Ritorno dal Giappone Figuraccia di Palazzo Chigi, per la guida del servizio pubblico televisivo: no all’ex direttore del Corsera. M5s e Sel eleggono Freccero.
Questa è la domanda che ossessiona Matteo Renzi e rende cacofonica la narrazione: perché tale Rita Borioni ha i titoli per il Cda Rai e il giornalista Ferruccio de Bortoli no? Soltanto perché l’ex direttore del Corriere della Sera era un candidato di quel manipolo di invasati che compone la minoranza dem? A questa domanda, la maggioranza che comanda al Nazareno non risponde. Perché l’imbarazzo esonda,e conviene il silenzio. CHI È CONTENTO ESULTA, anche per la Borioni, assistente (segretaria?) prima di Orfini e poi di Andrea Marcucci.E per l’appunto esulta Matteo Orfini, il capo dem che non intuisce di aver ossequiato,mentre Renzi fremeva dal Giappone, a un fallimento totale di partito in Commissione parlamentare di Vigilanza Rai.
Quando Renzi s’è imbarcato per Tokyo, i capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda promettevano almeno 4 posti su 7 nel Cda di Viale Mazzini in questa prima selezione in Vigilanza. È finita male. Al Nazareno vanno tre consiglieri: il pisano Guelfo Guelfi,ispiratore renziano in epoca Palazzo Vecchio; l’ex sindacalista Franco Siddi e la carnea de Borioni in quota Orfini, laureata in storia dell’arte. Forza Italia ha fregato i renziani,e porta in trofeo all’ex Cavaliere la coppia Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca.Pure l’Alleanza popolare di Pier Ferdinando Casini e Angelino Alfano ghermisce uno spazietto in Viale Mazzini con Paolo Messa,votato dal socialista Enrico Buemi su ordine del viceministro Riccardo Nencini. AI CINQUE STELLE, sostenuti da Sel, la proposta più azzeccata e rimpianta dai dem (almeno a sentire Pier Luigi Bersani):Carlo Freccero,l’inventore dei migliori successi di Rai2 e Rai4. E la minoranza del Pd? Ha giocato per spingere i renziani a una figuraccia: risultato raggiunto, però resta senza un riferimento in Rai. Cos’è accaduto.Lunedì in tarda serata, il politburo Rosato, Orfini e Zanda ha ricevuto la rosa di nomi degli oppositori interni: Vincenzo Vita, Giuseppe Giulietti e Stefano Balassone. Con una postilla: domattina (ieri) smussiamo gli ultimi spigoli.Altroche spigoli,ecco la sorpresa:la minoranza suggerisce Ferruccio de Bertoli, non occorre esaminare il curriculum.Haun difetto, però: non s’è astenuto dal criticare Renzi? UN PECCATO CAPITALE per Rosato & C. perché De Bortoli, pur sfruttando il fuso con il Giappone e le eventuali interferenze telefoniche,al fiorentino non andrà mai bene. Mai. Nicola Fratoianni (Sel) annusa la situazione abbastanza tesa, se non proprio tragica a sinistra, e conferma la fiducia a Freccero, già lanciato da Beppe Grillo. Saltano gli schemi dem, saltano le alchimie di un improvvido Rosato. Forza Italia prende due consiglieri, Alfano e Casini uno, Cinque Stelle anche. E l’infuriato Renzi, che ormai guarda con sospetto chiunque rivendichi un ruolo di consulente su Viale Mazzini, preferisce una terna modesta a una terna di valore.Non è ancora archiviata la pessima prestazione dem in Vigilanza, ma ora a Renzi tocca trattare con Forza Italia per il presidente, riesumare un patto, non più del Nazareno (è ancora prematuro), ma di Viale Mazzini.
Articolo intero su il Fatto Quotidiano del 05/08/2015.
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