di occupazioneAllarme Svimez:si rischia il sottosviluppo permanente, nascite al minimo da 150 anni Bce sull’Italia: all’ultimo posto per aumento del Pil procapite.

ROMA – Se l’Italia non sta bene il Sud sta decisamente peggio. Colpa della crisi, certo, ma l’origine dei mali è molto più lontana. Basta far riferimento all’avvento dell’euro – per esempio – per vedere che l’intero Paese, negli ultimi quindici anni è cresciuto poco e male. Ce lo fa notare l’ultimo bollettino della Banca centrale europea: l’Italia, tra gli Stati che hanno adottato la moneta unica fin dall’inizio, è quello che ha ottenuto «i dati peggiori in termini di convergenza sul Pil pro capite». Eravamo partiti bene, sottolinea la Bce, in linea con la parte alta della classifica, siamo scivolati giù aumentando le distanze con la fascia Ue a reddito più elevato.

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matteo-tiziano-renziFollow the money La somma era nella parte sana dell’azienda di famiglia per cui il padre Tiziano è indagato per bancarotta.

È arrivato dove previsto: nelle tasche del premier. Il tfrche Matteo Renzi ha intascato è stato salvato anche dai creditoridell’aziendadifamiglia per cui il padre, Tiziano Renzi, è indagato a Genova per bancarotta fraudolenta. Gli inquirenti liguri hanno indicato quel tfr nell’elenco di beni ritenuti la parte sana dell’azienda di cui Tiziano avrebbe spogliato la Chil prima di affidarla a dei prestanome (Gianfranco e Mariano Massone)per portarla al fallimento ed evitare così di pagare i creditori. I debiti lasciati insoluti ammontano a 1,3 milioni. Secondo la procura Renzi senior invece di onorare i propri debiti ha trasferito beni e servizi a un’altra società, Eventi 6, intestata alla mamma del premier: Laura Bovoli. Salvandotutto.Compresoilt  fr del figlio. Per carità: all’epoca della cessione, avvenuta il 6 ottobre 2010, il trattamento di fine rapporto accantonato ammontava a 28,326 euro. (altro…)

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ellekappaNiente vigili del fuoco e carabinieri nel Comune del primo hub italiano.

FIUMICINO . Come è stato è possibile dunque? Se, superata Coccia di Morto, si segue il tanfo grasso di bosco e materiali di risulta che ancora appesta l’aria lungo il lato ovest del perimetro del Leonardo Da Vinci per poi infilarsi nella lunga strada dal nome allegro, via del Pesce Luna, e le quinte desolanti che portano lì dove il rogo si è sviluppato, una discarica abusiva all’interno dell’omonimo Consorzio (Pesce Luna), di risposte se ne trovano molte. Una meno rassicurante dell’altra. Quale che sia l’origine ancora discussa delle fiamme. Dolosa, come continua a non escludere un premier se possibile ancora più indispettito ieri del giorno precedente e ancora in attesa di una “relazione su quanto accaduto”. O fortuita, tutt’al più colposa, come spiega il prefetto di Roma Franco Gabrielli. E la ragione è perché è qui, a 4 chilometri in linea d’aria dalla Runaway 25, la pista di decollo trasversale alla costa, che si inciampa in un numero.

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hacking teamDopo gli attacchi informatici alla HT, il capo della polizia Pansa al Copasir: “Indagini danneggiate anche sull’eversione. E il software è insostituibile”.

Indagini, specie quelle sul terrorismo, bloccate o danneggiate. Sono i primi effetti dell’attacco informatico subìto dalla società con sede a Milano Hacking Team. È quanto rivela al Comitato parlamentare per la sicurezza (Copasir), il capo della p o l i z i a  A l e s s a n d r o Pansa.Con il capo della postale, i cui uffici utilizzavano dal 2004 il software creato dalla HT, Pansa ha spiegato quali sono le conseguenze di una serie di mail e altri documenti messi online e resi pubblici da hacker ancora non identificati. La notizia delle inchieste sul terrorismo bloccate in modo duraturo dopo la pubblicazione in rete del codice sorgente del software della Hacking Team, preoccupa ancora di più se si mette in relazione con il rischio attentati in Italia e a Roma.

Circostanza questa sottolineata anche dal sindaco della capitale Ignazio Marino ieri in un’intervista al Corriere della Sera.   MA IL CAPO della polizia Pansa ha spiegato al Copasir che c’è anche un altro problema. Ossia che non esiste sulmercato alcuna azienda italiana in grado di fornire un servizio simile a quello che la Hacking Team metteva a disposizione della polizia e delle altre forze dell’ordine. Il programma era usato non solo dalla postale.Ma anche da amministrazioni , Regioni, Comuni, Asl e altri enti pubblici.

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 31/07/2015.

 

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Nella repubblica degli indifferenti gli ultimi dati funerei sul Mezzogiorno verranno accolti come il solito rumore di fondo, mentre sono il rumore di un Paese che affonda. Perché il Sud che affoga trascinerà tutti con sé. È l’equazione dell’assurdo: i mari e i siti archeologici più belli, le intelligenze e i campi più fertili (prima che li concimassero coi rifiuti tossici) producono decrescita infelice peggio che in Grecia, decimazione dei posti di lavoro e adesso persino della popolazione, che ha smesso di fare figli in un impulso inconscio di autodistruzione. Se non si parla più di secessione è perché è già avvenuta nei fatti. Chi nasce al Sud parte con un handicap da cui ha sempre meno possibilità di riscattarsi nel corso della sua esistenza, e quasi sempre soltanto andandosene.   (altro…)

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NELLA voragine aperta dalla paurosa crisi di identità della sinistra, la destra trova varchi giganteschi. Matteo Salvini fa sapere che la Lega sta preparando una proposta di legge “per reintrodurre il servizio civile e militare obbligatorio”. Viene subito sbertucciato da giovani deputati del Pd che tengono sempre il dito pronto sul grilletto di Twitter; ma forse non sanno che la leva obbligatoria è stata, per molti decenni, uno dei punti fermi della cultura comunista e socialista, perché “un esercito di popolo” era considerato più affidabile e democratico di un esercito di professionisti; e che da anni un vivace movimento d’opinione (anche nella mia rubrica di posta sul Venerdì) preme a favore di un servizio civile di leva, che nella parola “obbligo” veda un richiamo forte e chiaro ai doveri civili e al vincolo di socialità che ognuno di noi ha nei confronti della società in cui vive.

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bianiCaro Matteo, è un po’ che non ci sentiamo, ma sai di essere sempre nel mio cuore, come il figlio che avrei voluto avere. Perciò non ti nascondo l’amarezza e il senso di abbandono di questa dolorosa estate che – pensa un po’ – mi fa rimpiangere persino quella di due anni fa, quando – è vero – fui condannato in Cassazione, ma – per dio – mi sentivo ancora vivo e vegeto. Avevo appena fatto rieleggere l’amico Giorgio,che in cambio mi aveva riportato al governo e mi dava istruzioni per avere la grazia. Avessi dato retta a lui e ai miei figli, anziché a Ghedini, l’avrei chiesta,quella benedetta grazia. (altro…)

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landiniSognerei una Cgil più democratica, dove gli iscritti sono coinvolti, non come all’ultimo Congresso: l’80 per cento non partecipò”. Ecco il mea culpa di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, con tanto di stoccata alla segreteria Camusso della Cgil:“I confederali hanno firmato accordi che mettono in discussione la loro stessa esistenza”.   Antonio Padellaro ha scritto   su questo giornale: “Com’è   stato possibile che la gloriosa parola sindacato venga   pronunciata oggi con tanto   livore e disprezzo, confusa   con le mille sigle di un sindacato ricattatorio che spadroneggia nei pubblici servizi   imponendo a milioni di cittadini disagio e infelicità?”.   Negli eventi di questi ultimi giorni rilevo un tentativo da parte del governo Renzi di realizzare un’operazione politica reazionaria. Dopo la cancellazione dell’articolo 18 si continua con il blocco dei contratti e la limitazione al diritto di sciopero. (altro…)

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Greenpeace

Ventisei attivisti si calano con le funi da un ponte di Portland e bloccano la partenza di una nave rompighiaccio della Shell. Il messaggio a Obama perchè revochi le licenze sul petrolio.

Un nuovo blitz di Greepeace in difesa dell’Artico. Ventisei climber di Greenpeace USA hanno bloccato la MSV Fennica, una nave rompighiaccio della Shell, mentre tentava di salpare da Portland (Oregon, Stati Uniti) diretta verso l’Artico. Gli attivisti si sono calati con le funi da un ponte sotto cui doveva passare la nave, impedendole così di raggiungere la flotta di trivellazione artica della compagnia petrolifera anglo-olandese. Gli attivisti, che hanno abbastanza scorte per resistere diversi giorni, hanno mostrato degli striscioni con i messaggi “#ShellNo”, “Save the Arctic” e “Presidente Obama, è l’ultima occasione per dire #ShellNo”.

 

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Conosco l’argomentazione e la rispetto: il carcere è una tortura, quindi meno gente ci va e meglio è.

Conosco l’argomentazione, perché i miei amici radicali me la portano talvolta all’estremo: se tu sei contrario alla pena di morte, salveresti chiunque dal patibolo; e se puoi salvarne solo uno e tutti gli altri no, hai già fatto qualcosa di buono, mentre male faresti nel mandarlo alla forca, chiunque sia.

Conosco questa argomentazione, addotta da quanti in buona fede ieri hanno salvato Azzollini dal carcere: peraltro un’esiguissima minoranza tra quelli che hanno votato no, forse giusto Luigi Manconi e un altro paio, mentre gli altri si sono schierati contro gli arresti solo per arrocco di corporazione – cane non mangia cane, oggi a te domani domani a me. (altro…)

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Per il Mose,assieme a Chisso,dovrà scontare 2 anni e 6 mesi per corruzione.Pena troppo breve,e il blocco non scatta.

ROMA. Un anno fa lo Stato li ha fatti arrestare perché corrotti. Ora lo stesso Stato è costretto a pagargli il vitalizio e pure il Tfr. Non importa che Renato Chisso e Giancarlo Galan, i due amministratori pubblici al centro dell’inchiesta sul Mose, abbiano patteggiato la pena per corruzione. E che il patteggiamento sia stato confermato dalla Cassazione non più tardi di cinque giorni fa. Grazie al codicillo di una legge regionale veneta nata, ironia della sorte, proprio per evitare queste situazioni, tra qualche settimana si vedranno accreditare i soldi sul conto corrente.

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PadoanPadoan annuncia: nuovi vertici scelti con le vecchie regole volute da B.

Il 29 luglio 2015 sarà per sempre un giorno di gloria per Maurizio Gasparri. Ieri la Commissione parlamentare di Vigilanza, una bicamerale che sembrava destinata a una tardiva scomparsa, ha ricevuto una letteraseriosadaunministro che di solito non esagera con gli sberleffi. Ha scritto Pier Carlo Padoan: “Invito a procedere al rinnovo del Cda Rai secondo quanto previsto dalla legge Gasparri”.Esatto: secondo quanto previsto dalla legge Gasparri.   E le contumelie contro il testo – di accurata ingegneria berlusconiana – che incentiva la lottizzazione e non espelle gli impresentabili? Archiviate. E Renzi che si esibisce in spettacolari conferenze per recitare l’ultima preghiera per viale Mazzini succube dei politici? Finzione . (altro…)

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verdiniVarato il nuovo gruppo “Ala”. Tra i dieci anche alcuni ex cosentiniani Toni soft con Berlusconi: “Lo strappo fa male,non ci capivamo più”.

ROMA . «Se mi piace Renzi? Fino a questo punto non sono arrivato… ». E la sinistra pd stia tranquilla, «non abbiamo alcuna intenzione di entrare nel partito, se avessi voluto, lo avrei fatto nel Pci da ragazzo, nella rossa Toscana». Eccolo Denis Verdini, in gran spolvero, graffiante e battutista, nervi tesi e sorrisi tirati per una delle sue rarissime uscite pubbliche. Ed ecco il gruppo al Senato “Ala”, dopo settimane di battaglia navale coi forzisti. Si scrive Alleanza Liberalpopolare Autonomie, si legge nuovi “responsabili”: pronti a sostenere il governo Renzi sulle riforme e su tutto quel che sarà di loro gradimento, come si intuisce dal manifesto politico.
Sala Nassirya di Palazzo Madama, ore 11, è qui che si consuma lo strappo dei «dieci piccoli indiani», come si definiscono. Dieci assai verdiniani, in realtà, per nulla anti-berlusconiani. Tutti eletti nel 2013 nel Pdl, come sottolinea con un pizzico di orgoglio il senatore toscano, tra orgogliosi amici di Cosentino come Vincenzo D’Anna (che perde le staffe quando un cronista dell’Huffington glielo ricorda: «Essere amici non vuol dire essere correi») ed ex uomini di Raffaele Lombardo, quali Antonio Scavone e Giuseppe Compagnone. Sono sette invece i deputati pronti a lasciare Fi alla Camera, guidati da Luca D’Alessandro e Ignazio Abrignani. Attenderanno ancora la prossima settimana per tentare di conquistare altre tre pedine e dar vita a un sottogruppo al Misto. Ma al colpo grosso sta lavorando soprattutto Saverio Romano per convincere la dozzina di Scelta civica a creare un vero e proprio gruppo autonomo di 20. Del resto, tutti nel calderone della maggioranza si collocano, a cominciare intanto dal nuovo gruppo al Senato guidato da Lucio Barani. Questa legislatura, dice a chiare lettere il loro leader, vogliono essere liberi di completarla. E faranno di tutto per condurla in porto. E dopo? Nel Partito democratico non hanno alcuna intenzione di confluire, rassicurano dopo le polemiche di questi giorni e le sollevazioni popolari alle Feste dell’Unità in giro per l’Italia. «C’è una prospettiva politica che è nelle cose e che porta all’area moderata – spiega Verdini perché il centro determina sempre la vittoria dell’una o dell’altra parte ma per determinarla deve avere la libertà di potersi muovere». Liberi di muoversi a piacimento, senza più vincoli e cerchi magici a sbarrare la strada, insomma. E la prospettiva sembra essere proprio quella che porterà a un patto con gli altri centristi oggi in Area popolare. Nei confronti di Silvio Berlusconi l’ex braccio destro non affonda il coltello. Anzi. «Lo strappo fa male e addolora- confessa non rinneghiamo nulla, solo che ci sentivamo a disagio dove eravamo». Solo il forfait sul Patto del Nazareno all’origine della rottura, minimizza lui. «Berlusconi è stato sempre lungimirante in questi venti anni, questo però non significa che si vedono sempre le stesse possibilità » dice l’ex coordinatore pdl.
Articolo intero su la Repubblica del 30/07/2015.

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L’INTERVISTA   Giulia Bongiorno.

La legge delega sulle intercettazioni mi sembra un replay di quello che è successo con il falso in bilancio: da quando c’è Renzi stiamo assistendo a una retromarcia da parte del Pd su una serie di questioni che erano state portate avanti per anni”. Giulia Bongiorno, avvocato penalista di chiara fama, che per An fu anche Presidente della Commissione Giustizia della Camera, non si capacita. “Questa cosa mi fa impazzire”.   Come valuta il falso in bilancio?   Per anni si era detto che il falso in bilancio era stato depenalizzato da Berlusconi. Ma questo nuovo falso in bilancio,come documentato dalla sentenza della Cassazione, è una maxi maxi depenalizzazione.   Nella legge si elevano le pene e si   accorciano i tempi della prescrizione.   Sì, ma è un fatto di facciata. Dopo che Renzi ha detto che la legge sarebbe stata una svolta, hanno tolto una frase fondamentale per punire il falso in bilancio: hanno eliminato i falsi che si basano su valutazioni, amputando il provvedimento. I bilanci si basano su valutazioni. Renzi fa un provvedimento e poi lo svuota, replicando il suo modo di essere: tanto fumo, poco arrosto.   E sulle intercettazioni?   Vorrei partire dal metodo. Per anni il Pd aveva una precisa posizione: “Non riteniamo che si debba intervenire, serve a voi, ci sono cose più gravi e urgenti. Se voi volete lo facciamo”. E ora c’è un dietrofront totale. Un partito deve avere un manifesto sulla giustizia.   Lei si dimise da presidente della   Commissione Giustizia dopo l’approvazione della norma Daddario,   quella che introduceva il carcere   per i giornalisti. Perché?   All’epoca ero relatrice del ddl intercettazioni e le mie dimissioni furono tra le cause della rottura tra Berlusconi e Fini. Ma credo nel diritto di cronaca.   Alla fin equesta maggioranza però ha modificato la norma che puniva i giornalisti con il carcere.   Ogni volta che viene fuori una di queste norme si fa marcia indietro   Chi è   Giulia Bongiorno è uno degli avvocati penalisti più noti d’Italia. La sua fama parte dall’ assoluzione di Giulio Andreotti. È stata eletta alla Camera con An e Pdl   per il problema del consenso.   Ma non pensa come Scarpinato che anche nella formulazione attuale(sonopunitesololeregistrazioni che non servono né al diritto di cronaca, né a quello di difesa) si disincentivi il contributo dei cittadini all’accertamento dei reati?   Vorrei chiedere a Scarpinato quale grande contributo investigativo hanno avuto i cittadini nei processi attraverso la captazione.   Quindi la norma così va bene?   Non mi convince il fatto che l’unica parte specifica in una legge delega molto generica sia quella. Vorrei capire per chi è stata fatta. Non so a chi serve ma una cosa così specifica serve a qualcuno.

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 30/07/2015.

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