La Lega abbassa i toni sui migranti: “Chi fugge dalla guerra va aiutato” E sulle pensioni minaccia di occupare il Tesoro: “Basta con la Fornero”.
CITTADELLA- La Lega di ieri e quella di domani, la Lega di lotta e quella di governo. Per un giorno di Carroccio ce n’è solo uno sul palco, riunito alla “Festa dei popoli”; appuntamento di fine estate che ai tempi di Umberto Bossi consisteva nel versare l’acqua della sorgente del Po nella Laguna. Con Matteo Salvini, invece, è un comizio in piazza dentro la cinta medievale di Cittadella dove i furori indipendentisti volano basso ( la secessione è ormai un ricordo sbiadito), ma a volare alto ci sono i sondaggi: la Lega è il primo partito del centrodestra.
È grazie alla forza dei numeri che il segretario federale può porre l’ultimatum a Forza Italia: «O decidono cosa fare da grandi oppure il treno passa e noi andiamo avanti da soli».
L’alleanza con Silvio Berlusconi ha davanti a sé un banco di prova di peso, cioè le elezioni di Milano del 2016: «Noi ci facciamo il mazzo e facciamo esercizio di pazienza e di virtù con Fi, ma non si può andare avanti all’infinito, non si capisce se vogliono far cadere davvero Renzi oppure no», dice Salvini. «Domani torniamo a occupare il Mef per cancellare la maledetta legge Fornero. Anche perché quel verme di Renzi trova tempo per tutto tranne che per le pensioni e la legge Fornero».
Poco più in là sul palco ci sono i governatori Roberto Maroni e Luca Zaia, alfieri del pragmatismo di governo leghista. Anche solo paventare una rottura con il principale alleato, per loro, è quasi una bestemmia. Sul tema del momento, quello dell’immigrazione il presidente del Veneto fa esercizi di realismo e moderazione, lontano anni luce dai toni truculenti dei mesi scorsi di un pezzo del suo partito: «Siamo pronti a inviare i nostri medici ad aiutare i profughi. Siamo un popolo solidale. Ma sulle coste africane, non qui».
È la nuova linea del Carroccio sull’emergenza profughi: volto umano con chi scappa dalla guerra, respingimenti per i “clandestini”. «Non abbiamo paura del diverso – continua Zaia – ma solo dell’ignoto: vogliamo sapere chi sono questi che arrivano». Tuttavia è il carburante migranti che far correre la nuova Lega.
Articolo intero su la Repubblica del 14/09/2015.
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