
Che è una sciocchezza. La legge è emanata nell’intento di regolamentare le vicende umane in un determinato modo e non in altri astrattamente possibili. È il legislatore che deve porsi il problema di quali siano le sue conseguenze; non i giudici che hanno il solo dovere di applicarla. Per quanto inconcepibile sia la necessità di spiegare un simile concetto, pare proprio che farlo sia necessario. Attributo fondamentale della legge è l’essere eguale per tutti. E caratteristica ineliminabile per l’essere umano, anche per un giudice, è possedere autonome convinzioni. Sicché la valutazione delle conseguenze delle proprie azioni è soggettiva: un giudice che emetta sentenze valutandone le conseguenze adotterà decisioni che eviteranno quelle che a lui sembrano negative e produrranno quelle che ritiene positive. Ma un altro giudice che abbia convinzioni diverse, emetterà sentenze di segno opposto. La giustizia fondata sulla legge e non sull’opinione del Re serve a garantire l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Concetto che ogni figlio di giurista acquisisce con il latte materno; il che, apparentemente, non è accaduto a Legnini, pur oggi vicepresidente del Csm. MA LA LEGGE può essere sbagliata e provocare conseguenze inique. Qui Legnini esce dall’astrattezza e rende noto il problema che lo angustia; meglio, quello che lo hanno incaricato di esporre: “Il rapporto tra decisioni dei giudici e vita delle imprese nonché il conflitto tra la tutela della salute e dell’ambiente, da un lato, e l’iniziativa economica e i livelli di occupazione,dall’altro, sono tornati in forte evidenza a seguito dei provvedimenti di sequestro preventivo presso Ilva e Fincantieri”.È necessaria“piena consapevolezza della forte incidenza della giurisprudenza sul caso concreto e sul sistema in generale. Cogliere e prevedere le conseguenze delle decisioni giudiziarie, il loro impatto sull’economia e sulla società non può più essere considerato un tabù”. Non capisce lo sciagurato (nel senso manzoniano del termine) che il dilemma cui egli fa riferimento non solo non può ma non deve essere risolto dai giudici. Meglio uccidere o garantire lavoro sono scelte di cui si risponde alla collettività, non alla propria coscienza. E i giudici, come ogni politico ha ripetuto almeno una volta nella sua vita, hanno vinto un concorso non una elezione d e m o c r a t i c a . N o n hanno legittimazione a risolvere scelte politico-sociali, sono tecnici cui compete l’applicazione di norme scritte da altri. Non capisce nemmeno – Legnini – che, se non fosse così, ogni giudice deciderebbe in maniera diversa da un altro e la civile convivenza sarebbe impossibile. Qualche fondamentale giuridico occasionalmente emerge: “Occorre dar conto delle ragioni che inducono a scegliere una soluzione concreta a discapito delle altre”. Legnini conosce dunque l’art.111comma6dellaCostituzione. Peccato che ne estenda l’applicazione a fattispecie che gli sono estranee: “Nella vicenda Fincantieri è certo che il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre risultasse prevalente sul diritto al lavoro e alla libertà di impresa?”
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 08/07/2015.
Come si fa a far giungere uno sputo in faccia (con parole scritte: come ha fatto Bruno Tinti all’inizio presentandoci l’imbecille ruffiano) a simile personaggio?
Come meravigliarsi se siamo un popolo di vigliacchi che da anni supporta un parlamento illegittimo, un governo illegittimo, una presidenza della repubblica illegittima?
Preg.mo Dott. Tinti,
probabilmente il sig. legnini (le minuscole sono volute) ha imparato a memoria il testo “propaganda pidue” del fascista licio gelli… verrebbe da dire, ma non lo dico, che é per questo che scrive ciò che scrive… impunemente…!!!
Ho inviato questa mail al legnini:
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Da un articolo di Bruno Tinti: le risparmio il seguito dell’articolo perché inutile dal momento che gli inetressi in gioco sono altri.
Non credo che ci sia qualcosa di cui vergognarsi in questa Italia che sopporta vigliaccamente un governo illegittimo, un parlamento illegittimo, una presidenza della repubblica illegittima e non illegittimi in virtù di ciance, bensì di sentenza inquivocabile della Corte costituzionale.
Alla faccia di: Impegno, Responsabilità, Futuro e Innovazione.
P.S. Le espressioni: Impegno, Responsabilità, Futuro e Innovazione sono la presentazione del legnaiolo sul suo “Contattaci”
Questa la citazione saltata:
-Il 5 luglio Giovanni Legnini,vicepresidente del Csm, ha consegnato al Corriere della Sera una summa del suo pensiero sul ruolo dei giudici.Poche idee, confuse e contraddittorie.Poiché è avvocato e docente universitario,si può presumere che sia giuridicamente attrezzato. Sicché è ragionevole pensare che si sia prestato a fungere da portavoce di Renzi & C,notoriamente in difficoltà con Costituzione e codici: un po’umiliante per un giurista, del tutto normale per un politico. Il tema di fondo sta nell’enunciato iniziale: “I giudici non possono evitare di considerare le conseguenze delle (loro) decisioni”.
Che è una sciocchezza. La legge è emanata nell’intento di regolamentare le vicende umane in un determinato modo e non in altri astrattamente possibili.-