Alessandro Pace Un’associazione di giuristi e intellettuali sfida Italicum e legge costituzionale. Il professore emerito: “Rinnegano i principi liberali”.
Triplice attacco contro le riforme renziane. Primo: una raffica di ricorsi per portare l’Italicum di fronte alla Corte costituzionale. Saranno presentati nei tribunali dei capoluoghi dei distretti di Corte d’appello nei primi 15 giorni di novembre. Secondo: due quesiti, già depositati in Cassazione, per abrogare la legge elettorale via referendum. Terzo: la nascita di un “comitato per il no” che prepari la mobilitazione in vista del referendum confermativo della riforma costituzionale. Ad animare la battaglia contro le “deforme” (copyright dell’avvocato Felice Besostri, il legale che ha già affossato il Porcellum) è il “Coordinamento per la democrazia costituzionale”, un pugnace comitato di intellettuali, giuristi, esponenti della società civile e del mondo sindacale e politico. Tra di loro, spiccano i nomi di costituzionalisti illustri, come Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Gaetano Azzariti, Massimo Villone, Alessandro Pace e Lorenza Carlassare.
Il percorso è segnato, ieri è stato il giorno del battesimo ufficiale, con la presentazione nell’auletta della sala stampa di Montecitorio. Besostri ha annunciato un papellodi“14punti,lungoquasi quanto un romanzo” per motivare i ricorsi contro la legge elettorale. Villone ha spiegato invece i due quesiti referendari contro l’Italicum, che abrogherebbero le norme su capilista e voto bloccato e il meccanismo del premio di maggioranza, “smontando la legge” senza lasciare un vuoto normativo. Infine, Pace ha presentato la madre di tutte le battaglie, quella contro la riforma della Costituzone targata Renzi e Boschi,battezzando il “Comitato per il no” pronto a organizzare la sfida referendaria che si svolgerà nel 2016, probabilmente tra circa 10 mesi. “Sono qui perché credo ancora nella nostra Carta–ha detto il giurista emerito – anche se la riforma del governo viola uno dei principi fondamentali di tutto il costituzionalismo occidentale: l’istituzione dei contro poteri”. Cosa significa, professor Pace? Significa che si rimuovono gli strumenti costituzionali che garantiscono le minoranze. Attenzione: quello che viene rinnegato è un principio liberale, non un principio progressista . Un governo, per andare avanti e funzionare correttamente, deve avere contropoteri. Quando hanno deciso di togliere di mezzo il Senato, avrebbero dovuto istituire dei contropoteri interni, degli elementi di tutela delle opposizioni. Non l’hanno fatto. Nel nuovo Parlamento, i diritti dell’opposizione saranno stabiliti da un regolamento che a sua volta sarà approvato a maggioranza. Il Senato però non è stato abolito. Peggio. Uno dei maggiori elementi di irrazionalità è questa figura dei senatori part time. Mezzi consiglieri regionali, o sindaci, e mezzi parlamentari.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 30/10/2015.
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