IL GRANDE SEGRETO.
La Commissione di controllo comunica la quota pubblica che spetta al partito per le donazioni: 3,7 milioni. Ma chi c’era a Roma e Milano?.
Il tema: cene dem per raccolta fondi. Sarà un rognoso enigma italiano oppure, per esserepiùprosaici,l’ennesima promessa mancata. Ormai non importano neppure i giorni passati invano in attesa di uno slancio di trasparenza, poiché si tratta di mesi (otto) trascorsi da novembre. Quando uno sfavillante Matteo Renzi radunò amici, comparse, protagonisti, imprenditori, avventori – e ai tavoli ci finì una corposa delegazione della Coop 29 Giugno guidata da Salvatore Buzzi, il braccio sinistro di Massimo Carminati, er cecato – per rastrellare un po’ di denaro vitale per i dem. E fu un successo, oltre 1,5 milioni, poi venne il segreto, di partito (imbarazzo) e di privacy. Sappiamo poco o niente di quelle sere di Milano e poi Roma e, adesso, cala davvero l’oblio.
Non soltanto il Nazareno ha occultato l’elenco, e così ha smentito Renzi (“Noi vi diciamo chi ci sostiene”), ma ora ha richiesto e ottenuto anche l’accesso al cofinanziamento pubblico previsto per incentivare le donazioni,un aiutino statale ancora in vigore per un paio di anni: per ogni euro che il privato versa a un partito, lo Stato corrisponde la metà. Ai dem di Matteo Renzi, dunque, spettano 3,7 milioni di euro. E va ringraziato chi a novembre assaltò i banchetti. Erano più di mille: 800 a Milano, 900 a Roma. L’ULTIMA PRATICA burocratica l’ha sbrigata la disastrata (per mezzi e tempo) Commissione di controllo, che la politica ha istituito per un rapido lavaggio di coscienza. Il gruppo, formato da cinque magistrati e presieduto da Luciano Calamaro (Corte dei conti), ha spedito a Camera e Senato gli importi da liquidare per il cofinanziamento.La Commissione,che una settimana fa s’è rifiutata di apporre il suo certificato di qualità ai bilanci dei partiti, ha esaminato e contro firmato le relazioni che le società di revisione forniscono ai tesorieri. A Palazzo Madama e Montecitorio, però, non arriverà mai la lista dei donatori e dei presenti agli eventi dem, ma un esile documento, una cifra abbondante da tradurre in bonifico. Fine. Poi quell’elenco di cene potrà marcire al Nazareno. Dipende da Renzi. Allora la domanda, rituale, l’abbiamo riferita ai dirigenti dem: un giorno, prima che siano estinti i commensali, ci informerete sui frequentatori delle vostre cene? E la risposta, altrettanto scontata perché ripetuta da otto mesi, è lapidaria: “No, perché c’è la privacy”. A chi s’indignava per il pasto da 1.000 euro, Renzi replicò ancora più indignato: “Trovo naturale che si organizzino cene in modo trasparente con persone che accettano di dichiarare il proprio contributo.
Articolo intero su il Fatto Quotidiano del 09/07/2015.
[…] euro raccolto con le cene di autofinanziamento (anche per il “contributo” versato da Buzzi, vedi qui) l’elenco dei donatori della campagna elettorale 2013 del M5S è online da mesi e i fondi non […]
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